Westside Gunn – Hitler Wears Hermes 8: Sincerely Adolf/Side B

Voto: n.g.

Avrei tanto voluto risparmiarvi la tediosa ricostruzione cronologica dei diversi passaggi che hanno condotto a “Hitler Wears Hermes 8”, salvo rendermi conto che sia impossibile non avviare il discorso da lì – e pertanto cercherò di essere sintetico. A inizio dicembre 2019, annata durante la quale aveva rilasciato il settimo capitolo della saga, “FLYGOD Is An Awesome GOD” e, assieme a fratello e cugino, “WWCD”, Westside Gunn confermava via Twitter la realizzazione di un album con Madlib e chiosava con un inequivocabile btw 2020 my last year rapping I’m going down as one of the illest ever; proclama che abbiamo preso con le pinze, sebbene l’indiscrezione circolasse oramai da un po’ sul web. Certo è che, tra un lockdown e il seguente, il presunto ultimo anno di attività dell’mc sia trascorso senza cambi di passo, ovvero impilando uscite: “Pray For Paris”, “FLYGOD Is An Awesome GOD II”, “Who Made The Sunshine”; tuttavia, terminato l’ennesimo tour de force, Alvin non ha segnato altri appuntamenti in calendario, a parte ciò che stiamo andando a commentare. Ne parlava già lo scorso ottobre (I gotta finish how I started off), mostrava potenziali grafiche, fissava date mai rispettate, anticipava un paio di singoli (“TV Boy” e “Julia Lang”, ambedue collocati nel secondo tomo dell’operazione) e infine – appunto – annunciava lo split in due distinte pubblicazioni: “Sincerely Adolf”, sulle piattaforme da fine agosto, e “Side B”, programmato per Halloween e invece fuori a quasi un mese dal gemello eterozigote.

Questo, a spanne, l’antefatto; necessario per cominciare a chiederci cosa esattamente sia “HWH8”. Una sorta di mixtape, nell’accezione meno stringente del termine? Il lavoro di un collettivo, con WSG in veste di fine fashion designer? La straripante summa della filosofia GxFR? Difficile dirlo con esattezza. Difficile, a maggior ragione, se le differenze somatiche sono così marcate: da un lato abbiamo tredici brani affidati a tre soli beatmaker (e si tratta del primo titolo della serie col baffetto senza Daringer), compattati da partecipazioni che – per frequenza e centralità – stentiamo a ritenere quali meri featuring (Stove God Cooks, ad esempio, viene convocato in ben cinque occasioni); dall’altro la tracklist deborda fino alla doppia decina, alle macchine la regia è molto frammentata e la lista degli ospiti non è adatta ai claustrofobici, schema che consente al padrone di casa di riannodare i numerosi fili tessuti nella miriade di collaborazioni sbocciate sotto il logo Griselda, ritrovando habitué e non – da Jay Electronica a Tyler, The Creator, passando per Madlib, The Alchemist, Jay Versace, JR Swiftz e Sadhugold. Da tale punto di vista, detto con ingenti dosi d’ironia, il progetto “Hitler Wears Hermes 8” è un po’ il “Donda” di Westside Gunn (anche perché la durata è clamorosamente simile): che l’ascolto sia fitto è intuibile anche a scatola chiusa, ne consegue un serio incremento del rischio dispersività, acuito dalla cospicua presenza di voci aggiuntive e da un impianto tematico che mira quasi sempre nella stessa direzione.

