Dj Muggs, Madlib and Meyhem Lauren – Champagne For Breakfast

Voto: 4 + +

L’intenzione era quella di avviare il discorso – come faccio sovente – mettendo in ordine gli impegni più recenti del trio che, se occorresse un moniker, potremmo chiamare , per giungere così a una potenziale ricostruzione delle diverse fasi che hanno condotto alla realizzazione di “Champagne For Breakfast”; rimedio in breve: Dj Muggs è reduce da un filotto clamoroso di uscite, a cominciare da quel “Gems From The Equinox” che lo vedeva proprio al fianco di Meyhem Lauren, il quale ha invece dosato con strategica parsimonia le sue apparizioni, rilasciando nel pieno della scorsa estate l’ottimo “Black Vladimir” con Daringer, Madlib, infine, rispetto alla copiosa, frenetica quantità di progetti pubblicati nella prima decade del millennio, ha sì rallentato il passo, ma il pensionamento appare lontano e l’ultimo biennio è stato comunque archiviato con il solista “Sound Ancestors” e l’intera produzione di “No Fear Of Time” per il ritorno in scena dei Black Star. Ci sarebbe altro da aggiungere e dettagliare, senonché la presenza di Otis Jackson Jr. in una nuova entità, quasi come fu al tempo di Madvillain e Jaylib, è un tema che reclama a gran voce la precedenza.

Maduggs? Muglib? Non ce ne voglia il buon Meyhem, che – come vedremo – non è affatto elemento secondario dell’insolita formula (sono pochi i threesome composti da un solo mc e due beatmaker), la curiosità pendeva tuttavia in favore dell’interazione alle macchine, se non altro perché la firma congiunta dei crediti era il segnale di un processo unitario, svolto secondo modalità che, basandoci sul risultato finale, mettono in evidenza come minimo la spiccata compatibilità stilistica tra i due approcci, senza che ciò fosse scontato. E’ difficile, ad ascolto ultimato, stabilire con certezza esatta cosa provenga dal campionatore dell’uno e dell’altro, cosa sia frutto dell’estro infinito di Madlib e della propensione alla psichedelia di Muggs; o meglio: l’intuito ci porta ad associare il sample Funk di “Especially For You” dei Manchild, collocato nel corpo centrale di “Sunday Driving”, al gusto inconfondibile del primo, tanto quanto la spinta decisa di “Dom VS Cris” evoca addirittura reminiscenze da quei Cypress Hill di cui il secondo è (stato) indiscutibile deus ex machina. A chi imputare, però, il pitch di “Messe En Ré Mineur” della band Prog francese Wapassou per l’ottimo singolo d’esordio “Fresh Out The Water”? E l’impronta cinematica della tostissima “Big Money”, originata dai microsolchi di un vinile giapponese di tali Tatsuya Takahashi & Tokyo Union, è nelle corde di entrambi o sbaglio?

Eccetera. Nel senso che a emergere, ancor più dopo un paio di settimane di verifica, è la compattezza di una prova che nei suoi quaranta minuti di durata fila sempre dritta, per la resa delle prestazioni individuali e per come queste, appunto, si combinino. Parliamo, vale la pena sottolinearlo, di un incrocio intrigante altresì sul fronte anagrafico, generazionale; i rispettivi documenti d’identità indicano infatti: Lawrence Muggerud – 1968, Otis Jackson Jr. – 1973, James Rencher – 1983. Distanza colmata da una visione asciutta, molto concreta, scandita da strumentali abbastanza robuste e – tornando al più giovane dei tre, nonostante entri negli anta a maggio – strofe di pari sostanza, perimetrate da un generoso dosaggio di punchline e autocelebrazione. <<I’m just an MVP, in an MPV>> è l’indovinato mantra di “Szechuan Capital”, rocciosa e ignorantella in misura adeguata (si prosegue con <<I only drink purified, Lord, my fountain bright/I’m a head of the culture, ‘cause I’m ahead of the culture>>), col valore aggiunto dell’immancabile Action Bronson: nel solco di questa come della sopra menzionata “Big Money” (<<I’m still the grittiest, my bitch the prettiest/and my shorty looks better than my girl does/you fuckin’ clown niggas softer than veloer rugs/my team official, you still lookin’ for secure plugs>>), l’album incarna pienamente l’indole rude e non troppo diplomatica del rapper, il quale al tempo stesso conferma un bagaglio tecnico adeguato alla modesta ampiezza argomentativa di “Champagne For Breakfast”, anche in assenza di particolari ricami lirici.

Data la scarna dotazione di featuring in scaletta (l’altro è quello del fratellino Hologram nel solo “Holographic Rhetoric”), l’insieme si regge dunque sulla mole artistica di Lauren e su un connubio attitudinale che non fa percepire punti di fragilità. Una linearità cui forse manca il clamoroso colpo di genio, pur vantando guizzi spavaldi alla “African Pompano” (<<bait and tackle, berate and clap you/we did science fair projects with drugs then put em up for raffle/you looked official until we dipped you in the water/you came back short and then you owe me like a quarter>>) – è la seconda clip. In fondo, considerati gli interpreti, il genere e i percorsi di ciascuno, “Champagne For Breakfast” ci sembra una sintesi efficace dei valori in campo, ben rappresentati dalle sopraffine composizioni di “One Of Them Ones” (che classe l’ingresso a sorpresa del piano!) e “Wild Salmon”, come dalle barre ispirate di “Evolution” (<<now we rappin’ shit, vivid and accurate/never peep a square in my circle, keep it immaculate/my bracket lit, like a crime scene or a high beam/specialize in aeronautics, got a fly team>>).

La qualità è alta, i protagonisti sono in forma, l’atmosfera è quella delle grandi occasioni. Si tratta semplicemente di questo, con una gradita aggiunta di bollicine.

Tracklist

Dj Muggs, Madlib and Meyhem Lauren – Champagne For Breakfast (Soul Assassins Records 2023)

  1. Quicksand
  2. Fresh Out The Water
  3. Szechuan Capital [Feat. Action Bronson]
  4. Midnight Silk
  5. Sunday Driving
  6. Big Money
  7. Evolution
  8. Dom VS Cris
  9. Holographic Rhetoric [Feat. Hologram]
  10. Pop Clink Fizz
  11. OD Wilson
  12. African Pompano
  13. Triple M Airlines
  14. One Of Them Ones
  15. Wild Salmon

Beatz

All tracks produced by Dj Muggs and Madlib