Torae and Praise – All Praises Due

Voto: 3,5

Date una cartella di buoni beat a un buon rapper e la somma delle parti sarà (come minimo) altrettanto buona. Posto così, me ne rendo conto, l’assioma pecca un tantino di semplicismo e si espone a una sfilza di possibili eccezioni, ma è altrettanto vero che il più delle volte spendiamo un’infinità di parole (e di paroloni) per esprimere concetti che invece ne richiederebbero la metà della metà. “All Praises Due” dimostra appunto ciò, essendo uno di quei progetti capaci di svelare il proprio potenziale nello spazio ridotto di un solo, rapido assaggio.

E l’EP ci riesce, in particolare, grazie alla chimica che i due protagonisti hanno affinato in un lustro esatto, ovvero da quando Praise ha prodotto per Torae “What’s Love?” (brano inserito nel mixtape “Admission Of Guilt”), guadagnandosi di conseguenza la partecipazione sia a “Barrel Brothers” (la combo con Skyzoo) che al successivo “Entitled”; occasioni, a dirla tutta, in cui il beatmaker del Maryland ha però faticato a farsi notare – non che sia semplice competere con delle autentiche istituzioni come Dj Premier, Pete Rock, Oh No, Black Milk e Apollo Brown – a causa di uno stile rigidamente scandito da sample Soul pitchati, synth che puntellano la programmazione delle batterie e un taglio complessivo che svela palesi ascendenze nell’Hip-Hop di Detroit.

Sia dunque chiaro che, per mood e sonorità, “APD” s’inserisce nel medesimo solco, optando fin da principio per una prova muscolare cui le barre affilate di “Take Notes” – il primo estratto video – calzano come un guanto: <<line for line my grind is imprinted/I used to skip my math class to get digits/you still there waiting on who to get with it/‘cause with a co-sign in your mind I been killing>>. Il fatto è che l’mc di Coney Island attacca con vigore ogni singola rima, domando le strumentali aggressive del suo socio a suon di ottimi incastri e autocelebrazioni spittate con la dovuta convinzione: che i quattro vertici del ring siano il suo habitat naturale, nonostante i crescenti impegni in radio e davanti alle telecamere, lo confermano piccole mine quali “Start Godly” e “That’s My Word”, classiche per concezione e spinte nel verso giusto da Praise, le cui soluzioni non certo imprevedibili risultano comunque adatte allo scopo.

Nulla di eccellente, di strabiliante, di fuori dall’ordinario, ok? “All Praises Due” è un’operazione lineare, che non difetta di sbavature gravi (lo storytelling di “Reaction” è poco interessante; “Die Hard” sfuma sulla strofa finale e non ne capisco il perché) e ha il suo punto di forza nell’ortodossia, nel peso specifico di due prestazioni che promuoviamo senza riserve e che avrebbero anche le carte in regola per addentrarsi in registri di altro tipo, come lascia intendere l’introspezione di “Got It Hemmed”, ben adagiata su “She’s Only A Woman” degli O’Jays (per capirci: il campione è lo stesso di “Cose preziose”) e con un’elegante coda conclusiva composta da piano, archi e scratch.

Il tutto in ventidue minuti. Durata che in alcune circostanze può lasciare l’ascoltatore in preda al peggior languorino, tuttavia a me basta – traffico permettendo – per andare la mattina in ufficio, accompagnato da un’adeguata colonna sonora; quindi pollice su e pacca sulle spalle di entrambi.

Tracklist

Torae and Praise – All Praises Due (Internal Affairs Ent. 2018)

  1. All Praises Intro
  2. Start Godly
  3. Take Notes
  4. That’s My Word
  5. Cues
  6. Got It Hemmed
  7. Reaction
  8. Die Hard

Beatz

All tracks produced by Corey “Praise” Thomas except track #6 co-produced by Torae

Scratch

  • Dj Boogie Blind: 3, 6
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