Queste le possibili insidie dovute alla taglia XXXL di un insieme che, affrontato un boccone per volta, ribadisce comunque gli elevati standard qualitativi di una realtà salita alla ribalta (anche) grazie a una strategia basata sul coinvolgimento di alcuni tra i migliori beatmaker in circolazione: il sound Griselda è assurto a implacabile termine di paragone per la scena underground e quello di “HWH8”, a prescindere da quanti vi abbiano concorso, ne riflette il timbro deciso, sinistro e acre come il fumo sprigionato da una pipa di crack. Entrando nel dettaglio, per gusto personale ho preferito la linearità di “Sincerely Adolf”, frutto della felice interazione tra Denny Laflare, Conductor Williams e Camouflage Monk (i quali formano il team The Heartbreakers): il trio evita il solito abuso di scale di piano e rilegge la tradizione in chiave moderna, immergendoci in cupi tagli Jazz e linee di basso assassine; “Margiela Split Toes”, “Draymond”, “Bash Money” e il tratto conclusivo di “Claires Back” sono, per dirla con parole facili, degli schiaffoni poderosi, materiale pronto a combinarsi con le minacce del protagonista e di quanti hanno il compito di coprirgli le spalle (Cooks, Rome Streetz, Jadakiss, Boldy James, Mach-Hommy…), secondo una logica che premia come di consueto il gioco di squadra. Non che “Side B” manchi di sorprese, sia chiaro: Sovren (una giovane producer del Missouri), Daringer, Alchemist e Dj Green Lantern perimetrano l’area con del filo spinato, di Laflare, Williams e Monk abbiamo appena detto, Jay Versace e JR Swiftz ci auguriamo rimangano nell’orbita della label (e Madlib? Svogliato, dai).

Una solida architettura sopra la quale WSG coagula pensieri ricorrenti, autocelebrazioni e occhiate poco amichevoli; il classico canovaccio del Nostro, reso tanto più potente nelle gustose posse che qui si susseguono con generosità. Me ne vengono in mente anzitutto due: in “Draymond”, Rome Streetz (<<they say this shit a gamblе, you live your life in casinos/death is at thе door, I shoot the reaper through the peep hole>>) e Gunn (<<you can never compare/your shit wouldn’t add up, my mathematics is rare>>) scaldano idealmente la folla prima che Stove God Cooks le dia il colpo di grazia (<<that bein’ broke shit was a curse, I done killed your favorite rapper/got a body in the trunk, we bangin’ Esco in the hearse>>); “Hell On Earth, Pt. 2” riunisce la family e conferma il preciso equilibrio stilistico che ha imposto Griselda all’attenzione di noi tutti, perché Benny azzanna il beat con immutata bravura (<<I put a brick on my block and a yacht in the open ocean/a felon, I’ve been convicted, irrelevant what I’m spendin’>>), Conway trasuda brutalità (<<look, duckin’ and hidin’ only get you bigger problems/’cause if it take too long to find you, then we visitin’ your mama>>) e la vocina stridula, gli adlib e i doot doot doot del meno dotato dei tre (è un fatto assodato e non ce ne frega niente) sigillano una formula che negli anni ha dimostrato di essere vincente.

E quindi poco importa che le performance esterne siano spesso a una spanna abbondante da quelle del titolare: “Mariota” (di nuovo con Cooks), “Margiela Split Toes”, “Right Now” (diamo il benvenuto anche a Jadakiss: <<you inherited money, you never learned how to hustle/I was graveyard shiftin’ with the fiends, used to murder it/…/yeah, I like nice things, but I ain’t with the splurgin’ shit/couple hundred mil’ right now, I’m on the verge of it>>), “Westheimer” (sale in cattedra il docente Boldy James: <<hands crampin’ up from me countin’, thumbin’ all night/money’s bustin’ out of the seams of my Ksubi denim>>), così come – ribaltando il nastro – “Celine Dion”, “Survivor Series 95” e “99 Avirex” (strofa di AZ e ritornello di Stove God Cooks!), sono dei centri pieni, abili intrecci che lasciano ben sperare per il probabile futuro da creativo e record executive di Westside Gunn. Il quale ci consegna ancora degli efficaci duetti con Conway (scambiano quartine in “Spoonz”), Jay Electronica (“Free Kutter”), Mach-Hommy (“Best Dressed Demons”) e un instancabile Stove God Cooks (“Ostertag”), domando infine strumentali di primissima scelta in “Eddie Kingston”, “Why I Do Em Like That” e “Julia Lang” (c’è anche la clip). Tocca a Keisha Plum chiudere il drappo rosso del sipario in “Bye Bye”: il tono è solenne, declamatorio, e il messaggio (<<the grimiest of all time, he said my poetry is agin’ like fine wine>>) non dà luogo a margini d’interpretazione.

