TMHH & JJames – Fiore di Loto
A poco più di un anno da “Errare umano”, segnaliamo cum gaudio il ritorno di TMHH con “Fiore di Loto”, disco introspettivo e notturno come da prassi, zero featuring zero e un solo uomo alle macchine, ossia quel JJames già presente con un paio di bei beat – “Ragione ultima” e “Smisurata preghiera” – nel precedente lavoro. Ed è proprio sul lato produzioni che risiede la vera e significativa novità rispetto al passato: se, infatti, sul versante rime TMHH non fa altro – si fa ovviamente per dire – che ribadire stile e talento nello scrivere rigorosamente intimo, per quanto concerne le produzioni il suo socio opta per sonorità che, seppur lambendo se non addirittura sconfinando nella Trap, riescono a suonare tanto attuali e fresche quanto al contempo eterogenee (gli estremi sono rappresentati dalla latineggiante “Farlo apposta” e dal Metal di “Olio su Metal”), ricercate e sorprendentemente equilibrate.
Su tali tappeti sonori – che, a dir la verità, ai primissimi ascolti lasciano un filino interdetti, salvo poi crescere in maniera progressiva play dopo play – TMHH riversa le proprie storie ed emozioni con rime che sanno di notte e nicotina, sentori frutto di un background marcatamente cantautorale e analogico, con la chitarra acustica, appunto, ancora ben presente, in alcune tracce quale vera e propria spina dorsale del pezzo o della melodia, in altre più sfumata ma ugualmente in grado di fare la differenza (ah, è anche in grafica). Il rapper, dicevamo, conferma di saper scrivere come pochi, raccontando e raccontandosi senza filtri, a volte in maniera aperta e trasparente, altre invece scegliendo percorsi più nascosti e complicati; la sola costante è rappresentata dalla sua capacità di saper comunicare in maniera schietta e mai banale tutto ciò che gli passa da testa e/o cuore.
Una brutale sincerità, presente sempre e comunque. Tanto quando sguardo e penna sono rivolti verso di sé (<<sono fratello e nemico di me stesso/uno mi abbraccia mentre l’altro mi pugnala alle spalle/essere vittima e carnefice ha un prezzo/…/dicono che la fama sia una croce/dicono sia facile ammazzare/ma muore solamente chi ha la voce/i muti stanno fermi a guardare/…/io non rappresento una generazione/io sono l’opposto, il mio posto è altrove/…/vorrei solo sparire da questo finto presente>> – “Living fast, dying young”; e <<vivo di noia e di canzoni/so che la vita mette in ginocchio/ho portato la fotta e le spalle larghe/…/occhio per occhio diceva quello/ma la vendetta non è da tutti/ne parlerò con il mio coltello>> – “Occhio per occhio”), come quando al centro del mirino ci sono sentimenti e relazioni, vissute sempre senza mezze misure (<<quando amo, fumo e cenere/quando odio, fuoco e tenebre>> – “Olio su metal”; e <<che s’i fosse foco, arderei ‘l mondo/brucerei ogni tuo ricordo/troppo rumore mi fa sordo/mi vuoi morto, non concordo>> – l’estratto video “Tre di notte”) e rigorosamente in profondità (<<e scriverò di questo amore e odio e di quanto siamo differenti/di tutte le cose che non voglio, di tutte le volte che non senti/noi che siamo diffidenti pure con noi stessi quando siamo soli/ci perdiamo nei riflessi e dentro gli occhi persi ci sentiamo nuovi/…/essere diversi fa strano, non sapere qual è il tuo posto/se ci credi ce la facciamo, basterà questo poco inchiostro/a dirti dov’è che andiamo, quando torniamo/e quanto ti costo>> – la titletrack).
L’ambientazione prediletta non può che essere in sul calar del sole (subito l’“Intro”: <<questa città grigia ti può insegnare che i bei tramonti hanno bisogno di nubi in cielo per splendere>>), fase nella quale da un lato risulta più semplice scrivere (<<scrivo la notte perché nel buio mi sento sempre meno osservato/mentre gli altri dormono vivo di gusto il privilegio dello sbagliato>> – “Giurami che”), dall’altro il confronto con i propri pensieri tradotti in parole diventa più duro e impegnativo (<<se potessi morirei nel sonno/per evitare il domani e le sue seccature/penserò alla vita un altro giorno/il futuro si fa carico delle paure/…/quando la vita ti chiama figlio di troia/per metterla in imbarazzo ti basta darle ragione>> – “Amiamoci altrove”; e <<la Luna mi accompagna nel viaggio/io tenuto in ostaggio/come stelle nel mare/mi pare che per sciogliere ‘sto cuore di ghiaccio/non basterà un cappio/non mi basta l’estate>> – “Ferro in tasca”).
Tirando le somme, “Fiore di Loto” è un disco importante per TMHH – acronimo, ricordiamo, di Trade Mark Hip Hop. Un disco che lo allontana dalle proprie origini con – azzardo – un biglietto di sola andata per un viaggio che appare necessario e inevitabile, una destinazione valutata e scelta seguendo quindi attitudini e aspirazioni. Il risultato di questa svolta è un album che suona bene, molto bene, grazie a undici tracce che lasciano un segno profondo e duraturo, per merito tanto delle rime del recanatese quanto dell’impalcatura sonora messa in piedi da JJames.
Tracklist
TMHH & JJames – Fiore di Loto (Glory Hole Records 2019)
- Intro
- Fiore di Loto
- Tre di notte
- Farlo apposta
- Occhio per occhio
- Living fast, dying young
- Giurami che
- Smoking oro
- Ferro in tasca
- Amiamoci altrove
- Olio su Metal
Beatz
Tutte le produzioni di JJames
Gabriele Bacchilega
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