Dj Shocca – Sacrosanto

Nel corso degli anni, ascoltando e commentando un discreto numero di producer album, ci è toccato spesso rilevare una costante: il diverso impegno profuso, a seconda che si tratti del protagonista dell’operazione, ossia il beatmaker stesso, e la schiera di rapper chiamata a colmarne le strumentali. Conseguentemente, gran parte di quei titoli hanno lasciato una scia sbiadita, evanescente, realizzazioni magari di fattura adeguata e tuttavia destinate a essere dimenticate presto, scalzate da uscite dotate di ben altra sostanza – con le dovute eccezioni, è chiaro. Se negli anni novanta, ad esempio, “Fritzdacat” e “Novecinquanta” entravano con prepotenza tra i dischi di riferimento del periodo, spinti da piccoli classici quali “Neurodeliri” e “Cose preziose”, qualche anno più tardi “60 Hz” prima e “Struggle music” poi (firmato in duo con Frank Siciliano) fotografavano in maniera compiuta il risveglio della scena Hip-Hop italiana, trovando nel trevigiano Dj Shocca un protagonista centrale di quanto sarebbe venuto in seguito.

Al fianco di Mistaman, alla regia del progetto Unlimited Struggle e in una sfilza di contributi rilasciati anche al di fuori della dimensione underground, il Nostro ha anzitutto definito uno stile altamente riconoscibile, prescindendo dalla varietà di voci con le quali ha collaborato; fondamento che vale anche per “Sacrosanto”, nel quale il produttore veneto convoca un parterre de rois comprendente veterani e nomi affermati, tutti però alle prese con dei suoni che richiamano in pieno la tradizione – la durata è forse l’unica concessione agli standard moderni, ventitré minuti abbondanti contro il doppio o più di “60 Hz” e “Struggle music”. Se dovessimo spendere un giudizio sulla sola componente musicale, va da sé che avremmo di fronte una strada spianata: la sapiente selezione dei sample, le batterie sempre robuste, un gusto compositivo di grande efficacia e il generoso ricorso agli scratch perimetrano le otto tracce con un’impronta omogenea, peculiare, inossidabile; ma a decretare (o meno) il successo del lavoro nel suo insieme compartecipano in via determinante le combinazioni al microfono, tema in merito al quale esprimiamo qualche riserva.

E’ per questa ragione che – invidiando un po’ quanti riescono a proporre le loro recensioni a mezz’ora dal rilascio… – abbiamo ritenuto più serio concederci una verifica ponderata, in opposizione ai facili clamori delle prime impressioni. Ciò detto, sul buon esito di un paio di formule non è stato necessario riflettere a lungo: “Shaq & LeBron” e “Senza di te” sono le due prove migliori di “Sacrosanto”; nella prima, Ensi e Nerone – che in contemporanea pubblicavano “Brava gente” – non hanno bisogno di trovare un’intesa e, su un beat potente a dovere, fanno piovere punchline su scambi brevissimi (<<lancio le granate, vengo vis-à-vis/ti prendi cento spazzolate, zio, Melissa P/vuoi fare diss a chi? Che sei un chissà-chi/te la torniamo gonfia come Alicia Keys>>); nella seconda, invece, Mistaman e Frank Siciliano – sfiorando una réunion dei Centro13 – si lasciano ispirare dall’eleganza del sound per una love song da manuale. A proposito di sintonia, non può che essere a tenuta stagna anche quella con MadBuddy, impegnato nella traccia doppia “No survivor/La lezione”.

Fatta questa parziale distinzione, qualcosa non quadra già a partire da “90”: il brano gioca sul confronto generazionale (<<quando avevamo i denti non c’è stato mai il pane/allora dei perdenti, ora leggende urbane>>), azzardando l’inedita combo Kaos/Emis Killa (reduce dal sopravvalutatissimo “Effetto notte”); e che dire? A nostro avviso, per gusto personale, non funziona, così come avvertiamo una stonatura nel duplice registro che anima “Sembrava impossibile”, coi Sottotono in pieno mood Area Cronica e tale Sissi a fare la Jasmine del tempo (vabbè…), meccanismo nel quale la partecipazione di Gemitaiz è quindi un’evitabile aggiunta. Il discorso potrebbe prendere un’altra piega grazie a “Full effect”, senonché tra la solita strofa maiuscola del Danno (<<la mia gente ancora in fissa per il Rap, tagga con il fat/si fomenta quando suonano Griselda ai set/ancora gira per la strada con in tasca i marker/e preferisce Sean Price a Shawn Carter>>) e la solita strofa di Egreen, il divario si palesa senza sconti.

Infine, essendo la scaletta ridotta, completiamo il resoconto con un appunto senza lodi né infamie per “Vera struggle”, episodio nel quale Mostro e Mattak hanno la sola sfortuna di vedersi assegnato un ritornello cantato da Ghemon, e l’ennesimo dubbio riguardante una – chiamiamola così – disparità di fotta perfino troppo evidente nell’abbinamento di “Il resto è storia”, con Nitro che, al contrario di Inoki, sgancia il pilota automatico e condivide i ricordi della sua adolescenza da appassionato di Hip-Hop. Senza volerlo, eccoci dunque tornati al punto di partenza (che sappiamo essere banale): la sintesi di “Sacrosanto” risiede infatti in questa disarmonia, un’andatura poco rettilinea nella resa delle molteplici performance e del loro intersecarsi, nonostante Roc B fornisca come di consueto una cartella di assoluta qualità.

Non abbastanza, a opinione di chi scrive, per rimanere nel tempo – come supposto altrove. La carriera artistica di Matteo Bernacchi si riassume da sé, con o senza “Sacrosanto”; che non ne è la ciliegina sulla torta, non apre o chiude cicli e non ribalta paradigmi. Fatevene un’idea, sarà a prescindere quella giusta.

Tracklist

Dj Shocca – Sacrosanto (Sony Music Entertainment 2023)

  1. Shaq & LeBron [Feat. Ensi e Nerone]
  2. 90 [Feat. Kaos e Emis Killa]
  3. Sembrava impossibile [Feat. Sottotono, Sissi e Gemitaiz]
  4. Full effect [Feat. Egreen e Danno]
  5. Vera struggle [Feat. Mostro, Ghemon e Mattak]
  6. Senza di te [Feat. Mistaman e Frank Siciliano]
  7. Il resto è storia [Feat. Inoki e Nitro]
  8. No survivor/La lezione [Feat. MadBuddy]

Beatz

Tutte le produzioni di Dj Shocca aka Roc Beats tranne la traccia #3 di Dj Shocca aka Roc Beats e Big Fish

Scratch

Tutti gli scratches di Dj Shocca aka Roc Beats