Apollo Kids – Apollo Kids

Lo diciamo in partenza: “Apollo Kids” è un ottimo esordio per il terzetto trentino composto da Tommy Touch e Big House al microfono, supportati da Menevolt alle macchine, un disco – o meglio un progetto – dal corposo e apolide background. Oltre a ragione sociale e copertina (opera di Esa, intestatario anche della traccia numero dieci), troviamo infatti citazioni, dirette o indirette, indirizzate a Danno, Nas, Wu-Tang Clan, Sean Price, Griselda Records, Pete Rock, Conway, KRS-One, Lou X e via discorrendo, il tutto immerso in strumentali essenzialmente boom bap, rotonde e ben farcite di sample e scratch.

La forza di questo lavoro sta quindi nel suonare datato ma attuale, con ingredienti e location tanto atipici quanto semplici e d’impatto (<<Prosecco check, Campari check/questi veri tools per del gran Rap/siamo il nuovo classico, ma d’avanguardia/il nuovo nella tradizione/Apollo Kids nello stereo crea reazione/decanto vino sul divano e ascolto Roc Marciano/più bassi, bpm/più noi vi seviziamo>>il primo estratto “Prosecio”). Freschezza accentuata dall’attitudine irriverente e anarchica che gli Apollo riversano in tutte le tredici tracce, con barre buttate giù in scioltezza e senza regole (<<cazzo vuoi te e tutte le menate del web/a noi non ce n’è mai fottuto un cazzo/hai le rime, dille, non ce l’hai, vaffanculo/non pensare che io sappia/urlavo vaffanculo, pompavo doppia acca>>“Barbaforte freestyle”), sempre con forte spirito di squadra (<<ci riconosci al volo/questa è una staffetta e non corro da solo/guardo avanti e non mi guardo indietro per lo schifo/barre immortali, punto dritto dritto all’infinito>>“Don’t talk”).

Come inevitabile sparring partner la scena attuale, alla quale i Kids contrappongono coerenza (<<di mollare non c’ho pensato una volta, never/me ne convinco ad ogni ascolto di “Wu-Tang Forever”>> nella griseldiana “Gunshower/Graduated”), passione e solidi capisaldi (<<sono il king del niente/fanculo allo scettro, fanculo al berretto e ai dj set raccontati/coerente sempre, pompo ancora “Illmatic”/…/promuoviamo l’Hip-Hop, fanatismo/ne abbiamo pieno il cazzo di te, scusa il francesismo/’sta roba vive ancora in strada e non si tocca>>“Captain Morgan freestyle”; e <<per non parlare del tuo mito rapper preferito/scrive bene ed è un poeta, allora scriva un libro/io mi pulisco il culo con i suoi aforismi/il Rap è altro, ascolta un po’ di “Biscuits”>>“590”).

Nel match contro i tempi moderni parte poi anche qualche colpo diretto verso personaggi dal successo tanto imponente quanto effimero e, auspichiamo, temporaneo (<<chiudo strofe facile come layup/il tuo Rap è stupido come Laïoung/fanculo a ‘sti babbani con le Trap songs/…/io chiedo sempre il massimo e non mi accontento/ho imparato l’educazione disubbidendo/…/la gente non ha più gusto, è ignorante/pompiamo l’Hip-Hop giusto e ignorante>>“Layup”; e <<fanculo ad ogni mossa commerciale/che se Charlie Charles è king, allora sono un davanzale>> – ancora “590”).

La crew trentina non propone però un dissing banale e di facciata, cosa assai frequente al giorno d’oggi; semplicemente racconta la cruda e sincera verità, come sintetizzato alla perfezione dal featuring di Drimer in “Pasta al pesto whippin’ freestyle”: <<non ti piace il Rap, ti piace fare la fila/alle jam non dovrebbe entrare chi abbia mai chiamato rapper Briga/non sono dissing, sono facts, punto e basta/tu chiedimi cos’è il Rap, io ti metto in play sta traccia/è chiaro che da certa roba la mia si distanzia/perché sfanculare una Cultura è un attimo in Italia>>.

Gli Apollo Kids hanno palle e soprattutto mezzi per proporre l’Hip-Hop, quello vero, quello per il quale l’importante è il come a prescindere dal cosa (<<niente pezzi ad argomento, tanto è lo stesso/tramando leggi e conoscenze in ogni mio testo>>) e la competizione non è autoaffermazione, ma semplicemente un’occasione per confrontarsi e crescere (<<l’unica regola qui è spaccare/ma se prevale l’ego è irregolare/…/tu stai bello calmo a idolatrare i tuoi miti/mentre i tempi del va bene tutto son finiti/me ne sbatto il cazzo se non verremo capiti/…/parlano solo i fatti, questi non lo sanno/fanno coca e Rap e non hanno mai visto un grammo/…/vi lascio le spade, io sto sugli scudi/pollo, curry e menta e medito tra ‘sti profumi>>“Zacapa 23”).

In anni in cui l’Hip-Hop ha perso i suoi lineamenti originari assumendo, nella migliore delle ipotesi, connotati meticci, dischi come questo hanno un doppio valore perché, oltre a suonare bene, riaffermano con decisione l’importanza di origini, fondamenta e, ci piace poterlo ripetere, attitudine. Cinque bello alto e fragoroso per gli Apollo Kids!

Tracklist

Apollo Kids – Apollo Kids (Botswana Records 2019)

  1. Don’t talk (outro)
  2. Captain Morgan freestyle
  3. Bastoni [Feat. Ares Adami]
  4. Layup
  5. 590
  6. Prosecio
  7. Pasta al pesto whippin’ freestyle [Feat. Drimer]
  8. Gunshower/Graduated
  9. Memories [Feat. AZOT1]
  10. Francesco Cellamaro ’96
  11. Barbaforte freestyle [Feat. Iakka]
  12. Zacapa 23
  13. Realtà con torta (intro)

Beatz

Tutte le produzioni di Menevolt

Scratch

  • Dj Magno: 5
  • Dj Pedro: 11
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Gabriele Bacchilega

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