Fat Joe Da Gangsta – Represent
South Bronx, NYC, anno del Signore 1993. Dai bassifondi della Grande Mela un ragazzone di origini caraibiche, cresciuto nelle case popolari tra criminalità e bullismo (recitando più la parte del carnefice che della vittima…), esordisce nella fervente scena musicale locale con un disco che lascerà il suo piccolo segno nella storia dell’Hip-Hop. L’album in questione è “Represent” e il suo autore è Joseph Antonio Cartagena aka Fat Joe (ai tempi conosciuto con lo pseudonimo di Fat Joe Da Gangsta). Sicuramente anche ai profani del genere il nome non suonerà nuovo: stiamo parlando di un artista che è stato per anni ai vertici del mainstream mondiale, i cui singoli hanno occupato a lungo i primi posti delle classifiche di ascolti (“Lean Back” su tutti) e il cui faccione è comparso anche sul grande schermo (“Scary Movie 3”) e in un videogame (“Def Jam Fight For New York”). Ma, prima di tutto ciò, prima della fama, dei soldi, dei diss a 50 Cent e delle tamarrate con Lil Wayne e simili, Fat Joe ha tirato fuori dal cilindro alcune perle che meritano di essere conosciute a fondo.
Una di queste è senza dubbio il suo album di debutto: un gioiello grezzamente lavorato da un artigiano di strada, magari esposto su una bancarella nei pressi di una stazione della metropolitana e intarsiato da gemme preziose. Sì, credo che questa possa essere una metafora calzante per poter descrivere al meglio “Represent”. Il passato (nemmeno troppo remoto) da bullo emerge pienamente nei brani e li marchia indelebilmente: flow aggressivo, liriche dirette e spocchiose, attitudine da battaglia e una leadership tale da mascherare alcune carenze a livello di argomenti. Le tematiche, infatti, non brillano certo per originalità e varietà: gangsterismi e autocelebrazioni sono i due nodi centrali del progetto. Ma il fatto di essere un mc liricamente monodimensionale non ha impedito al Nostro di sfornare pezzi memorabili: da “Flow Joe” (singolo che ha lanciato il disco) ad “Another Wild Nigger From The Bronx” (essendo un ispanico, può permettersi di definirsi un nigga), da “Livin’ Fat” (vero e proprio inno alla sua stazza non certo da peso mosca) a “Get On Up” (beat molto funkettoso confezionato da Diamond D e la voce del re James Brown loopata per il ritornello), passando per “Bad Bad Man” e “I Got This In A Smash”; non è invece possibile, a mio avviso, trovare una singola traccia skippabile.
Il nostro è in splendida forma, non c’è che dire, ma è anche aiutato da un cast di supporto di grandissimo livello. Le produzioni sono affidate quasi esclusivamente a membri della crew D.I.T.C.: Lord Finesse e Showbiz, rispettivamente con uno e due beat a testa, più Diamond che se ne prende ben sette. A questi si aggiungono Chilly Dee ma soprattutto i Beatnuts, che realizzano un tappeto fantastico per “The Shit Is Real“. Se quindi alle macchine possiamo dire di essere in buone mani, basti dare uno sguardo rapido a chi affianca Joe al microfono – spiccano i nomi di Kool G Rap, Grand Puba, Apache e ancora Diamond – per capire che addirittura siamo in una botte di ferro, anzi di acciao inox. Puba e Diamond portano il loro contributo nella stilosa “Watch The Sound” (<<it’s the God and I still bag chicks/make the girls feel hot, be like a faggot with a bag of dicks>>; ecco, consiglio per i neofiti: se cercate il politicamente corretto in tema di omosessualità, inutile bussare in casa Brand Nubian), ma il top è raggiunto in “You Must Be Out Of Your Fuckin’ Mind”: Fat Joe e Apache (requiescat in pace) sono grandiosi al micro, Diamond produce un beat incendiario, ma tutto viene spazzato via dalla potenza di Kool G; potrei proseguire per ore a descrivere la sua strofa, il modo in cui entra sul beat, gli incastri lirici, il flow da orgasmo, ma forse tutto può essere riassunto in una sola parola: strapotere.
Non mi sembra necessario aggiungere altro, immagino abbiate capito tutti che si tratta di un disco da avere, una vera pietra miliare del genere che tanto amiamo. L’ascolto è dunque vivamente consigliato a tutti; ma forse il primo che farebbe bene a inserirlo di nuovo nello stereo è proprio il nostro buon vecchio Joseph: meno ass shaking, più head banging, please.
Tracklist
Fat Joe Da Gangsta – Represent (Relativity Records 1993)
- A Word To Da Wise
- Livin’ Fat
- My Man Ski
- Bad Bad Man
- Watch The Sound [Feat. Grand Puba and Diamond D]
- Flow Joe
- Da Fat Gangsta
- Shorty Gotta Fat Ass
- The Shit Is Real
- You Must Be Out Of Your Fuckin’ Mind [Feat. Kool G Rap and Apache]
- I Got This In A Smash
- Another Wild Nigger From The Bronx [Feat. Gismo, Kieth Kieth and King Sun]
- Get On Up
- I’m A Hit That
Beatz
- Lord Finesse: 2
- Diamond D: 4, 5, 6, 7, 8, 10, 13
- The Beatnuts: 9
- Showbiz: 11, 14
- Chilly Dee: 12
Scratch
- Dj Rock Raider: 4
- Dj Rob Swift: 6, 9, 14
Blond Dee
Ultimi post di Blond Dee (vedi tutti)
- Il Turco – Rap’autore - 10 Febbraio 2017
- Zampa – Il richiamo della foresta - 23 Luglio 2016
- Mic Geronimo – The Natural - 7 Giugno 2016