Artificial Kid – Numero 47

Non voglio farvi le palle quadre su quanti negli ultimi anni nella scena italiana siano voluti salire sul treno del mainstream mettendosi a novanta gradi di fronte a discografici con le pupille a forma di $ che hanno visto nel Rap italiano la nuova moda e le nuove possibilità di guadagno. Non starò qui a elencarvi quanti hanno miseramente fallito perché credo lo sappiate. Non voglio neanche stare a discutere di come suonassero così stereotipati, vuoti e poco interessanti i loro progetti e come tanti si siano adattati a quello standard senza essersi ancora resi conto di come quell’età d’oro del Rap in Italia fosse tramontata così com’era sorta, sapete anche questo. Un paio di suonerie, un paio di video, un paio di apparizioni a TRL, pile di dischi invenduti, discografici con le pezze al culo in cerca dei prossimi tormentoni: il Rap che veniva scavalcato da robe aberranti tipo l’Emotronic e tornato nel cassetto con la coda tra le gambe, per continuare a essere visto come una roba da jingle pubblicitario per bambini che si mettono il cappellino di lato e fanno le corna con le mani.

A stare lì al suo posto, fermo, impassibile e tranquillo come a dire io ve l’avevo detto, è rimasta una persona, uno che dentro questo marasma non c’è entrato perché sa di avere un nome anche senza bisogno di MTV, che non deve scendere a compromessi con le major, una persona che ha una coerenza tale da non potersi permettere di deludere una fanbase oramai matura, una persona che, arrivata a un certo punto del suo corso musicale, può permettersi di fare un lavoro come quello di cui mi appresto a parlare perché ne sente l’esigenza o, semplicemente, perché je gira così. Ma se a questa persona gli gira anche di associarsi a uno dei produttori italiani emergenti più interessanti e all’orgoglio italiano del turntablism e assieme a questi di tirare fuori un disco che può entrare dritto nella storia dell’Hip-Hop in Italia, be’, allora c’è solo da far silenzio e riflettere sul fatto che se la tua musica è merda puoi anche darti al capitalismo e pagare trentamila euro per un master fatto negli States, tanto la tua musica resta merda.

Ora che le palle quadre invece ve le ho fatte, parliamo di cose serie. Artificial Kid, titolo tratto da un racconto di Bruce Sterling (esponente di punta del filone cyberpunk), è il nome del bambino nato dalla combo Danno + StabbyoBoy + Dj Craim e “Numero 47” è il suo primo e – probabilmente – unico vagito. Cyberpunk è appunto la parola chiave di “Numero 47”, un lavoro ispirato al 100% dalla passione per le opere futuristiche di Philip Dick, William Gibson e lo stesso Sterling, ritratti fantascientifici di un mondo futuro controllato da macchine, automi e governi dittatoriali che presenta spaventose analogie col mondo attuale. Passando dalla realtà fittizia del “1984” di Orwell al capolavoro di Ridley Scott “Blade Runner”, Danno diventa Artificial Kid #47 (una sorta di Deltron Zero meno ironico, reso bene dalle ottime illustrazioni di Champa), un cyborg che ingaggia la sua personale lotta contro il sistema che lo ha costruito, raccontando ansie e inquietudini attuali proiettate in un futuro poco rassicurante, fatto di un’umanità senza più umanità, dove tutto sa di metallo e silicio, dove vige il controllo totale di pochi sulla massa, dove la verità non esiste più.

Sono gli impeccabili tappeti sonori glaciali di Stabbyo, ispirati tanto dalle guerre spaziali di “The Cold Vein” quanto dalle sonorità cosmiche di Vangelis e Jean-Michel Jarre, ad accompagnare i resoconti in rima del Danno; freddi ed essenziali a tratti, altisonanti ed epici in altri frangenti, sono la colonna sonora perfetta di questo viaggio nei meandri dell’universo cyberpunk. “Il sistema” e “Assurdo”, le due tracce iniziali, sono spietate riflessioni su un’ipotetica società futura dove il controllo opprimente del regime è totale, dove all’uomo normale non resta che sottomettersi, farsi immettere un microchip e farsi tatuare un codice a barre per essere costantemente osservato e studiato. Riflessioni lucide e attuali, riprese in parte anche nel vero capolavoro del disco, “CPSOM” (cioè: cyber punk state of mind), il grido di dolore di un uomo/androide circondato da persone e affetti artificiali (<<mio padre è un televisore gigante a otto milioni di colori/mia madre è una connessione a banda larga/mio fratello è tenuto in vita da quattro processori/la mia vita è un sottoprodotto di una sottomarca>>), accompagnato da un beat dalla cadenza funebre/epica.

Perfette anche le restanti “Deragliamento personale” (rifacimento di una traccia comparsa in “Ministero dell’Inferno”), “Ipercubo”, che è probabilmente il pezzo Rap più potente uscito in Italia negli ultimi anni, una reinterpretazione futuristica del Funk romano del Colle (<<uccidi pure un mio aka, ne risorgono altri quattro/che ti fanno il culo come un quadro astratto>>), “Rollerball”, traccia al sapore di titanio ispirata al film di Norman Jewison del 1975 che racconta di uno sport (il rollerball appunto) promosso come valvola di sfogo per la violenza repressa della popolazione dalle Corporazioni che controllano il mondo, la cavalcata illusoria di “U-topia” e la desolazione di “Dis-u-topia” (<<e il giorno dopo tutto appariva calmo/ma il giorno prima fu l’inferno e c’è chi disse che arrivò dall’alto/al tramonto coi blindati della compagnia/a prenderci uno ad uno e a buttarci via/in mezzo al fango/senza dolore, senza rimpianto/soli nel silenzio di ogni nostro sogno infranto/contro le loro mura erette in nome della nuova genìa/disutopia.>>).

E allora sì, “Numero 47” è qualcosa di completamente nuovo per l’Hip-Hop italiano e, in questo scenario, ne costituisce uno dei momenti più alti ed esaltanti; è un lavoro di cui si sentiva davvero bisogno, che merita l’attenzione di tutti, dallo zarro al nostalgico dei Sangue Misto, soprattutto perché il protagonista è un peso massimo del nostro Rap e non il primo ragazzino infottato per El-P e uscito da chissà dove. Ci sono tutte le credenziali per il classico; nessuno ha da ridire, vero?

Tracklist

Artificial Kid – Numero 47 (King Kong Posse 2008)

  1. Il sistema
  2. Assurdo
  3. Deragliamento personale
  4. Ipercubo
  5. U-topia
  6. Rollerball
  7. La verità
  8. CPSOM
  9. Dis-u-topia

Beatz

Tutte le produzioni di StabbyoBoy

Scratch

Tutti gli scratch di Dj Craim

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