Awol One & Factor – The Landmark

Voto: 2 –

No, Awol One e Factor non hanno fatto sbronzare la mia ragazza ripassandosela come una bambola gonfiabile. No, non mi hanno rubato l’autoradio. Non mi hanno neanche fatto la fiancata alla Panda. Non mi hanno bruciato la cassetta della posta, investito il cane o sfilato la sedia da sotto il culo. Sembra che possa avercela con loro, ma non è così. Se ci conoscessimo potremmo anche bere un’orzata assieme o andare a giocare a calcetto, chi lo sa. Solo trovo la loro musica orribilmente insulsa, presuntuosa e priva dell’originalità che vorrebbero attribuirle. Ma non critico le loro intenzioni, no, critico il risultato, che anche stavolta è intriso di mediocrità e voglia di prendersi sul serio.

Evidentemente qualcuno ha gradito “Owl Hours” e ha convinto A Walrus One e Factor che stavano andando sulla strada giusta. Qualcuno dice che possono piacere o non piacere, ma non si può dire che la loro visione di musica non sia interessante; ok, allora lo farò io senza pretendere che la mia opinione sia universale, ci mancherebbe. Nell’approccio di Awol e Factor non c’è nulla di interessante e presumo se ne sia accorto anche il loro ex-mentore Xzibit, che li promosse nel loro precedente lavoro e che è tornato mestamente a cercare carriole da ristrutturare per dimenticarsi i loro volti. Ma poi, soprattutto, qual è la loro visione? Qual è la novità che propongono?!

Partiamo da Factor. A mio modo di vedere non è proprio quello che si dice un abile beatmaker, ma è perlomeno migliorato da “Owl Hours” (scandaloso), riuscendo se non altro a costituire il male minore di questo duo. E Awol One, cos’è? E’ chiaro per chi lo conosce da prima della pseudo-svolta di “Owl Hours” che Anthony Martin sia alla ricerca di un personaggio che sembrerebbe non appartenergli. Ma potremmo fregarcene, prenderlo semplicemente come un personaggio, che male c’è? Dopotutto puoi recitare la macchietta ubriaca quanto vuoi, non m’interessa se nella realtà vivi di latte di soia e biscotti integrali. Quello che non mi va giù e mi rende davvero inviso il signore in questione è la sicurezza che Awol ha dei suoi mezzi, mista a una terribile autoindulgenza. Detto papale papale, ha il flow di una catasta di legna ma, non contento di ciò, cerca continuamente di fare qualcosa per la quale è completamente negato (e su questo c’è poco da dissentire): cantare.

Ho letto sul web di accostamenti a Tom Waits. Tom Waits, signori! Qualcuno ha osato mettere sullo stesso piano la cantata ubriaca, profonda ed emozionale di uno dei più grandi cantautori del secolo coi ridicoli vocalizzi stonati, stanchi e glaciali di Awol One. Anche il grande Joe Strummer, che non era certamente Serge Gainsbourg, seppelliva i suoi limiti tecnici sotto una personalità sconfinata. Awol su cosa può contare? Personalità? Zero. Argomenti? Ancora meno. Il miscuglio di spoken word, cantato, Rap e piagnisteo che va avanti per tutte le dodici tracce di “The Landmark” è qualcosa di davvero stucchevole e se non fosse per Factor che, come già detto, si comporta discretamente in molti episodi (nulla di trascendentale, eh), forse perché meno teso alla ricerca del commerciabile – nel senso più gretto del termine – come faceva in “Owl Hours”, ci ritroveremmo a parlare di una catastrofe con pochi precedenti.

No, stavolta le colpe non sono spartite equamente e Awol One, che in “Owl Hours” sembrava volersi solo mettere alla prova (non riuscendoci), qui ha voluto esagerare, convinto di proporre la propria formula vincente. Sapete che vi dico? Non citerò neanche un pezzo, tanto si sa come va, una recensione negativa incuriosisce sempre più di una positiva e arrivati a questa riga probabilmente starete già ascoltando “Recognize Your Frienemies”. Prometto che non commenterò il loro prossimo disco – se mai ce ne sarà un altro. Soprattutto, spero di non incontrarli mai per strada…

Tracklist

Awol One & Factor – The Landmark (Fake Four Inc. 2011)

  1. Coming To Town
  2. Perfect Opposites
  3. Never Gonna Take Us Out [Feat. Ceschi]
  4. Recognize Your Frienemies
  5. The Wasp [Feat. Moka Only]
  6. Don’t Be Afraid
  7. People On Drugs
  8. Daze Go Bye [Feat. Buck 65]
  9. Rewind Yourself
  10. One Live Tape [Feat. Ahmad and Abstract Rude]
  11. Real Late
  12. Lonely Again

Beatz

All tracks produced by Factor

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