Action Bronson & Statik Selektah – Well-Done

Voto: 4

ABSSwelldone500Non sempre la quantità è sinonimo di qualità, ma va dato credito a Statik Selektah di essere un produttore instancabile e dedito alla causa, sempre alla ricerca com’è di porre in risalto tanti mc’s poco conosciuti dalla massa dando loro uno spazio giusto e meritato. Il progetto che lo unisce per l’occasione ad Action Bronson faceva ben sperare già sulla carta, in quanto i dischi dove il produttore di Boston ha meglio figurato sono sempre stati quelli nei quali il rapper da coordinare era uno solo (Termanology docet), invece di tutti quei producer album all’interno dei quali si possono sì trovare delle perle nascoste, ma pure noia e dispersività. Questa nuova accoppiata funziona quindi come si deve, le basi sono quasi tutte di alto livello ed esprimono pressoché al massimo la capacità di Statik nel coniugare bastonate di batteria a suoni melodici e morbidi, sopra ai quali Bronson, un bestione del Queen’s di origini albanesi che nella vita reale fa il cuoco, incastra tra loro rime su cibo, troie, maria e argomenti di autobiasimo in quantità paritaria.

La chimica tra i due si sente fin dall’inizio, “Respect The Mustoche” scalda per bene i motori citando polenta, carpaccio e pasta coi broccoli, mischiando tutto con varie allusioni sessuali, Action Bronson usa tutta la tecnica a sua disposizione per incidere e colpire basso senza risparmiarsi una buona dose di cinismo e freddura. Che Statik Selektah abbia di tanto in tanto l’intuizione che fa accostare la sua figura alla parola geniale è fuori da ogni dubbio quando escono sberle del calibro di “Cocoa Butter”, nella quale l’allineamento tra suoni, percussioni, cantato e flow dell’mc è semplicemente perfetto. In “Time For Some” il tutto diventa addirittura orchestrale, grazie al loop di trombe opportunamente sistemato sopra una batteria nerboruta e l’intelligente aggiunta di Lil Fame nel solo coro per lasciare così largo spazio alle rime politicamente scorrette del socio; il campione vocale preso da “How I Could Just Kill A Man” è la ciliegina sulla torta.

Le molteplici similitudini sportive – in particolare in riferimento al basket – puntano a far intendere che il periodo in cui si entra in partita dalla panchina è finito, è tempo di prendersi un minutaggio maggiore. E come non darglielo, quindi, se in cambio arrivano delle mine come “Central Bookings”, dove la sintonia con l’amico Meyhem Lauren (l’uno è sempre ospite nel disco dell’altro) fornisce un’altra hit istantanea su un beat impostato su un paio di tocchi di pianoforte e un boom-bap ad alta concentrazione di grassi (ci sta bene, vista la stazza dei due…), un’accoppiata tanto minimale quanto di spessore. Lo spasso e le continue metafore lasciano saltuariamente il palcoscenico a riflessioni sulla propria vita e non per coincidenza in quel frangente le atmosfere si fanno più cupe; “The RainMaker”, in particolare, non scorge la luce in fondo al tunnel dei vizi e dei mancati cambiamenti e il testo vede il protagonista rischiare di sprofondare nella solitudine più assoluta. Di simile tenore è pure “Not Enough Words”, esempio di come si possa creare una traccia di eccellente fattura loopando un coro e facendogli recitare il ruolo del sostegno sonoro principale.

I cali di tensione sono minimi (“Love Letter”, la latineggiante “Miss Fordham Road”, che elegge la battona più richiesta di quella strada), quindi la capacità del produttore di essere costante all’interno di un medesimo progetto è ampiamente testimoniata, il ritmo è deciso e rettilineo e la seconda parte del disco regala altri momenti positivi come “Cliff Notes” e la posse cut “Terror Death Camp”, strutturata su un sax teso proprio come la maggior parte delle rime che la compongono. “Well-Done”, altro riferimento culinario, è insomma un bel progetto che aggiunge ulteriore spessore alla reputazione di uno Statik Selektah che merita di ascendere tra i migliori produttori in circolazione e che, al tempo stesso, associa ulteriore prestigio a uno tra i rapper più sottovalutati come Action Bronson, che fin dai tempi del suo esordio ufficiale, “Dr. Lecter”, è stato frettolosamente liquidato quale semplice clone di Ghostface Killah. Se si scava più a fondo, si scoprirà molto, molto di più.

Tracklist

Action Bronson & Statik Selektah – Well-Done (DCide 2011)

  1. Respect The Mustoche
  2. Time For Some [Feat. Lil Fame]
  3. Cocoo Butter [Feat. Nina Sky]
  4. White Silk
  5. Keep Of The Grass
  6. The Stick Up
  7. Central Bookings [Feat. Meyhem Lauren]
  8. Cirque Du Soleil
  9. The RainMaker
  10. Love Letter
  11. Not Enough Words
  12. Terror Death Camp [Feat. Meyhem Lauren, Maffew Ragazino and AG Da Coroner]
  13. Miss Fordham Road (86′ 87′ 88′)
  14. Cliff Notes
  15. Bon Voyage’

Beatz

All tracks produced by Statik Selektah

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