Intervista ai Gangrene @ Biko – Milano (25/11/2015)

Ovvero: come la disorganizzazione diventa un’intervista…
Mesi fa viene annunciata una data dei Gangrene per il 20 novembre a Roma. Ok. Una decina di giorni prima esce su Twitter il flyer del tour europeo e – sorpresa! – c’è anche una data a Milano. Solo che, secret place… hmmmm… M’informo, vuoi mai che esista davvero un locale che si chiama Secret Place? No, non esiste. Ok. A chi chiedo dove lo fanno ‘sto concerto? Vediamo… Beh, Alchemist dovrebbe saperlo. Lo contatto, un po’ di bla bla bla, dispiego le mie social marketing skill (che in italiano definirei faccia di culo) e ottengo: a) il nome del posto (con la promessa di fare pubblicità), b) l’appuntamento per l’intervista! A questo punto la trama s’infittisce: in quella data, casualmente, i rapmaniaci avvezzi alle interviste non sono disponibili. Ops; vabbè: la faccio io. Ah, io non ho mai intervistato neanche un qualsiasi trucebaldazzi, eh. In tempo zero recluto il buon Icon (Steve Izzo), nel ruolo di tutor del Cepu/navigatore/traduttore/vigilante afficnhé io non faccia eccessive vaccate. Partiamo? Partiamo.
Entriamo subito nel mood della serata: arrivati al locale mi accorgo di aver dimenticato la scaletta delle domande a casa. Ok. Bene. Niente paura, c’è un all you can eat jappo lì davanti. Andiamo, ché mentre mangiamo qualcosa ricostruiamo il tutto. Quella settantina di minuti dopo di sushi e birre (giusto dopo aver detto ad Alchemist tranqui, dieci minuti e siamo al locale!) siamo appunto davanti al locale. Ivi stazioniamo cazzeggiando, finché non arrivano i nostri eroi. Mi lancio, grazie alle mie oramai note social marketing skill, e placco Alchemist che ci porta nel backstage. Ok, iniziamo. Anzi guarda, prima di iniziare beccatevi ‘sta bottiglia di Campari omaggio from Italy with lova nahmsayin (pareva brutto presentarsi a mani vuote, no?). Oh, ci siamo davvero. Via! Alchemist è quello loquace, Oh No è, diciamo…un po’ assente, forse complice quel pacchetto di cartine che sfoglia come un breviario…

RMZ: allora, prima di tutto volevamo ringraziarvi per averci permesso di essere qui. Come state? Tutto a posto?
Alchemist: yeah man, è stato un bel tour finora. E’ il secondo show in Italia e ieri Roma è stata pazzesca!
RMZ: davvero?
A: sì, bello show, ci siamo divertiti. Ci piacerebbe avere più tempo!

RMZ: beh, sarebbe fantastico. Come sta andando il disco nuovo?
A: sta andando bene! Ancora non abbiamo fatto il tour in America, giriamo prima l’Europa e qui ci state dando un sacco di amore. Poi lavoreremo su un altro video, probabilmente “Man With The Horn”… Continuiamo a spingere! Sai, essere indipendenti è così. Ciò che spingi, ti torna indietro.

RMZ: ottimo. Allora, volevo sapere come nasce un pezzo dei Gangrene. Lavorate separati, assieme, partite dal beat, dalle rime… Insomma, come accade la magia?
A: mah…dipende! Sai, entrambi facciamo beat, a volte lui mi manda qualcosa o io mando qualcosa a lui, oppure ci ritroviamo in studio e facciamo qualcosa insieme partendo da zero… A volte mi chiama e mi dice che ha avuto un’idea…che poi è la stessa idea che ho avuto io! E quindi, semplicemente, c’incontriamo da qualche parte e facciamo follie. Non lo so, a volte me lo chiedo anch’io… Ci serve qualche scienziato che lo spieghi!

RMZ: voi lavorate un sacco! Nel preparare l’intervista ho ricapitolato le discografie (era vero, eh! Poi è rimasto tutto a casa, ma questo strategicamente evito di dirglielo – ndLord)… Ma quanta musica avete fuori?
A: non quanta ne ha lui!
Oh No: (biascichio – ndLord) mmmmnah!
RMZ: tu ne fai di più?
ON:
A: sì sì, ne fa più lui! Ma se le tiene ben strette! Lui fa beat di 20/30 tipi diversi… Poi sai, abbiamo un circolo di amici e quel che facciamo è far crescere il livello di ognuno!
ON: (parte col namedropping – ndLord) Evidence, Babu, J.Rocc, Jonwayne, Knowledge, Khalil… Tutta la west coast!

RMZ: e anche un sacco di mc’s… Un sacco dei migliori con cui lavorate. Chennesò, gente tipo Marciano, Bronson (Alchemist shoutouta Roc Marciano, così, en passant – ndLord). A proposito, come li scegliete gli mc’s con cui lavorare?
A: allo stesso modo con cui scegliamo i sample! Prendiamo quello più interessante per noi. Che siano o meno quelli che vendono più dischi… Sono i miei preferiti. Cioè, ce ne sono tra i miei preferiti con cui non facciamo cose, ma quelli che hai nominato… Roc, Action, così, sono i miei preferiti.
RMZ: eh, pure i miei…
A: vedi, secondo me lavoriamo coi migliori. Guilty Simpson, Willie The Kid… Top notch! Evidence… semplicemente, è così che funziona.

