Santiago – Diamante

SantiagoDiamante500Santiago era stato chiamato a confermare il talento cristallino sprigionato in “Ghiaccio e magma”, che vedeva alternarsi violenza lirica, lucida riflessione ed episodi più lisergici. L’artista pugliese lascia tuttavia subito spiazzato l’ascoltatore, proponendo un album diverso dal precedente, meno peculiare ma indiscutibilmente ancor più personale e sentito: “Diamante”. Marco si interfaccia questa volta in modo più filosofico, rivelando quale escamotage lirico la sospensione del giudizio: a fungere da Virgilio nell’esplorazione del disco è senza alcun dubbio il faro poco illuminato della continua interrogazione, la frastornata realtà che un ragazzo di quest’età si trova, per forza di cose, a vivere e interpretare con le esigue verità che è riuscito a racimolare; verità che, ad intervalli regolari, si rivelano degli incubi quando assumono – momentaneamente o meno – la forma contraria: il dubbio.

Inizialmente ci si affida ai ricordi, come in “Amarcord”, prima traccia di “Diamante” a seguito dell’intro e subitaneo svelamento del tema centrale dell’intero progetto: l’amore e le sue manifestazioni; successivamente, però, Santiago si slaccia da qualsiasi forma empirica che non faccia chiaro riferimento al presente e pone sul piedistallo delle proprie tematiche un paradosso, esprimendo come unica certezza l’incertezza massima. Spiazza, in buona parte del disco, la semplicità con il quale vengono descritte situazioni d’ogni sorta, dalle più ingarbugliate a quelle più spensierate, lasciando emergere lo spirito che muove l’mc e che, talvolta con un celato egocentrismo, permette all’ascoltare di percepire molto chiaramente lo sforzo che egli stesso ha attuato, nell’arco di una vita, per discernere il giusto dallo sbagliato: da queste basi nasce probabilmente “Placebo”, in compagnia di Primo Brown, traccia che assurge a figura di riassunto riguardo l’autoreferenzialità che l’artista è riuscito a praticare, a partire dalla rabbia e dalla riscoperta di un’identità impegnata, ad eccezione di quest’episodio, più nel mettere in difficoltà l’uomo che nel guidarlo.

Ciononostante, all’interno di “Diamante” vanno sottolineati dei passaggi nei quali Santiago rimane liricamente ancorato a un destinatario forse troppo specifico, compromettendo, seppur raramente, la possibilità di estrinsecare un messaggio netto, non necessariamente influenzato da episodi dai quali, per forza di cose, l’ascoltatore è estraneo. Al di là di tale dialettica, comunque, il tema cardine di “Diamante”, ispirato dal cantautorato italiano e già identificato nell’amore, viene descritto in modo particolare da Santiago, il quale preferisce concentrarsi su aspetti delicati, sfumati, evitando di trattare la tematica in maniera semplicistica ed eccessivamente sdolcinata, così da distinguersi da un filone musicale che abbiamo imparato a conoscere e disprezzare per la sua sfrontata monotonia; paradigma di ciò è ovviamente “Accanto a te sarei”, traccia, come accennato, incentrata sull’evidenza delle difficoltà nei rapporti sentimentali. Dal punto di vista strettamente musicale, invece, Santiago compie un miracolo, pur affidandosi infatti esclusivamente alle produzioni dei Retrohandz (escludendo una strumentale a cura di Big Fish) riesce a creare un prodotto dissimile da “Ghiaccio e magma”, presentando anche ritornelli più melodici che permettono al disco di scostarsi agevolmente da una stretta matrice Hip-Hop – in modo però sempre convincente.

Che Santiago rappresenti una grande realtà nel panorama musicale nostrano è fuori luogo, la diffusione della sua musica, tuttavia, rimane ancora un piccolo tabù.

Tracklist

Santiago – Diamante (Forty Riot 2014)

  1. Diamante
  2. Amarcord
  3. Come un respiro dopo l’apnea
  4. Rondine
  5. Chi è la nuova superstar?
  6. Spartacus
  7. Accanto a te sarei
  8. Placebo [Feat. Primo Brown]
  9. Sotto la pelle
  10. L’antidoto e il veleno
  11. Anni luce (parallele forme d’amore)

Beatz

Tutte le produzioni di Retrohandz tranne la traccia #7 di Fish

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Michele Garribba

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