Gravediggaz – 6 Feet Deep

Voto: 5

Mommy, what’s a gravedigga? Partiamo appunto da questa semplice domanda: cos’è un gravedigga? O meglio, chi sono i Gravediggaz? I Gravediggaz sono un super gruppo nato (guarda caso) a New York e composto da un quartetto di mc’s e produttori di altissimo profilo. Signore e signori, ecco a voi: The Rzarecta aka Prince Rakeem, The Undertaker aka Prince Paul, The Grym Reaper aka Too Poetic, The Gatekeeper aka Fruitkwan. Inutile che vi spieghi chi siano i primi due, se siete finiti su RapManiacZ dovreste conoscere bene sia RZA che Prince Paul; quanto ai secondi due, sappiate che Fruitkwan faceva parte degli Stetsasonic (assieme a Prince Paul) e Too Poetic formava, insieme al fratello, i Brothers Grym (che sta per ghetto repaired young man), ma è indubbiamente con “6 Feet Deep” che entrambi hanno raggiunto la notorietà e, molto probabilmente, l’apice della loro carriera artistica.

L’album in oggetto è stato pubblicato in due versioni differenti, una destinata al mercato statunitense e l’altra a quello europeo, intitolata “Niggamortis” e contenente una traccia in più: “Pass The Shovel” (noi in basso facciamo riferimento alla tracklist dell’edizione USA, ma sappiate che quest’ultima è la nona traccia – ovvero è posta al centro esatto – dell’altra). Quasi tutte le tracce sono prodotte da Prince Paul e questo è senz’altro uno dei motivi principali della grandezza dell’album: il nostro The Undertaker, al secolo Paul Huston, è sempre stato un mago nel conferire ai suoi progetti quell’atmosfera particolare che lega le tracce l’una all’altra, compresi intro, outro e skit (di cui è un vero e proprio specialista grazie all’originalità e all’ironia che lo contraddistinguono). L’atmosfera horror/gotica che ha reso “6 Feet Deep” una pietra angolare del cosiddetto horrorcore è appunto il frutto delle sue geniali intuizioni, ma non gli sono da meno le rime macabre e al tempo stesso bizzarre dei rapper, Paul compreso.

Sotto lo strato superficiale dei versi si cela un gioco il cui fine è quello di scavare tra le paure più recondite dell’animo per riportare in vita chiunque sia morto (mentalmente). “6 Feet Deep” non è infatti un album immediato, da assaggio veloce; se tocca ascoltarlo più volte per goderne in pieno delle sonorità, occorre il doppio o il triplo del tempo per entrare bene in sintonia con le liriche. La traccia che colpisce tutti al primo impatto – per fare un esempio – è di certo “1-800 Suicide”, con una base stupenda e delle barre da brividi quali <<I’m the Rzarecta, be my sacrafice/commit suicide and I’ll bring you back to life>> o la rassicurante conclusione <<there’s no need to cry… ‘Cause we all die>>. Come detto, superato l’ostacolo “6 Feet Deep” è però da gustare in tutti i suoi cinquanta e più minuti di durata, da “Constant Elevation” a “Detective Trip”, da “2 Cups Of Blood” a “1-800 Suicide”, da “Diary Of A Madman” a “Graveyard Chamber”.

Non vi resta che fare di tutto per procurarvi “6 Feet Deep” (è ammesso anche vendere l’anima al Diavolo) e prepararvi ai suoi antri scuri e minacciosi; danger, danger, danger, danger, enter the graveyard chamber… UUAAARGH!!!

Tracklist

Gravediggaz – 6 Feet Deep (Gee Street Records 1994)

  1. Just When You Thought It Was Over (Intro)
  2. Constant Elevation
  3. Nowhere To Run, Nowhere To Hide
  4. Detective Trip (Trippin’)
  5. 2 Cups Of Blood
  6. Blood Brothers
  7. 360 Questions (Interlude)
  8. 1-800 Suicide
  9. Diary Of A Madman [Featuring Scientific Shabazz and Killah Priest]
  10. Mommy, What’s A Gravedigga?
  11. Bang Your Head
  12. Here Comes The Gravediggaz
  13. Graveyard Chamber [Featuring Scientific Shabazz, Killah Priest and Dreddy Kruger]
  14. Deathtrap
  15. 6 Feet Deep
  16. Rest In Peace (Outro)

Beatz

  • Prince Paul: 1, 2, 3, 4, 5, 7, 8, 10, 11, 14, 16
  • The Gatekeeper: 6
  • RNS, The RZA and Prince Paul: 9
  • Mr. Sime: 12
  • The RZA: 13
  • The RZA and Gravediggaz: 15
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