RMZ: sono persone che avete conosciuto prima o coi quali siete cresciuti come artisti?
A: no, principalmente li abbiamo incontrati nella musica. Io sono cresciuto con Evidence (rivolto a Oh No – ndLord), tu, con chi? J.Rocc? (Oh No si riconnette e bofonchia un Madlib. Alchemist ride – ndLord) Giusto! Lui è cresciuto dal giorno uno con Madlib! Comunque sì, diciamo che sono persone con cui abbiamo costruito qualcosa nella musica.

RMZ: ok, prossima domanda. Vorrei chiedervi del diggin’ e dei vinili. Ultimamente c’è un bel ritorno al vinile come formato e molta gente ci si sta avvicinando. Voi che ne pensate? Avete sempre stampato i vinili…
A: per me è sempre stato il formato migliore. Sì, sta tornando, la gente lo compra e stanno stampando un sacco in vinile. Analogico vs digitale…alla fine il digitale suona bene, ma io amo avere il vinile, mantiene un valore ed è qualcosa di speciale. Il packaging, l’artwork, puoi sentirlo…

RMZ: voi diggate tanto…
ON: sì, un sacco davvero.
A: sempre, sempre.
ON: in ogni città in cui siamo, cerchiamo sempre di trovare un posto dove farlo.
RMZ: collezionate i dischi oppure li usate e basta?
A: beh, praticamente uso qualcosa di ogni disco che compro, quindi alla fine li tengo tutti. Perciò sì, li colleziono. Ma solo dopo che c’ho fatto un beat!

RMZ: ok. E a proposito dell’Hip-Hop? Come siete venuti in contatto con questo mondo?
A: beh… Breakdance! Probabilmente con la breakdance degli anni ’80.
ON: sì, anch’io.
RMZ: e credete sia ancora importante per la musica Rap di oggi? Molti la fanno ma non hanno nessun contatto con l’Hip-Hop
A: dipende dall’artista. Sai, c’è sempre stato qualcuno più true, altri meno… Qualcuno ha fatto più soldi, altri meno… In un modo o nell’altro, è Rap.

RMZ: come la immaginate la vostra vita senza Hip-Hop?
A: mah…avrei trovato qualcosa da fare. Saremmo stati creativi in qualche modo… Ma il Rap ci avrebbe chiamato. E’ comunque la cosa che amo di più.

RMZ: ok. allora… (segue mondiale impappinamento dello Squisitamente Vostro Scrivente, che si perde nei meandri della scaletta macchiata di salsa di soia, poi si dimentica quelle 27 parole di inglese che sa e infine non riesce a spiaccicargli mezza-domanda-mezza. San Steve Izzo da Milano recupera la situazione con gran savoir faire. I Gangreni se la ghignano non poco. Figura di merda? Fatta! – ndLord) Cosa dobbiamo aspettarci da uno show dei Gangrene?
A: esplosioni! Fuochi d’artificio… Animali feroci sul palco… Di tutto!
ON: i leoni. State attenti nelle prime file!
A: tranquilli, non faranno male a nessuno!
ON: attenti. Grossi leoni in piccole gabbie!

RMZ: ok, avete reso bene l’idea. Cos’avete in serbo per il futuro?
A: non voglio svelare il segreto ma abbiamo diverse cosette in serbo…

RMZ: va bene, allora è giunto il momento delle domande marzulliane (ovviamente la frase marzullian’s questions non ci pareva il caso di usarla, ci siamo limitati a un generico silly questions – ndLord). Cosa invidiate l’uno dell’altro?
ON: lui è in grado di scovare dei suoni e tirarli fuori dai dischi… Voglio dire, ha un orecchio assurdo! Ha proprio un talento incredibile.
A: io credo lui abbia lo swing che vorrei avere io. Riesce a fare beat senza il timing… E’ proprio in grado di sentirsi il ritmo e farci musica sopra.
RMZ: qualcosa che non sopportate dell’altro? (ridono – ndLord)
A: lui si fuma sempre tutta la mia erba!
RMZ: davvero? Gli fumi davvero tutto? (Oh No fa una faccia allusiva – ndLord)
A: sì, è un bullo dell’erba!
ON: solo se è buona!

E via. Risate, ringraziamo, autografi sui dischi, foto e fuori dal backstage. Giusto per essere in prima fila (nonostante i leoni…) e dopo qualche minuto goderci un gran bel concerto, del quale però non vi dico nulla. Se non che appena tornano in Italia sono assolutamente da vedere. Alla fine, mi rendo conto che non è proprio l’intervista tecnica che avevo in mente, però i due sono talmente alla mano che dopo venti secondi eravamo nel mood chiacchierata al bar. Eh vabbè. Qualcuno potrebbe obiettare che in quel mood c’eravamo già da prima… Eh vabbè, di nuovo. Anzi, sai che c’è?! Adesso la pianto di scrivere e mi rimetto “You Disgust Me”, che per la cronaca spacca notevolmente. Giao, né!

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Lord 216