Cali e Aleaka – La malattia

Al giorno d’oggi, definire un concept per un album è un’operazione non estremamente semplice: è necessario allineare una copertina di un determinato tipo a un titolo altrettanto specifico, aggiungendo un modo di approcciarsi al Rap chiaro, netto e carico di peculiarità che, guarda caso, sono piuttosto rare, ma soprattutto bisogna saper amalgamare tutto a dovere per creare un progetto realmente originale e che non risulti un’accozzaglia di idee palesemente distaccate l’una dall’altra e lanciate in un disco senza alcuna cognizione di causa. “La malattia”, di Cali e Aleaka, riesce in questo difficile intento e propone qualcosa che suona fresco e trae pregi della propria unicità, non tanto dai singoli elementi che lo compongono quanto dal loro risultato; a partire appunto dal titolo solido e che rimane facilmente impresso, passando per il taglio grafico decisamente adatto al mood del disco, fino alle qualità dell’mc in questione: Cali.

Cali ha un tono di voce che conferisce alla sua musica la connotazione di cui lui ha bisogno, cui peraltro abbina una metrica che prevede accelerazioni e rallentamenti che suonano da sussulto all’interno di ogni brano; ma è a livello lirico che si configura la dimensione che dona il fattore x a questo progetto, perché è come se Cali costruisse un dualismo, un dualismo palesemente sbilanciato, alternando tantissimi momenti in cui il flusso di pensieri dell’artista investe la strumentale lasciando l’ascoltatore interdetto le prime, le seconde e anche le terze volte in cui ciò accade, e altri rari momenti freddissimi per lucidità analitica. In generale, comunque, ogni parola suona criptica, nascosta in uno scrigno che nasconde quella successiva, che a sua volta nasconderà quella dopo e così via, fino a farci impazzire completamente o ad amare visceralmente tutto ciò. La comprensione dei testi richiede, oltre che apertura mentale, una discreta quantità di pazienza, siamo di fronte al disco che cresce con gli ascolti per antonomasia, che è forse anche il motivo per cui il lavoro non ha avuto lo spazio che meritava.

Al di là di questo dato, ad ogni modo, la cosa che più stupisce di “La malattia” è la complementarità tra chi produce e chi fa il Rap; e forse complementarità è proprio il termine che meglio rimanda al disco, Aleaka si adatta perfettamente allo stile di Cali e la titletrack è francamente un brano che lascia uno strano effetto: a memoria, rarissime volte una strumentale ha collaborato a tal punto nel creare quanto ricercato dall’mc e infatti nell’artwork spiccano i nomi di entrambi, suggellando una collaborazione che procede in entrambi i sensi. Dualismo e complementarità possono essere notati anche a inizio e fine di diverse tracce, quando Cali si defila e lascia che il produttore metta in mostra le sue doti, beatmaker di assoluta caratura con suoni moderni che a tratti accarezzano la Trap, come accade spesso negli ultimi tempi.

Tirando le somme, ma lasciandovi il piacere di scoprirne i dettagli, “La malattia” è forse un disco per pochissimi, tant’è che ammetto di non essere sicuro di aver potuto apprezzare e fare mia anche solo la metà delle idee che vi sono racchiuse. Di una cosa, però, ci si può sentir sicuri: ha ragione Cali. Anzi, hanno ragione sia Cali che Aleaka.

Tracklist

Cali e Aleaka – La malattia (Unlimited Struggle Recordings 2014)

  1. Il terzo occhio [Feat. Killa Cali]
  2. Tentativi
  3. Per non restare solo
  4. La malattia (open act)
  5. Per crescere
  6. Il mio messia [Feat. Nex Cassel]
  7. Dentro al viaggio
  8. Venezia [Feat. Soul David]
  9. Scappa
  10. La malattia (final act)
  11. Aldilà del muro
  12. Un bambino indaco e i cerchi nel grano [Feat. Frank Siciliano]

Beatz

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Michele Garribba

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