Ma… Che fatica ascoltare “Hitler Wears Hermes 8” nella sua interezza – e ci mancherebbe, potreste replicare. Allora come venire a capo di quella che, sulla carta, potrebbe essere la più ambiziosa – nonché l’ultima! – delle opere griffate Westside Gunn? Magari procedendo per esclusione. Capolavoro? No. Epocale, memorabile, impareggiabile? Neppure. Vertice assoluto di una carriera intensa ancorché compressa in due lustri? Non scherziamo. Forse converrebbe inquadrare il tutto in una progressione che, cedendo via via freschezza, si è fatta carico di una mission complicatissima: (contribuire a) ridefinire i contorni dell’Hip-Hop. Intento – piaccia o meno – perseguito con successo dal rapper di Buffalo: il suo ipotetico commiato fotografa un ambiente artistico che ha ripreso vigore, consapevole di poter dire la propria attraverso un linguaggio crudo e per nulla annacquato da svilenti compromessi. Un’eredità, laddove lo fosse davvero, dal valore incontestabile.

Tracklist

Westside Gunn – Hitler Wears Hermes 8: Sincerely Adolf (Griselda Records/Empire 2021)

  1. Murders In Maxfields
  2. Blessed Times [Feat. AA Rashid]
  3. Mariota [Feat. Stove God Cooks]
  4. Vogue Cover [Feat. Stove God Cooks]
  5. Margiela Split Toes [Feat. Mach-Hommy]
  6. Draymond [Feat. Rome Streetz and Stove God Cooks]
  7. Peri Peri [Feat. Rome Streetz]
  8. Right Now [Feat. Stove God Cooks and Jadakiss]
  9. Westheimer [Feat. Stove God Cooks, Boldy James and Sauce Walka]
  10. Bash Money [Feat. Lil Wayne]
  11. Claires Back [Feat. Dj Clue, Conway The Machine and Benny The Butcher]
  12. Spoonz [Feat. Conway The Machine]
  13. 716 Mile [Feat. Boldy James]

Westside Gunn – Hitler Wears Hermes 8: Side B (Griselda Records/Empire 2021)

  1. Brodie Lee
  2. End How You Start Intro [Feat. AA Rashid]
  3. Hell On Earth, Pt. 2 [Feat. Benny The Butcher and Conway The Machine]
  4. Free Kutter [Feat. Jay Electronica]
  5. Richies
  6. Julia Lang [Feat. Trap-A-Holics]
  7. Celine Dion [Feat. Chase Fetti, Flee Lord and Heem]
  8. Best Dressed Demons [Feat. Mach-Hommy]
  9. Forest Lawn [Feat. 2 Chainz and Armani Caesar]
  10. Why I Do Em Like That [Feat. Billie Essco and Keisha Plum]
  11. RIP Bergdorf [Feat. Mach-Hommy]
  12. TV Boy
  13. Survivor Series 95 [Feat. Jay Worthy, Larry June and TF]
  14. Eddie Kingston [Feat. Rome Streetz]
  15. Ostertag [Feat. Stove God Cooks]
  16. Munch [Feat. Tiona Deniece]
  17. 99 Avirex [Feat. AZ and Stove God Cooks]
  18. The Fly Who Couldn’t Fly Straight [Feat. Tyler, The Creator]
  19. Big AL [Feat. Rome Streetz]
  20. Bye Bye [Feat. Keisha Plum]

Beatz

Hitler Wears Hermes 8: Sincerely Adolf

  • Denny Laflare: 1, 4, 6, 7, 8, 9, 10
  • Conductor Williams: 2, 3, 12
  • Camouflage Monk: 5, 11, 13

 

Hitler Wears Hermes 8: Side B

  • Denny Laflare: 1, 19, 20
  • King JVY B: 2
  • Sovren: 3
  • Conductor Williams: 4, 16
  • Madlib: 5
  • Camoflauge Monk: 6, 9, 10
  • Camoflauge Monk and Denny Laflare: 7
  • Daringer: 8
  • Nicholas Craven: 11
  • Beat Butcha and Daringer: 12
  • Jay Versace: 13
  • JR Swiftz: 14
  • The Alchemist: 15
  • Dj Green Lantern: 17
  • Sadhugold: 18