Mud Van Tom e Hysteriack – Il lato oscuro dell’inerzia

Provare è il primo passo verso il fallimento. (Homer Simpson)

L’inerzia. La mancanza di stimoli e iniziativa. Realizzare un progetto attorno a questo concetto è senz’altro una sfida intrigante, che vale la pena provare a scoprire. “Il lato oscuro dell’inerzia” è un disco composito, difficile, caotico. Un disco uscito oltre cinque anni fa. Intervallo durante il quale è successo davvero di tutto. Limitandoci all’osservazione del panorama artistico e musicale, il meglio e il peggio convivono confusamente l’uno accanto all’altro e, nel mare magnum del web, piani temporali e spaziali si intersecano e si annullano. Tutto e subito, siamo abituati ad avere ogni oggetto del desiderio a disposizione; tutte (troppe!) le informazioni che passiamo in rapida rassegna, la musica che vogliamo, i film da vedere… Un caos generalizzato al cui interno, per un appassionato di questo genere, è sempre più difficile praticare un paziente lavorio di diggin’. Ecco perché ascoltare, oggi, “Il lato oscuro…”: perché, di questo caos, Mud Van Tom – o più semplicemente Moody, l’anti-eroe inerte alias Doc One LOVE (“Sempre i soliti 4 scheletri” e “AltroJazz EP” tra i lavori più recenti), rapper della provincia di Roma da anni attivo nel panorama underground, etichetta generica e bandiera rivendicata da Chicchessia, Chièsto’ e Stoca, termine ombrello che andrebbe ridiscusso a fondo, allo stato delle cose… – ne ha fatto il filo conduttore dell’album.

L’elemento che spicca sugli altri è il flusso di coscienza e liberazione, che dà vita a liriche ossessive, senza risparmiare niente e nessuno (<<questa è la merda che nasce nelle strade/per poi morire nelle fogne/vi aspettano gogne che non vi aspettavate/donne, nonne, mamme, sorelle, pronte?>>). Il tutto su un’atmosfera cupa e avvolgente, mai banale, frenetica e ossessiva come le liriche del nostro Moody; un vestito bizzarro ma appropriato, cucitogli addosso da Slam aka Hysteriack, one man band del collettivo Superfluido, realtà della Capitale sempre più in vista e con merito (segnalo qui il ciclo, inaugurato nel 2020, degli EP “Don’t try this at home”, confezionati col produttore Giord), che offre anche due interventi al microfono – nei panni di Franco Sottolegno – in “Yntro” e “Dyscostudicko”, il mio brano preferito.

Follia, analisi, momenti d’introspezione, realismo. Prendete tutto ciò e fatelo scivolare lentamente sul ritmo. Trasformandolo in energia positiva. E divertitevi. Sembra invitarci a fare questo Moody, a prendere il Rap come un momento felice in una vita di merda e a godercelo per quello che, essenzialmente, è: intrattenimento (<<prendi sotto braccio la semplicità/come questo sound/che piano piano se ne va/se ti va, scendi giù per strada/una bachata, una lambada/non importa, improvvisa/il silenzio ti fila, la musica ti ascolta>>). E se è vero che, nel suo essere un concept album, “Il lato oscuro dell’inerzia” andrebbe esaminato nei dettagli di ogni singola traccia, basterà ascoltarlo dall’inizio alla fine per iniziare a farsi un bel viaggio. Merito delle produzioni di Hysteriack, che riesce a sintetizzare tante atmosfere diverse e dare forma a quell’idea di caos di cui l’operazione vuol essere una rappresentazione.

Possiamo comunque individuare tre nuclei tematici principali, utili per dare un indirizzo all’insieme. Primo: la critica (e l’auto-critica) mossa contro una certa narrazione della figura del rapper, alla sua visione – e materializzazione in persone quasi vere – stereotipica, così come emerge in “Yl pupazzetto”, “OdyoMoody”, “Dyssanteria” e “Un artista ynteressante”. Secondo: qualcosa che potremmo definire, forse, follia. Sfogo, istinto; magari non c’è un termine preciso. Ma ce n’è in “DelyrIO”; nella trilogia sull’erotismo – che per l’anti-eroe dell’inerzia è sempre, in fondo, auto-erotismo – di “Erotyckudio”, “Come la mya donna” e “Hysterickudyo”; nel gusto per lo skit, elemento genuinamente Hip-Hop e qui molto presente. Terzo: l’analisi. Che è sempre auto-analisi ed è più sincera e libera perché compiuta attraverso un alter-ego mediante il quale permettersi momenti d’introspezione e sincero confronto tra la maschera e il volto. L’inerte è nudo, davanti a uno specchio. Ecco dunque “Il salyce pungente” e “Feryte nell’orologio”.

Perciò, a parte una manciata di episodi meno lucidi, un po’ forzati, forse un po’ meno folli degli altri, il disco fila liscio e penetrante. Ancora oggi. Un oggi carico di inerzia, una situazione di sospensione sulla quale il nostro Moody non smette di essere a suo agio e suonare fermamente attuale. Da ascoltare a luci spente.

Tracklist

Mud Van Tom e Hysteriack – Il lato oscuro dell’inerzia (Fat Records 2017)

  1. Yntro [Feat. Franco Sottolegno]
  2. DelyrIO (ballo sul mondo)
  3. 1225 motivy
  4. (Forse pare una) paranoya
  5. Dyssanteria [Feat. Mass1 e Ike]
  6. Un artista ynteressante
  7. Schema del delytto [Feat. Sick Damn]
  8. Yl pupazzetto
  9. Il salyce pungente [Feat. Manuel Meli]
  10. Erotyckudio
  11. Come la mya donna
  12. Hysterickudyo [Feat. Severus Deeto]
  13. Dyscostudicko [Feat. Franco Sottolegno]
  14. OdyoMoody + L’uomo e(‘) l’immondizia [Feat. Max Red]
  15. Sammertaym
  16. Feryte nell’orologio [Feat. Celibraun]
  17. Giochy d’artificio

Beatz

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