Stig Of The Dump – Kubrick

Voto: 3,5

StigOfTheDumpKubrickFino a qualche settimana fa non avevo alcuna idea di chi fosse Stig Of The Dump: mai sentito il nome, né una rima o un featuring (e quindi mi ero perso anche “Braindead” con R.A. The Rugged Man, che guarda caso ha in curriculum una certa “Stanley Kubrick”) prima di curiosare nella discografia della Lewis Recordings, cioè la label di Edan. Durante l’esplorazione, l’occhio mi è caduto subito su una combinazione cover più titolo – “Kubrick” e la stazione orbitante di “2001: A Space Odyssey” – che non poteva lasciarmi indifferente, tant’è che in quattro e quattr’otto ho dato uno sguardo a qualche video sul tubo e recuperato quello che poi ho appreso essere il quarto progetto solista (tra album ed EP) dell’mc. A proposito, SOTD è Steve Dixon, originario di Newcastle, battle rapper abbastanza noto in patria, voce bella piena, un nitido accento british, bianco, fisico asciutto alla Action Bronson, in giro sui palchi da inizio duemila – e con questo facciamo che ve l’ho presentato.

A parte l’artwork, il simpatico video della titletrack e l’omaggio a “2001” di “End Credits”, “Kubrick” con Stanley Kubrick non c’entra proprio nulla – e poco importa, perché riuscire a tradurre l’immaginario del regista in un concept efficace è pressoché utopico; le undici tracce della tracklist, comprensive di un paio di skit e per una durata complessiva che sfiora i quaranta minuti, sono piuttosto un bilanciato binomio di ego tripping (in prevalenza nel segmento introduttivo) e introspezione (nel prosieguo) il cui dato comune risiede nella solida cifra stilistica dell’mcing. Dal risveglio a suon di splif – meglio, di zoot (“Standard Procedure”) – alla pugilistica “Bom-ba-dang-diggy-iggy”, passando per le consuete ambizioni artistiche di “King Grizzly”, si arriva infatti alla più riflessiva “All In Blind”, la quale ammorbidisce quel tanto che basta l’ignoranza lirica e prepara il terreno ai brani seguenti. Qui Stig Of The Dump ci racconta di relazioni giunte al termine (“She”) e stati d’animo caratterizzati da umanissime fragilità (“Broken”), individuando nelle proprie passioni e – di nuovo – in qualche tiro ben aspirato la soluzione a qualsiasi malessere (“Kubrick”: <<Hitchcock with the vertigo effect/the subject is clear and I’m just fucking with the depth/perceptions are deceptive like the feelings in my chest/I’m depressed but tryna change how that manifests>>). Di strabiliante non è che ci sia molto, ma per qualità e riuscita complessive possiamo dirci soddisfatti quanto basta (oltre che emotivamente coinvolti nei passaggi meno cazzari), tanto più considerando il potenziale non trascurabile della componente musicale.

Ancora, però, mi tocca riconoscere una certa impreparazione di fronte alla lista dei beatmaker (britannici pure loro, presumo): dei sei, Jehst è il più coinvolto – non a caso figura come produttore esecutivo di “Kubrick” – e convince in ciascuna apparizione, si tratti di timbriche spigolose (“King Grizzly”), sinuose (“All In Blind”) o decisamente morbide (“She”); seguono Bagul (pollice su per il tocco un po’ Glitch di “Standard Procedure”), Pierre Green (apprezziamo anche i synth robusti di “Bom-ba-dang-diggy-iggy”), Wayne Ross (ottima scelta del sample in “Broken”), infine Ade Firth (gli tocca solo un interludio). Altre due note positive sono la presenza degli scratch e un gusto posizionato a metà strada tra suoni classici e moderni, senza mai deviare verso Grime (trovandoci nel Regno Unito non stupirebbe affatto) o Trap.

Come s’intuisce, siamo parecchio distanti dal capolavoro e il voto numerico esprime appunto un cauto invito a tentare un ascolto esplorativo, fermo restando che di sbavature vere e proprie ne ho contate davvero pochine (strano, per dire, che le due intermission spezzino un tantino il ritmo iniziale invece che distribuire con equità i momenti interlocutori) e questo mi sembra comunque un buon segnale. A voi verificare se ho ragione.

Tracklist

Stig Of The Dump – Kubrick (Lewis Recordings 2015)

  1. Standard Procedure
  2. Bom-ba-dang-diggy-iggy
  3. First Intermission [Feat. Confucius MC]
  4. King Grizzly [Feat. Micall Parknsun]
  5. Second Intermission
  6. All In Blind
  7. What A Life
  8. She [Feat. Rag’n’Bone Man]
  9. Broken
  10. Kubrick [Feat. Jehst]
  11. End Credits

Beatz

  • Bagul: 1
  • Pierre Green: 2
  • Ade Firth: 3
  • Jehst: 4, 5, 6, 8, 10, 11
  • Bagul with the additional production by Pete Cannon and Jehst: 7
  • Wayne Ross: 9

Scratch

  • Dj Ideal: 1
  • Mr Thing: 5, 6