Aleaka e AZOT1 – The hate chronicles 2

Impressioni digressive:
<<non dico il vero, perché il vero non esiste>>;
<<ma amo ‘sta merda così tanto che non posso pensare di lasciarla a loro>>.

“The hate chronicles 2”. Contro l’arbitrarietà di ogni discorso considerato vero a prescindere e per un odio sano contro tutte le imposizioni dall’alto, AZOT1 e Aleaka tornano – dodici anni dopo – con le loro cronache dall’oscurità del suono più sporco e impuro, dritto nei vostri impianti. Dal blu profondo della depressione senza uscita, un disco inquieto e inquietante che infrange il muro delle rassicuranti ballate estive e ci trascina nell’autunno, cupo e violento, di questa precisa fase storica.

E’ tutto molto criptico, labirintico e malinconico, nelle liriche e nelle atmosfere di “THC2”. Non ci sono spiragli di luce né suoni cotonati o cantati brillanti. E’ odio pieno, il cui senso si riverbera, traccia dopo traccia, nell’ascoltatore, trascinato nel mondo del duo. Un mondo che riecheggia sì la nuova wave di Griselda & affiliati/accoliti (a volte, neppure di rado, pedissequi imitatori), ma c’è soprattutto l’influenza di suoni freddi e asettici alla Cannibal Ox, alla Gangrene…

Di brano in brano – quasi tutti monostrofa e rappati a tappeto – la disillusione attuale pervade e rimbomba. L’odio – perché, in fondo, non ci resta che l’odio, quando tutto finisce; ben diverso dall’ozio, anche se a distanziarli, foneticamente, c’è solo una consonante. L’odio non è fine a se stesso, ma è la trama chiara del progetto, ciò che ci muove e ci fa sentire soli. E disperati. E la disperazione viene resa in maniera esemplare, emozionante. E’ dunque impossibile parlare di “THC2”, ovvero farlo in quella maniera canonica che si vorrebbe il modo opportuno per esprimersi a proposito di un disco. Perché quello stesso disco trascina altrove.

I beat di Aleaka – in splendida forma – hanno condotto oltre il sottoscritto. Hanno trasmesso il loro odio: obiettivo raggiunto. E per me, che ero un po’ a digiuno dei due artisti, è stata una piacevole scoperta. Nel loro mondo cupo, da scenario apocalittico, c’è tanto da assorbire (<<mi sembra di invecchiare più velocemente, mentre i giorni passano più lentamente…>>). C’è di sicuro una prospettiva da condividere, per apprezzare. La prospettiva di chi si ritrova al massimo delle proprie energie psicofisiche e artistiche, in un periodo che offre il minimo delle possibilità di realizzazione. Le cronache dell’odio di AZOT1 e Aleaka rappresentano una condizione comune, offrono uno spazio di comprensione a chi non (si) comprende e cova odio, nel buio della propria stanza. E’ la versione peggiore del sé, che viene fuori perché è necessario che esca. Mentre il resto la nasconde.

Le cronache dei dimenticati, di chi non ha rappresentanza, di chi si sente sempre fuori posto. Di chi non può permettersi una bella immagine, una vetrina comoda. Di chi non ha speranze, né sogni, né amore. “The hate chronicles 2” è un disco notturno e buio. In linea coi tempi che viviamo, dei quali mira a essere un manifesto. Giacché <<stare bene è un algoritmo complesso>>. Di seguito la tracklist e qui tutti i link: non serve altro, se non prepararsi alla scarica d’odio senza temerla.

Tracklist

Aleaka e AZOT1 – The hate chronicles 2 (Gold Leaves Academy 2023)

  1. Damanhur
  2. Boltzmann brain
  3. Gatto nel cervello
  4. La catarsi al contrario
  5. L’invidioso
  6. Austin
  7. Le macchine
  8. Senza odio
  9. High rise
  10. Farisei

Beatz

Tutte le produzioni di Aleaka

Scratch

  • Dj Rockdrive: 1
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Zeffiro B