Pusha T – It’s Almost Dry

Voto: 4,5

<<This Pyrex talks, but I’m the ventriloquist>>. La premessa perfetta per addentrarci tra le nuance di It’s Almost Dry ce la fornisce, in presa diretta, lo stesso Pusha T. Risparmiando così a noi quella che sarebbe stata una tediosa ma altrettanto necessaria apologia della sua arte. <<Just so you remember who you dealin’ with>>; proseguendo con le citazioni.

Un filo di contorno, però, concedeteci di ricamarlo in ogni caso. La carta d’identità di Pusha, alla voce data di nascita, reca l’anno domini 1977. Ergo, 45 anni fa. Dall’immissione sul mercato di quel potentissimo alcaloide che era “Daytona” ne sono trascorsi quattro. Dai tempi di “Grindin’”, che lo mise sulla mappa in compagnia del fratello maggiore Malice, ben venti. Ma Pusha T non sembra avere alcuna data di scadenza. E così la sua formula. Sempre più raffinata, quello sì, ma identica nei punti cardinali che la orientano. Con quella cocaina che più che essere un’allegoria è oramai una vera e propria figura retorica a sé stante. E con, come dicevamo poco sopra, un’unica variabile che possiamo riassumere – sfruttando l’ennesima citazione – in: <<yesterday’s price is not today’s price>>.

Prima ancora di premere play, già troviamo il titolo a giocare su un doppio binario, emanando i sentori di quella stessa filosofia. “It’s Almost Dry” è un disco che capitalizza l’essenza brillante del suo predecessore. La grande intuizione di Kanye West fu in quell’occasione quella di dare ascolto al passato e affilare campionatori e sequencer, andando a scarnificare fino all’osso le sue composizioni. Qui accade lo stesso; ma stavolta il lavoro di taglia e cuci se lo dividono parimenti Ye e Pharrell Williams, il padre putativo – musicalmente parlando – di Pusha e il primo ad avere quella stessa, grande intuizione con i Clipse. E, per il gusto di chi ama tracciare bilanci, è proprio su quest’ultimo asse che il coke Rap del minore dei fratelli Thornton finisce per incamerare più luce e non celare così nessuno dei suoi carati.

“Brambleton è subito così: scheletrica e fulgente. Dietro alla sua consuetudine cromatica troviamo però uno dei rari episodi in cui, strofinando il Pyrex bollente, il nostro non fa emergere singoli frammenti ma una pagina intera del suo diario (e limitiamo gli spoiler alla sola: <<who knew our dynasty would end up a Jay/Dame thing?>>). A Pusha, l’abbiamo capito da tempo, non serve avere un grande arredamento sui suoi beat. Call My Bluff e Open Air esprimono quella medesima pennellata. Soverchiamente minimali; ma non chiamatele spartane. L’impressione costante è, al contrario, quella di avere milioni di dollari che fluiscono attraverso i nostri timpani.

Sfarzo e lusso, come in fondo si addice a un rapper che, in ossequio all’estetica delle sue liriche, ha sempre puntato più alle copertine di GQ e Forbes che a quella di XXL. E, in tal senso, l’impronta di Kanye poteva forse essere da meno? Specialmente nella sua versione pure vintage, con Diet Coke (cucinata a quattro mani con 88-Keys e risalente effettivamente al 2004), che il flow di Pusha T puntella con precisione chirurgica (<<Missy was our only misdemeanor/Nike box hold a hundred thou’ with no insoles, uh/the crack era was such a Black era/how many still standin’ reflectin’ in that mirror?>>), e Dreamin Of The Past, dove le strofe à la “The Games We Play” riescono ad amalgamarsi naturalmente alla voce accelerata di Donny Hathaway, chiamata a fare da spina dorsale al pezzo.

Il massimo dell’opulenza – e torniamo a scomodare la metà più geniale dei Neptunes – lo si raggiunge però nella glaciale Neck & Wrist, in duetto con Jay-Z. Paradossalmente, invece, l’episodio più debole in assoluto è anche l’unico in cui i due produttori hanno condiviso lo studio: Rock N Roll. E, per concludere, abbiamo lasciato il boccone più prelibato. Let The Smokers Shine The Coupes. Quella che ribalta gli schemi. Beat, strofe, flow: semplicemente eccellente. Che è un po’ la piega che sta prendendo l’intera discografia di questo signore qua…

Tracklist

Pusha T – It’s Almost Dry (G.O.O.D. Music/Def Jam Recordings 2022)

  1. Brambleton
  2. Let The Smokers Shine The Coupes
  3. Dreamin Of The Past [Feat. Kanye West]
  4. Neck & Wrist [Feat. Jay-Z and Pharrell Williams]
  5. Just So You Remember
  6. Diet Coke
  7. Rock N Roll [Feat. Kid Cudi and Kanye West]
  8. Call My Bluff
  9. Scrape It Off [Feat. Don Toliver and Lil Uzi Vert]
  10. Hear Me Clearly [Feat. Nigo]
  11. Open Air
  12. I Pray For You [Feat. No Malice and Labrinth]

Beatz

  • Pharrell Williams: 1, 4, 8, 9, 11
  • Pharrell Williams and Ojivolta: 2
  • Kanye West: 3
  • BoogzDaBeast, Kanye West and FNZ: 5
  • 88-Keys and Kanye West: 6
  • Pharrell Williams, Kanye West and Ojivolta: 7
  • BoogzDaBeast and Kanye West with the co-production by Luca Starz and the additional production by ThaMyind: 10
  • Kanye West and Labrinth: 12
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