Dj Rude One – ONEderful

Voto: 4

Non me ne vogliate, ma ci sono cose che a New York hanno sempre saputo fare meglio rispetto a qualsiasi altro luogo: l’arte di arrangiarsi, utilizzando le briciole per imbandire un’intera tavolata della quale i commensali mai smetteranno di parlare negli anni a venire. Una tradizione che “ONEderful”, sottovoce, resuscita, riportando le lancette del Rap al modus operandi di un’epoca in cui l’essenzialità costituiva l’inchiostro stesso col quale la storia era solita scrivere sulle pagine del proprio diario.

Se vivi a Brooklyn, volente o nolente, certe cose le impari – anzi, finisci per assorbirle direttamente dall’ambiente circostante. In pratica per osmosi. Ed è un po’ quanto accaduto a Dj Rude One, trapiantato dalla città ventosa ma con un genoma musicale mutato in vero purosangue dei cinque Boroughs, che in “ONEderful” tratteggia una spirale di grigi nella quale non è l’assenza di colore a risaltare quanto piuttosto l’enfasi donata al contrasto tra gli elementi che la compongono. Spartana ed essenziale, ma sempre pulita nel taglio, la struttura degli arrangiamenti proposti da R.O. pone quasi sempre gli ospiti nelle condizioni di poter dare il meglio di sé.

E parliamo di personaggi che, meriti tecnici a parte, non hanno mai dovuto contare su alcuna luce riflessa per poter brillare. Sulle raggelanti note in ebano e avorio di “Andre Drummond”, Conway The Machine si sbrana con foga da terza cerchia i fake mc’s, fantocci per eccellenza del tiro a segno verbale, sfoderando un carisma misurabile in potenze di dieci. Your Old Droog si gioca la carta del ginnasta percorrendo il lieve uptempo di “Mr. Goodbar” a suon di acrobazie, mentre Jeremiah Jae sciorina una suadente cantilena a la Lex Diamond, lasciando respirare il beat atmosferico di “Street Scenes”. E, a tal proposito, non potete immaginare quanto mi piacerebbe sapere cosa ne pensa l’illustre Abbott di quella tagliente sventagliata di piano che, a parere del sottoscritto, emana sentori Shaolin d’annata molto più di quanto non riescano a fare i sessantasei minuti di “A Better Tomorrow”. Spazio infine anche al glaciale aplomb di Roc Marciano, chiamato in causa per compilare i suoi “Murder Paragraphs” sguainando il suo letale slang.

Due sole sono invece le increspature che smuovono la placida uniformità di “ONEderful”, generando però risultati opposti. Se da un lato, infatti, l’esuberanza del coacervo di synth e tastiere di “Tyrannosaurus eX”, pur spostando le lancette indietro di qualche decennio e abbozzando uno scenario sci-fi simil anni ‘80, mantiene le temperature dell’ascolto nello spettro dei blu e asseconda a dovere Mr. Muthafuckin eXquire, lo stesso purtroppo non si può dire di “Supreme Trunks”, che finisce per allacciare fra loro le stringhe al flow di Westside Gunn, impossibilitato nell’esprimersi sui livelli che abbiamo potuto apprezzare nell’ottimo “FLYGOD”. Una grande occasione sprecata.

Una scaletta ridotta, la durata media dei brani fissata sui due minuti (il replay value di alcuni pezzi è elevatissimo) e l’uniformità del tessuto musicale completano l’offerta di “ONEderful”, che in poco più di una ventina di minuti certifica le ottime qualità di Rude One dimostrando che i complimenti dei vari Preemo e G. Rap che si possono udire nell’intro non sono un tentativo di vendere acqua del rubinetto in bottiglia (cit. Q-Tip). Insomma, un po’ di ego sì, senza dubbio, ma senza alcun inganno.

Tracklist

Dj Rude One – ONEderful (Closed Sessions 2016)

  1. Introduction
  2. Andre Drummond [Feat. Conway The Machine]
  3. Mr. Goodbar [Feat. Your Old Droog]
  4. Murder Paragraphs [Feat. Roc Marciano]
  5. Supreme Trunks [Feat. Westside Gunn]
  6. 1,000 Dutches [Feat. Shirt]
  7. Tyrannosaurus eX [Feat. Mr. Muthafuckin eXquire]
  8. Street Scenes [Feat. Jeremiah Jae]
  9. Triple Black Benz [Feat. Roc Marciano]
  10. Cop Hell 2016 [Feat. J-Zone and Chief Chinchilla]

Beatz

All tracks produced by Dj Rude One

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