Dj Muggs and Rigz – Gold
Lungi da noi voler mettere in discussione la saggezza popolare, ma c’è un adagio che, se di nome fai Lawrence e di cognome Muggerud, sembra proprio non corrispondere al vero: anno nuovo, vita nuova. Sette pubblicazioni in un arco di quasi dieci mesi, da fine febbraio a inizio novembre: “Death And The Magician” con Rome Streetz, “Dies Occidendum”, “Rammellzee” con Flee Lord, “Mile Zero” con Yelawolf, “American Cheese” con Hologram, “Cartagena” con Crimeapple e “Winter 2” – così in rigoroso ordine cronologico. Un autentico tour de force, terminato il quale sarebbe stato lecito concedersi un periodo di ozioso ristoro; e invece, appena spente le luci intermittenti dell’albero di Natale, è già la volta di “Gold”, fuori a metà gennaio. Quattordicesimo titolo, non conteggiando gli EP, da quando (autunno 2017) “Gems From The Equinox” con Meyhem Lauren ha rilanciato la saga dei duetti tra Dj Muggs e un rapper di sua fiducia. In questo caso tocca al giovane Rigz, fattosi appunto notare tra i featuring di “Death And The Magician” e “Winter 2”, originario di Rochester e nel collettivo Da Cloth, con alle spalle diverse uscite in ambito underground e interazioni di oggettivo rilievo (da V Don e Statik Selektah a Conway The Machine, Benny The Butcher, Boldy James, Ransom, Vinnie Paz e Willie The Kid).
La voce un po’ acuta, sottile, una dotazione tecnica solida, funzionale a un asse tematico poco esteso più che brillante di per sé, la giusta dose di personalità per un non esordiente che entra nelle major leagues passando dall’ingresso principale e lo fa senza perdere un grammo di spocchia (<<eat the whole underground ‘cause that’s just a part of my diet/I don’t fear no challengе, I see ‘em and get excitеd/uninspired never, ‘cause it feel like I got a slight vendetta/that I’m tryna weather to truly get my life together>> – “Supreme”); in prospettiva, non credo si possa parlare della next big thing dell’Hip-Hop a stelle e strisce, né l’argomento ha una qualche rilevanza: Travis Florence è un buon mc, qui in un disco che gli è del tutto congeniale, in sintonia alla wave del momento e dunque circoscritto agli annessi e connessi del coke Rap (la titletrack, con tanto di clip, lo chiarisce subito con un inequivocabile <<all I need is a brick, nigga!>> gridato nel refrain). In più, un’interessante novità: Dj Muggs volge quanto basta lo sguardo al passato e, per lunghi tratti, abbandona l’astrattismo che dominava in “Kaos” e “Dump Assassins”, restituendo polpa al suo inimitabile stile.
Perciò, se “24 Karats” dovesse suonarvi familiare, non stupitevi: il sample (“Star Children” dei Mighty Ryeders) è conosciutissimo e il Black Goat lo tagliava nella medesima maniera per l’intro di “It Could Happen To You”, brano di “The Soul Assassins Chapter I” coi Mobb Deep. E poi cosa dire di “What We Got”, se non che – con B-Real e Sen Dog al microfono – poteva figurare in un album dei Cypress Hill? O, ancora, bisogna segnalare i quasi cento bpm di “Heads On The Wall”, irrobustita tanto dalla spinta decisa del breakbeat, quanto da un Rome Streetz in forma eccellente (<<my heart pump ice cold blood, no love, gold slugs/where I’m from they die young, lucky to be a old thug/you either went legal or chased the evils and sold drugs>>). Pianoforti, archi, linee vocali estrapolate dal Soul e batterie piene, rotonde; i suoi carati, “Gold” li deve anzitutto all’infinito talento del produttore classe ‘68, che a Rigz fornisce una cartella di assoluta qualità confermando una serie positiva che ha dell’incredibile.
Quest’ultimo ringrazia e, ispirato dalla crudezza del sound, ambienta i suoi racconti negli angoli più minacciosi delle strade in cui si muovono i protagonisti di “Crack The Code” e “Never Met A Real Gangsta”, situazioni che stazionano ben al di là della soglia di legalità (“Cook Offs”) e costituiscono il business per riuscire ad appropriarsi dell’ambito oro citato in lungo e in largo nei quaranta minuti complessivi. A sostenerlo, c’è in primis la crew con la quale sta cercando di raggiungere il successo: Mooch in entrambi gli estratti video (il secondo è l’ottima “Where Ya Soul At”), Rob Gates, M.A.V. e Times Change (pollice su per l’omaggio a “Insane In The Brain”); vale il discorso fatto per lo stesso Rigz: il livello è adeguato, tuttavia nessuno ci fa cascare dalla sedia. Oltre a loro, detto di Rome Streetz, abbiamo ancora Meyhem Lauren, che onora sempre ogni impegno nel migliore dei modi, e Big Twins nella moscetta “We Want In”.
Se, lo ripetiamo, la parte del leone la fa il solito Dj Muggs, ci piace sottolineare lo spirito di autentico amore per l’Hip-Hop che spinge il Nostro a intrecciare collaborazioni con figure non necessariamente di primo piano, a riprova di un approccio che – nonostante le hit gigantesche realizzate durante i novanta – non ha mai esaurito la voglia di spingersi nelle zone meno illuminate della scena, scovando figure meritevoli di occasioni che capitano poche volte nella vita. “Gold” è quella offerta a Rigz, che non la spreca; recuperatelo e, giacché ci siete, date un ascolto anche a “Substance Abuse”, prodotto da Futurewave e potenziale vertice – al momento – di una carriera che continueremo a tenere d’occhio.
Tracklist
Dj Muggs and Rigz – Gold (Soul Assassins Records 2022)
- The Gold Standard
- Gold [Feat. Mooch]
- Every Season [Feat. Rob Gates]
- Supreme
- Cook Offs [Feat. Meyhem Lauren]
- What We Got
- Heads On The Wall [Feat. Rome Streetz]
- Where Ya Soul At [Feat. Mooch]
- Fool’s Gold
- 24 Karats
- We Want In [Feat. Big Twins]
- Eastside Blues
- Crack The Code [Feat. Times Change]
- Balance
- Never Met A Real Gangsta [Feat. M.A.V.]
- The Culture
Beatz
All tracks produced by Dj Muggs