Fabri Fibra – Controcultura

Fabri Fibra è un fenomeno nazionale. Probabilmente il primo del nuovo millennio – Mondo Marcio, che ne ha preceduto cronologicamente la notorietà, non ha avuto la fortuna (?) di godere di un successo tanto solido e duraturo – a portare l’attenzione delle masse del pubblico mainstream sul Rap italiano, con tutti i pro e i contro che ne sono conseguiti. Oggi, i rapper firmano contratti, vanno a TRL, appaiono in programmi televisivi popolari, vengono intervistati e recensiti da testate assolutamente non dedicate agli addetti ai lavori del Rap. Tutto ciò ha, forse inevitabilmente, forse in seguito a logiche economiche che si potrebbero evitare o perlomeno correggere con una diversa morale del fare arte, portato a un abbassamento del livello qualitativo della scrittura. Chi lo nega, o è fazioso o ha dei disturbi all’udito. Oppure non capisce un’acca di Rap, come succede nella maggior parte dei casi.

Fibra incarna meglio di chiunque altro questa logica: chi conosce i suoi primi lavori non avrà bisogno che si ricordi quanto il livello tecnico del signor Tarducci fosse elevato nella fase della sua carriera antecedente al successo, ai tempi di “Turbe giovanili” e degli Uomini di Mare. Con l’avvento del duemilasei, la pubblicazione di “Tradimento” e l’uscita dall’underground, dove pure godeva di un nome di rilievo, il rapper si è fossilizzato sul personaggio misantropo, asociale e autolesionista che aveva (anche abilmente) costruito, dimenticandosi che, nel Rap, non si va da nessuna parte senza una solida proposta tecnica. Se la scrittura schizofrenica e i temi sadici potevano essere provocatori al primo disco, non possono diventare la regola di un artista. In “Controcultura”, invece, la suggestione – se così possiamo chiamarla – delle tracce è affidata a versi piatti e rime scontate, a temi triti e ritriti, a immagini affiancate senza connessione logica. Anche la parte che Fibra ama tanto impersonare, quella da sociopatico misogino e bovarista, risulta alla lunga noiosa e insapore.

“Controcultura” è solo l’ennesimo capitolo di una serie di dischi caratterizzati da suoni beceri e sgraziati, un comparto tecnico inesistente e un’assillante cascata di luoghi comuni sulla società e sull’Italia che rende la critica di Fibra talmente retorica e qualunquista da risultare completamente inoffensiva. Riguardo le collaborazioni, poi: è inspiegabile il connubio con Dargen (che in realtà, nella sua strofa, non è niente male), mentre risulta più logico quello con Marracash, che resta comunque al di sopra delle capacità espresse dal protagonista del disco (ma penso che di ben pochi rapper si potrebbe affermare il contrario). Ogni speranza di un ritorno ai tecnicismi all’ultimo sangue degli esordi sembra persa (non che fosse sensato crederci): ancora più triste, però, è l’evidenza che è a questo tipo di figure che viene associata l’idea comune di Rap italiano, con tutto il discredito e i fraintendimenti che ne derivano.

Tracklist

Fabri Fibra – Controcultura (Universal Music Italia 2010)

  1. 6791
  2. Escort
  3. Double trouble
  4. + –
  5. Spara al Diavolo
  6. Controcultura
  7. Vip in trip
  8. Qualcuno normale [Feat. Marracash]
  9. Insensibile [Feat. Dargen D’Amico]
  10. Tranne te
  11. Non potete capire
  12. 3 parole
  13. Rivelazione
  14. Troppo famoso [Feat. Entics]
  15. Le donne
  16. In alto
  17. La fretta

Beatz

  • Crookers: 1
  • JFK: 2
  • Amadeus: 3, 12, 15
  • The Buchanans: 4, 5
  • Fyre Dept: 6, 7, 16
  • Jorfida: 8, 9
  • Dot Da Genius: 10, 17
  • Medeline: 11
  • Fish e Marco Zangirolami: 13, 14
  • Dj Nais: 18

Scratch

  • Dj Double S: 18
The following two tabs change content below.

Riccardo Orlandi

Ultimi post di Riccardo Orlandi (vedi tutti)