Dj Fede – Suono sporco

Se potessimo deciderlo noi, sul dizionario come sinonimo di garanzia troveremmo il nome Dj Fede, il producer torinese attivo oramai da più di un trentello e con alle spalle, tra le altre mille cose, un bottino di sedici dischi contando anche questa sua nuova fatica, “Suono sporco”, un lavoro che rimane fedelissimo per stile e mission ma, ciononostante, suona gradevole e fresco quasi fosse un’opera prima. Quindici tracce, compresi intro e outro, dalla matrice inequivocabilmente e geneticamente classica, che però hanno il grandissimo pregio di risultare varie e dinamiche grazie tanto ai repentini cambi di passo in termini di sound, quanto a un roster di mc’s davvero interessante ed eterogeneo, un azzeccatissimo mix di gioventù ed esperienza.

In “Suono sporco” – e forse lo suggerisce già il titolo – ritroviamo tutti gli ingredienti più tradizionali dell’Hip-Hop vecchia maniera, quindi beat eleganti, rotondi e imbottiti di sample, selezionati con cura certosina grazie a una cultura musicale impressionante, impreziositi da scratch piazzati sempre nel momento e nel modo giusto, opera di Dj Pandaj, Dj Tsura, Dj Double S, Dj Lil’ Cut, Clas K. e Dj Bront – ciascuno una garanzia del settore.

Versante rime, come anticipavamo, si passa da colonne portanti della scena italiana quali Il Turco nel pezzo che dà il titolo all’album (<<non sai chi muove i fili a tutte queste marionette/io pago a spese il mio e non credo a chi promette/mangio fuoco tutti i giorni e dopo cago le saette/non ha fatto i soldi ma il Turco non smette/tu hai fatto i big money ma raccogli saponette>>) e Dafa (<<non sono mai esploso ma è omicidio colposo/mi precede la mia fama ma non sono famoso/col microfono aperto ho un rapporto morboso>>) in “Tuttora non smetto”, dritto da Real Talk anno 2021 e sequel del pezzone di fine anni ’90 marchiato Lyricalz, a nuove leve come RollzRois (<<non voglio serpi al mio tavolo, sosti fuori/è scontato che la tua merda non matcha coi nostri nomi/fra’, raccolgo ciò che ho seminato mentre sogni promo>>“Bordo lago”), Less Torrance (<<resta a guardare mentre volo in alto/sei rimasto indietro, il tuo culetto sa di borotalco/fuori col vestito nuovo chiunque può notarlo/mi fa gola come ad una troia l’oro giallo>>“God is the greatest” su strumentale top del disco) e Davide Bates (<<MI-TO senza Alfa Mito/il tuo mito lo prendiamo in giro e, fra’, non alza un dito/mi chiedono di chi sia amico/di gente che c’ha i rapper dentro al frigo/per cui non fare il figo/il film che ti sei fatto non è mai uscito>>“Purple pioggia”).

In mezzo a questi due estremi, liricisti del calibro di Claver Gold nel primo singolo, “Metaforico – malinconico” (<<in paranoia da una vita, dimmi perché no/ma forse per te no, mi vesto da Pierrot/lei mi racconta sottovoce quello che non so/i rapper di oggi son vestiti bene e senza flow>>), il cadenzato ma al tempo stesso ficcante Montenero in “Milan horror night” (<<ragazzini fanno i malandrini con le tasche piene/con quella merda grattugiata quale neve/racconti di Milano sopra un beat di Dj Fede/chi è il più vero in questa scena? Big Monte, babe>>) e infine Poppa Gee in “One man band” (<<vengo dagli zaini pieni di vernici/walkman nelle orecchie, penne con la bici/…/droppo sempre solamente del gran pregio/ho iniziato che breakavano nel Regio/fin dal giorno uno siamo pronti al peggio/in piazza mi ascoltano e gridano ehi yo>>), presente pure come extra nella versione in CD con l’EP “Dirty routine”.

Indovinato, poi, il contributo fornito anche dal sempre esuberante Nerone in “Trentadue”, su una strumentale incalzante e coinvolgente, dallo chef Gionni Grano alle prese con la frizzante “Chi c’è?”, dal contorto ed elegante Lanz Khan in “Morire a Tokyo vestito di blu” (<<kami nel vento, la notte blu di Tokyo/nuvole e draghi à la Maruyama Okyo/l’anima è una tela, io la scarabocchio/in mezzo alla fronte mi si apre un occhio>>) e dall’immancabile omaggio al Rap stelle e strisce, per l’occasione rappresentato da The Musalini in due tracce, la pastosa “World is yours” e una tradizionalissima “Street poetry”.

Insomma, con “Suono sporco” Dj Fede riesce una volta ancora a farcire le nostre casse di Rap di alto profilo, ripetendo una formula – quella del producer album, coi suoi limiti fisiologici derivanti dal formato compilation – sì nota ma che, anche a ‘sto giro, suona come dovrebbe, grazie a un gusto impeccabile nella composizione e a una proposta sempre ricca di mc’s con i quali duettare.

Tracklist

Dj Fede – Suono sporco (New Rapform 2022)

  1. Istruzioni per l’uso (intro)
  2. Suono sporco [Feat. Il Turco]
  3. Bordo lago [Feat. RollzRois]
  4. Trentadue [Feat. Nerone]
  5. World is yours [Feat. The Musalini]
  6. Metaforico – malinconico [Feat. Claver Gold]
  7. Milan horror night [Feat. Montenero]
  8. Tuttora non smetto [Feat. Dafa]
  9. Chi c’è? [Feat. Gionni Grano]
  10. God is the greatest [Feat. Less Torrance]
  11. Morire a Tokyo vestito di blu [Feat. Lanz Khan]
  12. One man band [Feat. Poppa Gee]
  13. Purple pioggia [Feat. Davide Bates]
  14. Street poetry [Feat. The Musalini]
  15. The chronicles (outro)

Beatz

Tutte le produzioni di Dj Fede

Scratch

  • Dj Pandaj: 1
  • Dj Tsura: 2, 3, 4, 5, 14
  • Dj Double S: 6
  • Dj Lil’ Cut: 7, 9
  • Clas K.: 10, 13
  • Dj Bront: 15
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Gabriele Bacchilega

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