Ghostface Killah – Apollo Kids
Ghostface Killah è senz’altro l’mc più prolifico del Wu-Tang Clan: “Apollo Kids” (titolo estrapolato da un brano di “Supreme Clientele”) esce dopo otto album solisti, uno in compagnia di Method Man e Raekwon, cinque sotto il logo stilizzato della fenice e un elenco interminabile di apparizioni; a maggior ragione stupisce dunque il clamoroso silenzio che ha anticipato e seguito la sua pubblicazione, strategia (se così possiamo definirla) del tutto opposta rispetto a quella adottata per “Wu-Massacre”. Al tempo stesso, il nostro Tony Starks è anche l’mc di casa Wu che più di tutti ha saputo coniugare l’indole underground del Clan alla ricerca di un seguito significativamente ampio, centrando quote di vendita oggi poco probabili con “Ironman” e “Supreme Clientele” (rispettivamente oltre il milione, cioè platino, e il mezzo milione, marchiato con l’oro).
“Apollo Kids”, dodici tracce senza interludi di sorta per quaranta minuti quasi esatti, riporta Ghost alle vecchie abitudini dopo l’inconcludente passo falso di “Ghostdini Wizard Of Poetry In Emerald City” e sigla la sua performance migliore dai tempi di “Fishscale”, preparatevi quindi alla tradizionale scorpacciata di Soul e Funk (abbiamo ad esempio “He’s A Superstar” di Roy Ayers, “Together” degli Intruders, “Woman Of The Ghetto” di Marlena Shaw e altri sample riconoscibilissimi), alle ambientazioni fuorilegge e un po’ pittoresche di tanti racconti, alla collaborazione di diversi mc’s provenienti o meno dalle fila del Wu-Tang. Il voto numerico, come avrete già notato, non raggiunge comunque cifre vertiginose, il percorso è infatti punteggiato da qualche prova non molto entusiasmante (“Drama” e “Starkology” sono i due punti più bassi del disco), featuring improponibili (per un Busta Rhymes in forma, tocca sorbirsi The Game e Jim Jones qui inascoltabili) e una comprensibile difficoltà nel non ripetersi (mi verrebbe da aggiungere che l’acronimo GK posto al centro della grafica ha una curiosa somiglianza con quello di Paperinik…).
Fatta la conta dei difetti (marginali), restano i pregi, primo fra tutti la capacità di sapersi scegliere ottimi beat. Stupisce, in particolare, la tripletta del semisconosciuto Frank Dukes (presente su “Arts & Entertainment” e “The Brick: Bodega Chronicles”), che in “Purified Thoughts” strizza l’occhio al vecchio RZA (loop di basso e voce tratto da “Am I A Good Man”), poi scava nella produzione bollywoodiana (“Black Tequila”) e infine si affida alla chitarra acida di “I’m Alive” (“In Tha Park”); seguono Shroom (non lasciatevi ingannare dalla prima impressione di “Superstar”), un impeccabile Pete Rock, tale Anthony Acid e l’egregia chiusura di Jake One. Inutile dire che Ghostface Killah, coi suoi quarant’anni suonati, dimostri una solidità lirica immutata, a ciò si aggiunga il contributo puntuale dei soliti noti (Cappadonna, Raekwon, Method Man, Killah Priest, U-God; GZA sembra invece un po’ appannato) e di un bravissimo Black Thought, tasselli di un insieme che difficilmente riuscirà a proiettarsi nella storia, tuttavia si lascia ascoltare con gran piacere.
Tracklist
Ghostface Killah – Apollo Kids (Def Jam Recordings 2010)
- Purified Thoughts [Feat. GZA and Killah Priest]
- Superstar [Feat. Busta Rhymes]
- Black Tequila [Feat. Cappadonna and Trife]
- Drama [Feat. Joell Ortiz and The Game]
- 2getha Baby
- Starkology
- In Tha Park [Feat. Black Thought]
- How You Like Me Baby
- Handcuffin’ Them Hoes [Feat. Jim Jones]
- Street Bullies [Feat. Sheek Louch, Wiggs and Sun God]
- Ghetto [Feat. Raekwon, Cappadonna and U-God]
- Troublemakers [Feat. Raekwon, Method Man and Redman]
Beatz
- Frank Dukes: 1, 3, 7
- Shroom: 2
- Sean C and LV: 4
- Yakub: 5
- Scram Jones: 6
- Pete Rock: 8
- Chino Maurice: 9
- Big Mizza: 10
- Anthony Acid: 11
- Jake One: 12