Killah Priest – Priesthood

Voto: 3

Killah Priest è al suo terzo album solista. Da punta di diamante del Wu-Tang Clan allargato, si è di fatto ritrovato, tacitamente, gradualmente e apparentemente senza alcun motivo, a essere sbattuto fuori dalla mega crew. Già col suo secondo album, “View From Masada”, rimanemmo tutti stupiti dall’assoluta assenza del Clan, nonché dei Sunz Of Man; problemi di case discografiche e contratti, si pensò, visto che l’album era uscito per la MCA. Sta di fatto che appena un anno dopo, senza alcun tipo di promozione, esce questo “Priesthood” e, cosa ancor più inaspettata, il Nostro si rivolge a un’etichetta indipendente, la Proverbs Music fondata dallo stesso Priest. Il risultato è un album che segna di sicuro un piccolo miglioramento rispetto al precedente, sia perché ritroviamo un mc in buona forma, sia perché le produzioni sono mediamente ascoltabili senza mai scadere in episodi deprimenti come i due terzi delle tracce di “…Masada”.

Ai beat figurano ancora una volta nomi nuovi: Nirocist fa il grosso del lavoro, seguito dai vari Luminati, Nastee e Ascended Masters. Lo stile è piuttosto classico, con beat semplici e un ampio uso di sample. Interessante la traccia iniziale incorporata nell’intro, “Blackball Me”, suono fresco, ritmi giamaicani e voce camuffata per Killah Priest (oddio, penso sia lui…). Da segnalare la presenza di Ras Kass, Kurupt e Canibus (che insieme a Killah Priest formano i 4 Horsemen) in “Horsemen Talk” e il ritorno dei Maccabees aka Rose Cartel in “Thug Revelations” – confermando quindi delle collaborazioni a questo punto per nulla casuali. Le tracce migliori sono però quelle in cui Killah Priest opta per la via solista: da brivido la seconda strofa in “My Hood”, perfetta “Madness”, che ricorda molto le atmosfere di “Heavy Mental”, ottima la chiusura dell’album con la celestiale “Theme Song”.

Gran parte degli altri brani vengono parzialmente rovinati dai brutti ritornelli, laddove sarebbe bastato lasciar proseguire Killah Priest strofa dopo strofa per ottenere dei risultati sicuramente migliori. E’ il caso di “Come With Me”, della stessa “My Hood”, di “Witness The King” e di “Heat Of The Moment”. Per finire, segnaliamo un paio di episodi che meritano ancora una menzione: “C U When I Get There”, momento sentimentale in stile Ghostface Killah/Raekwon in cui il ricordo è rivolto a chi non c’è più, e “Places Where Pharaohs Go”, un viaggio mentale registrato secondo gli schemi di “Heavy Mental”.

In definitiva, “Priesthood” costituisce senz’altro un gradito ritorno per i vecchi fan di Killah Priest, i quali troveranno atmosfere molto più vicine ai suoi lavori iniziali di quanto non accadesse in “View From Masada”. Per gli altri, invece, si tratta solo di un album nella media come tanti.

Tracklist

Killah Priest – Priesthood (Proverbs Music 2001)

  1. Intro (Blackball Me)
  2. Madness
  3. My Hood
  4. Horsemen Talk [Feat. 4 Horsemen]
  5. Come With Me [Feat. George Clinton]
  6. Royal Priesthood
  7. Crime Stories (Interlude)
  8. Witness The King
  9. Heat Of The Moment
  10. C U When I Get There
  11. The One [Feat. George Clinton]
  12. Thug Revelations [Feat. Maccabees]
  13. My Life
  14. Places Where Pharaohs Go (Interlude)
  15. The Law [Feat. Luminati]
  16. Theme Song

Beatz

  • Luminati: 1, 10, 13
  • Nirocist: 2, 4, 8, 9, 11, 16
  • Nastee: 3, 5
  • Pedrom: 6
  • Ascended Masters and Nirocist: 7
  • Daddy Rose: 12
  • Killah Priest: 14
  • Ascended Masters: 15
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