Snowgoons – Goon Bap

Voto: 4

C’era una volta questa figata pazzesca, il producer album, i cui prototipi rappresentavano un qualcosa di colossale e pressoché inedito che i nostri tempi tecnologicamente avanzati hanno mutato in una spesso noiosa consuetudine, nel senso che oramai chiunque sappia mettere in piedi un minimo numero di beat riesce ad attrarre l’mc di turno, il suo amico e anche l’amico dell’amico. Come in ogni situazione – fortunatamente – esistono però le dovute eccezioni e gli Snowgoons hanno senza dubbio operato con l’obiettivo di non cadere nella trappola della facile etichettatura, dando per scontato che la solita formuletta funzioni sempre e comunque, bensì trovando secondo un modo del tutto personale la metodologia corretta per restare originali in un campo dove l’unione tra talenti underground e beat possenti risulta essere un’attività non solo rodata, ma addirittura abusata.

Com’è dunque possibile riuscire a distinguersi partendo da premesse restrittive come queste? Come evitare che l’opinione pubblica Hip-Hop possa sostenere che dischi di questo genere siano tutti uguali, non contengano concept di sorta e che le loro metodologie realizzative siano giunte a uno stato vicino al plagio? La risposta del team di produttori europei di maggior successo asseconda la loro stessa attitudine, arriva forte, chiara e senza inutili fronzoli, proprio come un diretto nello stomaco, sfornando in primis un allestimento musicale da contraerea e mostrando nel contempo interessanti segni di raggiunta maturità rispetto al percorso artistico passato, organizzando al meglio l’organico degli mc’s a disposizione, quindi mischiando opportunamente le carte fino a rappresentare ogni tappa fondamentale dell’Hip-Hop dagli anni novanta in poi, aggiungendovi la consueta dose di personaggi in rampa di lancio e nuove leve dotate della competenza sufficiente per presenziare nell’operazione.

La soluzione del puzzle è sostanzialmente tutta qui, racchiusa in un progetto che sa regalare coesione e coerenza, ogni ospite esegue la sua sfilata calcando idealmente lo stesso palco, mentre Dj Illegal, Det Gunner, Sicknature e J.S. Kuster premono i bottoni dei loro generatori di suoni inquadrando correttamente la personalità dei singoli artisti senza compromettere troppo l’estrazione tipica del sound marchiato Snowgoons. “Goon Bap”, contrariamente ad altri prodotti simili, è difatti un conglomerato unico e continuo, i pezzi sono ben sequenziati cambiando il ritmo quando serve al fine di preservare la varietà, infilando un sample esaltante dietro l’altro, proponendo la tipica potenza cavalleresca della crew senza tuttavia limitarsi a questa, raggiungendo una pasta melodica da non sottovalutare.

Per quanto dedito possa essere alla causa del boom bap tradizionale, l’album non commette l’errore di riservare alla golden age un omaggio troppo fine a se stesso: non mancano certo passaggi illustri e citazioni, chiaro, ma l’intento di realizzare un disco che ricrei determinate sensazioni senza suonare vetusto ci pare assolutamente centrato. Fa dunque piacere che episodi del livello di “The Nineties Are Back” restino più o meno isolati nel quadro complessivo dell’operazione e non ne costituiscano l’ossatura, la passerella di veterani di mille battaglie è un attestato dell’appeal che gli Snowgoons sono riusciti a trasmettere nei confronti di tutti, ivi comprendendo gli oramai onnipresenti Onyx, il pluri-decorato Omar Credle, il sempreverde Dres e l’eternamente consistente Ras Kass, solo alcuni dei nomi che la traccia appena menzionata riunisce sotto lo stesso tetto scandendo ogni rima con un drum beat noto ai diversamente giovani (Comptons Most Wanted, “Growin’ Up In The Hood”), mentre per il resto abbiamo una più che apprezzata esibizione dei due Artifacts, pronti ad interagire come se il tempo non fosse mai passato nella valida “All City Kingz”, e la clamorosa riesumazione – il termine cozza a puntino – dei Flatlinerz, meteora horrorcore assente dalle scene da un paio di decadi, la cui “Give Me Room” abbina loro un beat più che adeguato al tema, carico della stessa tensione che si proverebbe a restare soli di notte in un cimitero.

Il coordinamento degli accostamenti tra artisti secondo le loro propensioni rappresenta una delle chiavi principali dell’album, alimentata da un comparto musicale che bastona senza pietà. Eccellente l’idea di piazzare nel medesimo pezzo due assi della punchline come Diabolic e il sempre venerabile Chino XL, il quale esibisce un flow vorticoso e una dizione perfetta su un beat che gaserebbe anche il più amorfo degli ascoltatori (“Team Death Match” è peraltro un titolo adorabile per scenari di questo tipo…); più che idoneo è trovare appaiati Reef The Lost Cauze e Sicknature nel primo, vero pezzo dell’album, intenti a raccontare le prime cotte per l’Hip-Hop; molto interessante è l’esibizione di un Locksmith che continua imperterrito a cementare a suon di tecnicismi il suo status di rapper tra i più intriganti del momento, che nella melodica “Problems” si fa accompagnare da un Rite Hook in duplice veste di mc e autore del ritornello cantato.

