ScHoolboy Q – Blank Face LP
E’ esattamente il disco che avrei voluto realizzare agli albori della mia carriera è un concetto più profondo e personale rispetto al didascalico è il mio album migliore! che nove rapper su dieci sono soliti pronunciare di default, fra un sorriso e l’altro, durante i boriosi salottini promozionali che popolano le loro agende nei giorni precedenti la data cerchiata sul calendario. ScHoolboy Q era ben cosciente della pressione: essere considerato lo yang di Kendrick Lamar e ritrovarsi a dover colmare le aspettative incompiute (con tanto d’interessi), anche a causa di quello stesso alter ego colpevole di aver inaugurato la fase 2.0 della Top Dawg Entertainment con la propria opera magna. Aspettative rimaste in sospeso dalla vigilia di “Oxymoron”, che dopo un gustoso boccone iniziale (ricordo bene l’entusiasmo dopo i primissimi ascolti) finiva per lasciare sul palato quel retrogusto tipico delle pietanze che si raffreddano quando il piatto è ancora pieno.
A distanza di settimane, “Blank Face LP” continua invece puntualmente a scottare la lingua di chi si immerge nella sua gloriosa essenza. Gloriosa non in virtù dei trascorsi criminali di Q nelle gerarchie dei 52 Hoover Street Crips, che costituiscono buona parte delle pagine sulle quali sono vergate le rime del disco, quanto per l’estetica e lo stile profusi nel disegnarne le atmosfere. “Ride Out” è puro gangbanging: Sounwave stende la tela, avvolgente e vischiosa, mentre ScHoolboy Q e un Vince Staples ai limiti dell’autocombustione (<<Long Beach ain’t shit like me/since Tray Dee and DPG/I went and got a brunir on the day they murdered Baby D>>) inchiostrano le vignette col pigmento bluastro nativo di Hoover Street e Ramona Park, plasmando i lineamenti di una California dal clima distopico e intriso di violenza. <<Ride out, get smoke/re-up, get dough/g’s up, hoes blow/freeze up, eyes closed>>; il ritornello condensa tutta la maturazione stilistica di Q, che si esprime tirando in faccia all’ascoltatore una manciata di Polaroid invece di affidare le proprie novelle a una più classica linearità narrativa. Assai poco scolastiche, nella propria espressività, sono anche le highlights “Groovy Tony/Eddie Kane” e “John Muir”, brano quest’ultimo che esalta la musicalità del flow di Q. La prima è un sinistro duetto con Jadakiss, il cui timbro abrasivo si affranca a mo’ di cerniera al beat corrosivo di Taebeast, che si tramuta improvvisamente (spoiler: la suddetta transizione genera ingenti secrezioni di adrenalina) in uno scatenato assolo; la seconda è invece una sessione di stile libero dai contorni vagamente Blues che riporta alla luce i ricordi di un ragazzino la cui innocenza ha iniziato a sgretolarsi con qualche anno di anticipo rispetto alla media (<<I was thirteen with my mothafuckin’ heat, y’all/nigga caught cases tryna take your fuckin’ screen off>>).
In “By Any Means” la retrospettiva si fa più distesa mentre ScHoolboy veste i panni del conscious gangsta, spostando per un attimo la lente d’ingrandimento dal cosa al perché di determinate scelte adolescenziali (<<get yours, get yours, get yours, by any means>>), che forse è un poco eufemistico definire tali considerato il contesto. Il beat nostalgico, fra i più riusciti dell’album, è un arido intreccio di bassi vibranti e vocalizzi in sottofondo, griffato da un ritornello contagioso nella sua essenzialità, sempre più una specialità della casa. “Str8 Ballin” e “Neva Change”, suadente tête-à-tête con la first lady del cartello TDE, mantengono il momentum socialmente impegnato, sollevando in una nitida serie di scatti pulp tutta l’incertezza legata al futuro della propria comunità, sia sulla strada (<<you see them lights get behind us/they pull me out for my priors/won’t let me freeze ‘fore they fire/you say that footage a liar>>) che lontano dalla stessa (<<the teachers ain’t teachin’, the judge taught us numbers>>).
Alla lista bisogna poi aggiungere “Torch”, la cupa “Dope Dealer” con lo storico padrino di Vallejo, il singolo “That Part” (che personalmente, con tutto il rispetto per Kanye e il suo ingombrante ego, avrei però sostituito con quel gran pezzo di remix targato Black Hippy) e la titletrack con Anderson .Paak; tutti brani a sé stanti in termini stilistici ma fedeli all’estetica della propria effigie. “Blank Face LP” non è solo l’album con cui Q avrebbe voluto esordire, è pure quello che molti avrebbero voluto ascoltare nel 2014, quando inserirono “Oxymoron” nei propri lettori. L’atteso seguito sulla parabola di “Habits & Contradictions”, che permette di spuntare nel curriculum del musicista l’ambita casellina dell’album che conta, quello che ti garantisce un posto sui libri di storia, mettendo le future generazioni in condizione di poter dire: è lui!
In merito a chi fosse il Michael Jordan in casa Top Dawg non ci sono mai stati dubbi. Finalmente, con “Blank Face LP”, anche la canotta numero #33 è stata ufficialmente assegnata. E ora avanti il prossimo…
Tracklist
ScHoolboy Q – Blank Face LP (Top Dawg Entertainment/Interscope Records 2016)
- Torch
- Lord Have Mercy
- That Part [Feat. Kanye West]
- Groovy Tony/Eddie Kane [Feat. Jadakiss]
- Kno Ya Wrong [Feat. Lance Skiiiwalker]
- Ride Out [Feat. Vince Staples]
- Whateva U Want [Feat. Candice Pillay]
- By Any Means
- Dope Dealer [Feat. E-40]
- John Muir
- Big Body [Feat. Tha Dogg Pound]
- Neva Change [Feat. SZA]
- Str8 Ballin
- Black Thoughts
- Blank Face [Feat. Anderson .Paak]
- Overtime [Feat. Miguel and Justine Skye]
- Tookie Knows II [Feat. Traffic and FT]
Beatz
- Nez & Rio and Sounwave: 1
- Swizz Beatz: 2
- Cardo, Yex and CuBeatz with the additional production by Sounwave: 3
- Taebeast and Dem Jointz: 4
- The Alchemist and J. LBS: 5
- Sounwave: 6
- Taebeast: 7
- Cardo and Yex: 8
- Metro Boomin and Southside: 9
- Sounwave: 10
- Tyler, The Creator: 11
- Dj Dahi and Larrance Dopson: 12
- Nez & Rio: 13, 17
- Willie B: 14
- Sounwave and Tony Russell: 15
- Cardo, Yex and Frank Dukes: 16
li9uidsnake
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