Redman – Mudface

Voto: 4

RedmanMudface500Reggie è tornato! Non se n’era mai andato, a dire la verità, ma per riascoltare un suo lavoro solista dobbiamo tornare indietro di cinque anni, quando uscì appunto “Reggie” – non esattamente un capolavoro e, diciamolo, molto al di sotto di quel che il buon Red ci aveva mostrato oramai una ventina d’anni fa. Il Nostro è il classico esempio di un artista entrato in una nuova dimensione, sia a livello musicale che, come dire, mediatico, perciò non ha senso continuare coi soliti paragoni col passato. Ciò che invece non muta nel tempo e mi fa ancora seguire il rapper, è il suo talento infinito: quest’estate, vedendolo al leggendario Tivoli di Utrecht, alla veneranda età di quarantacinque anni Redman riusciva ancora a trasmettere dal palco energia ed emozioni incredibili, tanto da farmi saltare per un’ora…sempre fresco!

Veniamo però al lavoro in questione, che mi sento di promuovere: un disco, dopo un po’ di tempo, che supera ampiamente la sufficienza. “Mudface” anticipa “Muddy Waters 2” ed esce sotto Gilla House Records, undici brani più intro e skit, Redman ci riversa tutto se stesso e infatti compaiono solo due featuring – elemento positivo già di per sé, troppo spesso infatti l’mc era stato accompagnato da personaggi non sempre alla sua altezza. Le produzioni, invece, sono molto varie nonostante una buona compattezza d’insieme e Reggie dimostra di trovarsi a suo agio fin dalle prime tracce. Rap crudo e barre dirette senza tanti fronzoli su beat potenti e con pochi ritornelli esaltano tutta la carica che Red ci trasmette. Si va da pezzi da battaglia come il singolo “Dopeman” e “Wus Really Hood” a sonoritá Reggae e danzerecce quali quelle di “Ni**a Like Me”, o ancora più lente e riflessive (“Won’t Be Fiendin”, “High 2 Come Down”). In ogni episodio, comunque, Redman rappa con la solita spontaneità e nella sua maniera così diretta e divertente, mantenendosi – senza molte pretese a livello tecnico – sempre sul pezzo.

E’ il solito Redman, quindi: dai riferimenti alla botanica (<<and the highs may come and go, but the weed gon’ stay around>>) e alle donne a quelli per la golden age, spesso rivendicando tutto il proprio valore (<<now what I gotta prove, I passed all obstacles/so when it comes down to my talent, it’s undeniable>>). Insomma, un mc che sembra aver riacquistato quella verve che di recente pareva un po’ persa e che mette carne al fuoco anche per i puristi: andatevi ad ascoltare pezzi come “Bars” o “Go Hard” e non resterete delusi, soprattutto se siete pronti ad allenare i colli come diceva il buon Bassi. Unica stonatura: il disco è accompagnato dalla solita grafica cartoonesca che contraddistingue i vari progetti del rapper di New York e che personalmente non mi fa impazzire.

Per concludere, non mi aspettavo un Redman ancora così in forma e forse la poca aspettativa mi ha permesso di apprezzare ancora più il lavoro, ma il consiglio che vi do è anzitutto di farvi un suo live… Perderete qualche anno di vita, però ne vale la pena! In una parola? Anzi tre? Woof woof woof!

Tracklist

Redman – Mudface (Gilla House Records 2015)

  1. Dr. Trevis (Intro)
  2. Wus Really Hood
  3. Beastin’ (MCA)
  4. Gettin’ Inside
  5. Muddy Island (Skit)
  6. Ni**a Like Me
  7. Dopeman [Feat. StressMatic]
  8. Let It Go
  9. Bars
  10. High 2 Come Down
  11. Won’t Be Fiendin
  12. Undeniable [Feat. Runt Dawg and ReadyRoc]
  13. Go Hard

Beatz

  • Reggie Noble: 1, 3, 5
  • Rockwilder: 2
  • Labor Department: 4
  • Mike & Keys: 6
  • Ricardo “RICK ROCK” Thomas: 7
  • Jahlil Beats: 8
  • Theory Hazit: 9
  • Sebastian Arman and Boris Milanov aka B-OK: 10
  • Desmond “DEZ” Peterson with the additional production by Rockwilder: 11
  • !llmind: 12
  • Marvel: 13
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Paolo HCM

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