Two Fingerz – Figli del caos

“Figli del caos” è l’album d’esordio del trio milanese Two Fingerz (Dan-T, l’mc, Roofio, il beatmaker, Dj Barry, il dj – seppure inesistente), attivi già da anni ma carenti per quanto riguarda la diffusione di lavori concreti (leggi: dischi!); esordio che arriva direttamente dagli uffici Sony, alla faccia di chi ancora si fa il culo – o se l’è fatto – nell’underground. Tralasciando le solite, sterili polemiche sulle firme con le major, cerchiamo di capire se il gruppo in questione se la sia affettivamente meritata la firma di cui sopra.

Intendiamoci, il disco di per sé non è brutto: Big Fish su un paio di beat fa la sua figura, Roofio non è da meno, Dan-T sfodera un flow piacevole, arricchito da una voce particolarmente gradevole. Inoltre, i temi trattati sono i più disparati (amore, amicizia, lavoro, difficoltà economiche). La titletrack, dopo l’intro, ci porta nel mondo disilluso di Dan Taze, fatto di amara autoironia e sarcastica autocelebrazione, chiarissimo l’influsso di Dargen sia nelle tematiche che nell’eloquio (JD, oltre a cacciare un paio di strofe da brividi, ha collaborato alla stesura dei testi). Dopo “Figli del caos”, il disco si assesta però su una serie di alti e bassi, con pezzi più concreti e ruspanti (“Troppo forte”, “Inizia la follia”, “Sulle spalle dei giganti”) e altri maggiormente orientati verso un sound Pop e sdolcinato (“Tvb no Tv”, “Così Chiara”, “Ognuno per sé”); nell’insieme, spiccano “Cavi e problemi” (base strepitosa, la traccia può vantare delle strofe dal contenuto ragionato e presentato con una tecnica discreta), “Cose che non puoi” e “Di cash”. Le ultime due risaltano soprattutto per – indovinate? – la presenza del Re Mida del Rap italiano, Dargen D’Amico, che dove mette il naso, anzi la penna, trasforma tutto in oro, sempre in bilico tra una malinconia lieve come carta velina e un’ironia pesante come un macigno.

In conclusione, il disco supera ampiamente la soglia della sufficienza, ma la domanda che sorge è: era questo ciò di cui si sentiva il bisogno? Un progetto in cui si parla di un po’ tutto, con una tecnica che non si eleva mai al di sopra della sufficienza? Sì, i suoni sono piacevoli, il mix tra Pop e accenti più grezzi c’è, come d’altra parte ci sono i temi vicini alla vita quotidiana. Ma i giochi di parole? Le rime ricercate? Le variazioni metriche? In altre parole: se quello che vogliamo è un disco che sappia vendere, raggiungendo anche il pubblico senza competenze legate all’Hip-Hop, interpretato in ogni caso, ripeto, in maniera discreta, ma senza vette di originalità o picchi di maestria tecnica, questo è il titolo che ci farà felici. Semplice da ascoltare e da assimilare, un piatto pronto per chi desidera qualcosa di fresco e non elitario. Chi invece pensa che la scena italiana vera sopravviva ancora nell’underground e che gli artisti che firmano con le major si ritrovino ad abbassare vertiginosamente il proprio livello tecnico (di proposito, sembra; ascoltate la ghost track, prodotta qualche anno fa: da paura! Se Dan-T avesse messo un decimo della tecnica impiegata per quella canzone nel resto del disco, il risultato sarebbe stato assai migliore), tranne qualche lodevole ma purtroppo isolato caso, in “Figli del caos” non troverà nulla che lo convincerà del contrario.

Tracklist

Two Fingerz – Figli del caos (Sony Music 2007)

  1. 1-1 (intro) [Feat. Sewit]
  2. Figli del caos
  3. Troppo forte
  4. Inizia la follia
  5. Cose che non puoi [Feat. Dargen D’Amico e Sewit]
  6. Sulle spalle dei giganti
  7. Tvb no Tv [Feat. Sewit]
  8. Cavi e problemi
  9. Certe cose
  10. Ognuno per sé [Feat. Daniele Vit]
  11. Di cash [Feat. Dargen D’Amico]
  12. Così Chiara
  13. Io non ho
  14. Figli del caos (upgrade remix)
  15. Fingerz lessico (ghost track) [Feat. Dargen D’Amico]

Beatz

Tutte le produzioni di Roofio tranne le tracce #2 e #3 di Fish

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Riccardo Orlandi

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