Alcuni particolari spotlight sono invece riservati a singoli protagonisti o gruppi. E’ il caso di Chris Rivers, certamente meritevole del palcoscenico solitario in “Keep Runnin”, che oltre a distinguersi per l’azzeccato taglio del coro testimonia la notevole elasticità del suo flow e la capacità di gestione delle sillabe, oppure del motivatissimo Passionate MC, che aggredisce ogni linea con competenza in “Chyper God”, ottima poi ci pare anche la prestazione complessiva degli Epidemic – in particolare di Hex One – in “Tight Team”, graziata inoltre da un basso killer e da uno spettacolare sample di trombe. Da ricordare pure anche quanto offerto dai Dilated Peoples al gran completo (c’è anche Babu dietro ai piatti!) e dai Doppelgangaz, con EP e Matter Ov Fact a proporre la loro elasticità verbale mentre fiati ed archi si rincorrono delineando le stesse note; emotivamente forte, infine, è la chiusura opportunamente lasciata al mai dimenticato Pumpkinhead, che offre consigli ed esperienza a chiunque desideri avventurarsi nell’irto mondo musicale con la sua conosciuta perizia lirica.

Vero che l’ultimo quarto di un disco piuttosto corposo riservi piccoli momenti di stanca, viene ad esempio in mente una “New Kidz On The Block” piuttosto incolore nel beat e scontata nel Rap (Token sembra un imitatore di Eminem), e che vi sono momenti d’imperfezione che si sarebbero potuti evitare scegliendo una sezione ritmica differente per la più che buona “It’s A Queens Thing” (il sample è quello di “Hell On Earth” riproposto alla pari) o rivedendo l’interpretazione metrica di “Solid Gold Guns”, un beat perfetto per le qualità di Conway, ma sopra al quale nessuno dei protagonisti riesce ad evitare di andare fuori tempo almeno una volta.

Vero anche, tuttavia, che non si tratta di nulla che riesca ad interrompere il grande senso di continuità dell’album, uno di quelli che appena terminato fa venire il desiderio di ricominciare subito tutto il percorso da capo; valutare difatti “Goon Bap” come una mera risultanza nell’addizione tra beat ciccioni e liriche ad alto voltaggio prive di profondità concettuale ci pare un grosso errore di superficialità; per come la vediamo noi, potrebbe trattarsi di uno dei migliori dischi che gli Snowgoons abbiano mai realizzato.

Tracklist

Snowgoons – Goon Bap (Goon Musick Records 2016)

  1. Kick, Snare & Hi-Hats Intro [Feat. Dj Premier and Royce Da 5’9”]
  2. Goon Bap [Feat. Reef The Lost Cauze and Sicknature]
  3. The 90’s Are Back [Feat. O.C., DoItAll, UG, Sticky Fingaz, Dres, Nine, Sonny Seeza, Ras Kass and Psycho Les]
  4. All City Kingz [Feat. Artifacts]
  5. Team Death Match [Feat. Diabolic, Chino XL, Lil Fame, Fredro Starr and Justin Tyme]
  6. Keep Runnin [Feat. Chris Rivers]
  7. Problems [Feat. Locksmith, Skrewtape and Rite Hook]
  8. Way Ahead [Feat. Dilated Peoples]
  9. I Reminisce [Feat. Intell, Sean Strange and Method Man]
  10. Steady Cloakin [Feat. Doppelgangaz]
  11. We Won’t Die [Feat. Sicknature and Sean Strange]
  12. It’s A Queens Thing [Feat. Infamous Mobb]
  13. Cypher God [Feat. Passionate MC]
  14. Solid Gold Guns [Feat. Conway The Machine, Banish, Supreme Cerebral and Recognize Ali]
  15. Know What You’re Facing [Feat. Killah Priest, Slaine and Aspects]
  16. Give Me Room [Feat. Flatlinerz]
  17. Tight Team [Feat. Epidemic]
  18. New Kidz On The Blok [Feat. Token, TJ Brown, Intell, Big Kurt and Merkules]
  19. Freedom [Feat. Sicknature, Snak The Ripper and Block McCloud]
  20. Killaz Supreme [Feat. Ghostface Killah, Ill Bill, Aspects and Sick Jacken]
  21. My Advice [Feat. Pumpkinhead aka PH]

Beatz

All tracks produced by Snowgoons

Scratch

  • Dj Sixkay: 1, 15
  • Dj Illegal: 2
  • Dj XRated: 4
  • Dj Crypt: 5, 20
  • Dj Babu: 8
  • Dj Danetic: 12, 17
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