Large Professor – Re:Living

Voto: 3 +

LARGE-PRO-RELIVINGLarge Professor è un prodigio della natura, una divinità terrena. E’ davvero ristretto il numero di produttori Hip-Hop in grado di rendere riconoscibile il proprio stile pur restando al passo coi tempi, sono doti con cui si nasce e, se sviluppate adeguatamente, possono avere solo i limiti che la testa di ognuno si pone – in caso contrario, c’è solo il cielo. Bene, Large Pro ha passato la quarantina, ha la barba quasi completamente bianca e un po’ di panza, ma la sostanza non è mutata, dal suo forno esce un beat grasso di seguito all’altro e ogni pezzo che grazia della sua partecipazione diventa istantaneamente un piccolo classico in possesso di un gusto immediatamente identificabile. Sono (già) passati tre anni dalla pubblicazione di “Professor @ Large” e William Paul Mitchell questo suo ritorno ce l’ha fatto davvero sudare, dato che doveva essere pronto da un pezzo aumentando un già alto grado di aspettativa e generando nel contempo molta curiosità per le dichiarazioni rilasciate attraverso i comunicati stampa, dai quali si evinceva un ritorno sonoro verso lo stile dell’era Main Source, pur continuando a guardare sempre avanti.

Salivazione alle stelle, non fosse che la composizione della scaletta riveli alla fine una struttura più da EP rispetto all’album che ci si attendeva, undici tracce tra le quali campeggiano due strumentali, un remix e una traccia edita quasi un anno fa. Tutto ciò detratto, rimangono sette pezzi, peraltro nemmeno tutti buoni. Quando il Professore entra in classe ci si alza in piedi e si sta ad ascoltare la lezione sull’uso del campionatore, ne conseguono indiscutibili gemme come “Dreams Don’t Die” e “Sophia Yo”, basta un giretto di synth messo giù bene, il campione di mandolino giusto e gli studenti intuiranno come, manipolando pochi suoni, solo i grandi eletti possano far miracoli per altri impossibili. Mettiamoci del Rap tutto sommato interessante, che viaggia indietro nel tempo riesumando i ricordi di quando da ragazzini si ballava dentro al classico appartamento dei project ascoltando musica black alla radio, che delinea tratti concettuali come quelli di “New Train Ole Route”, un bel parallelo tra l’Hip-Hop di ieri ed oggi da ascoltare e capire raccontato su un beat (troppo?) anni novanta, o che auto-indulge come indica la titletrack (<<…rock with the golden school excellence/lotta what y’all call Rap I call excrement>>), ed ecco scovata la parte forte dell’offerta. Se, però, si levano dal malloppo la performance completamente spenta – tanto al microfono quanto alle macchine – di “Opulence” e le discutibili idee realizzative di “Off Yo Azz On Yo Feet”, vale a dire un’assai poco indovinata cantilena scelta per il ritornello e un beat solo normale, il bilanciamento tra le varie valutazioni non è proprio così entusiasmante, dato che quantitativamente resta ben poco di cui felicitarsi, a prescindere dal fatto che questo poco spacchi davvero.

Non che due strumentali su undici pezzi guastino, d’altro canto un genio come lui non ha necessariamente bisogno di accendere il microfono per infiammare, e per quanto siano strutturalmente semplici, episodi privi di liriche quali “Earn” e “NDN” confermano come Large Pro mantenga inalterata quell’innata capacità di far muovere la testa anche con la più elementare delle intuizioni. Anche se avremmo preferito sentirvi pure una sua strofa – un peccatuccio simile a quello commesso su “M.A.R.S.” – si può anche chiudere mezzo occhio sul remix di “Industry”, la cui versione originale era uno dei singoli traino di “Mega Philosophy”, baciato in fronte dalle rime sovversive nei confronti delle major elaborate dai bravissimi Cormega e Inspectah Deck, anche se Roc Marciano con quel tono vocale profondo l’avremmo preferito su un altro beat, Lord Jamar sembra parlare da un altro pianeta e di Sadat X che se ne va per conto proprio rispetto alle battute se ne poteva fare a meno, dimostrando che una strofetta Pro l’avrebbe anche potuta allestire. E, in fin dei conti, l’ode a Nas eseguita dal Professore in compagnia di G-Wiz – “In The Scrolls” – si rivela un pezzo molto ben prodotto con quei suoi piccoli pezzettini di piano ed archi alternati, il testo è complessivamente ben scritto ed emozionante per il senso mitologico che sa creare, per cui è tutto sommato ininfluente il fatto che la traccia fosse stata posta in circolazione nel settembre duemilaquattordici, giusto in tempo per festeggiare il compleanno di Mr. Nasir Jones.

“Re:Living” contiene quindi la sua discreta dose di episodi memorabili, sufficienti per salvare in corner un lavoro dal livello generale inferiore alla fama del personaggio, dagli schemi metrici poco accattivanti e composto da qualche idea musicale datata, oltre che da una scaletta un po’ pasticciona. Una bocciatura no, non la merita assolutamente, ma un bell’esame di riparazione, quello sì, ci sta tutto.

Tracklist

Large Professor – Re:Living (Fat Beats Records 2015)

  1. Re:Living
  2. Dreams Don’t Die
  3. Opulence
  4. Earn
  5. Off Yo Azz On Yo Feet
  6. In The Scrolls [Feat. G-Wiz]
  7. Own World [Feat. Fortune]
  8. Sophia Yo
  9. New Train Ole Route
  10. Industry Rmx 2 [Feat. Inspectah Deck, Cormega, Rock Marciano, Sadat X and Lord Jamar]
  11. NDN

Beatz

All tracks produced by Large Professor except track #9 by J-Love and Large Professor

Scratch

  • Rob Swift: 5
  • Boogie Blind: 7
  • Dj Eclipse: 9
The following two tabs change content below.

Mistadave

Ultimi post di Mistadave (vedi tutti)