Wu-Tang Clan – The W

Voto: 4

Finalmente, dopo tre anni dal controverso “Wu-Tang Forever”, il terzo e attesissimo album del Wu-Tang Clan ha visto la luce. Questa volta si tratta di un album normale, circa un’ora per tredici tracce, ed è dedicato al membro più imprevedibile del gruppo, Ol’ Dirty Bastard (sembra proprio non riuscire a togliersi dai guai…), che non ha potuto partecipare alla registrazione dell’album ed è infatti presente in un solo brano. Fortunatamente, l’equilibrio del Clan non ne ha risentito più di tanto, grazie all’inserimento – già largamente anticipato – di Cappadonna tra i titolari. La vera novità è però che, per la prima volta, il Wu si apre all’esterno e ospita su un suo album ben quattro pezzi grossi della scena: Redman (che non sembra neanche più tanto esterno), Snoop Dogg (in gemellaggio col Dirty Dog del Clan, ODB), Nas e Busta Rhymes. E, dopo questa doverosa premessa, passiamo ai contenuti.

Il livello degli mc’s non è mai stato in discussione e tutti hanno fatto la loro parte al meglio, dalla colonna portante GZA The Genius all’onnipresente Method Man, dal sempre più sorprendente Ghostface Killah a Inspectah Deck, che oramai non ci sorprende più, e via via tutti gli altri: Masta Killa, U-God, The RZA, Raekwon, Cappadonna. Nessuno di loro ha sgarrato. Per quel che riguarda il sound, mi spiace doverlo ammettere, ritengo che RZA abbia fatto un piccolo passettino indietro rispetto a quanto ci aveva fatto sentire in “Supreme Clientele”, che a oggi resta, secondo me, l’album più vicino ai fasti di “36 Chambers”, “Liquid Swords” e “Cuban Linx”. Intendiamoci: non sto dicendo che “The W” sia una totale delusione sul versante beat, ma rimane l’amarezza per come sarebbe potuto essere l’album se RZA avesse seguito un certo sentiero, piuttosto che un altro.

Mi spiego. Il mio pezzo preferito è senz’altro “Careful (Click, Click)”, una base assurda, complessa, altamente instabile, che non sai che strada prenderà fino all’ultimo secondo, mai sentito niente del genere prima d’ora. Ascoltandola, ho pensato che questo fosse il nuovo stadio dell’evoluzione di Prince Rakeem e – trattandosi del secondo brano in scaletta – mi aspettavo che l’album fosse strutturato su questa linea. Purtroppo non è così. Non c’è niente da appuntare sulle tracce dai beat più semplici e in perfetto stile Wu-Tang, che rappresentano l’evoluzione diretta del suono shaolin di “36 Chambers” e che non possono che far felice qualsiasi vecchio fan, ma ci sono almeno quattro episodi che mi hanno lasciato perplesso. Prima di tutto due brani che mi ricordano molto “Immobilarity”: “Chamber Music” e “Let My Niggas Live” (col featuring di Nas). Poi il pezzo più inutile, “Conditioner”, con la voce di Ol’ Dirty Bastard (al telefono dal centro di riabilitazione!) che sembra provenire da una cripta profonda centinaia di metri attraverso un tubo di pochi millimetri per venirci a dire le solite due cazzate, nonché il featuring più anonimo dei quattro, quello di Snoop Dogg (ma state attenti che alla fine c’è una chicca di GZA). Infine “Hollow Bones”, che mi ricorda l’atmosfera pesante e pallosa di gran parte del secondo disco di “Forever”.

Il resto delle tracce, per fortuna, sono tutte di altissimo livello e quasi tutte, dalle più classiche alle più complesse, sembrano essere in continua evoluzione, nel senso che non finiscono mai come sono iniziate (prendete ad esempio la splendida “I Can’t Go To Sleep” con Isaac Hayes). Poi c’è il wu-banger 2001, “Do You Really (Thang, Thang)” (che vi entrerà nella testa e ci rimarrà per molto tempo), prodotto da Mathematics, e i due ottimi singoli “Protect Ya Neck (The Jump Off)” e “Gravel Pit”, che avrete sicuramente sentito e che rimangono secondo me tra i pezzi più belli dell’album, per non parlare della ghost track “Clap”.

Insomma, “The W” è un disco molto complesso che, con le sue luci e le sue ombre, otterrà sicuramente giudizi contrastanti; ma una cosa è certa: lo spirito che animava i Wu-Tang ai tempi del loro debutto non è ancora svanito e i nostri eroi sono in grado di creare quell’atmosfera che li ha resi un fenomeno unico e imprescindibile dell’universo Hip-Hop. E questa sì, è davvero una buona notizia.

Tracklist

Wu-Tang Clan – The W (Loud Records 2000)

  1. Intro (Shaolin Finger Jab)/Chamber Music [Method Man, Raekwon, Genius/GZA and Masta Killa]
  2. Careful (Click, Click) [The RZA, U-God, Masta Killa, Cappadonna, Ghostface Killah and Inspectah Deck]
  3. Hollow Bones [Raekwon, Inspectah Deck and Ghostface Killah]
  4. Redbull [Raekwon, Method Man, Ghostface Killah and Inspectah Deck feat. Redman]
  5. One Blood Under W [U-God and Masta Killa feat. Junior Reid]
  6. Conditioner [Ol’ Dirty Bastard feat. Snoop Dogg]/[Genius/GZA and Inspectah Deck]
  7. Protect Ya Neck (The Jump Off) [Inspectah Deck, Raekwon, Method Man, Masta Killa, Bobby Digital, Ghostface Killah, U-God, Cappadonna and Genius/GZA]
  8. Let My Niggas Live [Raekwon and Inspectah Deck feat. Nas]
  9. I Can’t Go To Sleep [Ghostface Killah and The RZA feat. Isaac Hayes]
  10. Do You Really (Thang, Thang) [Dj Kay Slay, Method Man, Street Life, Masta Killa and Inspectah Deck]/[The RZA]
  11. The Monument [Raekwon and Genius/GZA feat. Busta Rhymes]
  12. Gravel Pit [The RZA, Method Man, U-God, Ghostface Killah and Raekwon]
  13. Jah World [Ghostface Killah and The RZA feat. Junior Reid]/[Raekwon, Ghostface Killah, U-God and Method Man]

Beatz

All tracks produced by The RZA except track #10 by Allah Mathematics

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