Rawz – The Difference
Ho conosciuto Rawz neanche un mese fa durante uno show di Sabir & Y dell’italianissima White Forest, che in quell’occasione si son fatti accompagnare dall’mc originario di Oxford. Ragazzone alto, piazzato, acconciatura minirasta, occhiali da dottore, niente tattoo o scritte sgargianti nell’abbigliamento: un tipo semplice e abbastanza sulle sue. Non ci parlo per tutta la giornata, tranne qualche saluto sporadico. Inizia il live del duo italiano (producer e dj) e solo dopo qualche decina di minuti appare lui, maestoso ma non troppo, che comincia a rimarne una dietro l’altra con quell’accento UK che lo contraddistingue subito. Dopo il live, prima di abbandonare la venue, mi cerca, mi saluta, mi ringrazia, fa come per andar via, poi torna tutto preoccupato dandomi una copia del suo disco. Al che prima che varchi la soglia ne recupero una mia anch’io e riesco a concludere il baratto, ma questo non interesserà a nessuno, me ne rendo conto.
Così vado a casa, conservo il regalo attentamente sotto un hard disk affinché il gatto non salga e lo butti a terra come il 50% degli oggetti posati al volo sulla scrivania, e solo qualche giorno dopo il lettore CD del computer accoglie il supporto in questione: un mixtape più che un disco vero e proprio, o meglio ancora una raccolta, seguita al primo lavoro del 2012 intitolato “Spoken” e al secondo del 2013, “Live From Pantheon” assieme a Nemrot. Mi incuriosisce molto, a partire dal titolo, e avendo ancora in mente il bellissimo gesto (se ne vedono ancora nel 2015?!) e notando anche che si tratta di una genuina autoproduzione, decido di recensirlo prima ancora di ascoltarlo, non sapendo manco a cosa andassi incontro e basandomi solo su quei 20/25 minuti di live di qualche dì prima. Bei contenuti, stile abbastanza poetico, poetry slam presente infatti in più parti del disco già dalle prime barre, ma, quasi brutto dirlo, niente di che. Attenzione: non che si sia davanti a un incapace, altroché: Rawz ha profondità, ha contenuti, ha messaggi, seppur senza tecnica eccelsa; non predilige suoni sperimentali o chissà quale altra diavoleria: i tanti producer presenti suonano tutti molto ’90 – e ci sta. Però ecco, insomma, mi aspettavo altro, semplicemente di più. “Mary Lamb” un bel pezzo; “Profound Melody” sembra prodotta da RZA e invece è tale Pro P; “The Truth” ha liriche serie e interessanti, ma l’extrabeat appare forzato; “Jesus” è una delle prove più convincenti, dagli evidenti connotati religiosi; “Aspiration” ha un retrogusto amaro. Ci si lancia anche in un riuscito unplugged chitarra/voce in “Son Rise”; altri episodi apprezzabili son quelli senza beat, con sottofondo ambientale, dove lo spoken word eleva Rawz rispetto addirittura ad altri episodi di beat + Rap. Però, dopo 18 pezzi, l’orecchio risulta un po’ stanco.
Curioso di sentire altri suoi lavori, partendo, perché no, proprio dai precedenti. Come dicevano a scuola: il ragazzo ha le potenzialità per fare di più; daje gigante buono Rawz!
Tracklist
Rawz – The Difference (No label 2014)
- The Uprising (Intro)
- Mary Lamb
- Profound Melody
- A Sophisticated Conspiricy
- The Truth [Feat. Jada Pearl]
- Jesus
- Travelling Man
- Hot Fire
- Jump
- Grey Suits
- Mad Love
- Aspiration
- Beige DayzzZ
- The Return
- The Differents
- Iconography
- Son Rise (Acoustic Version)
- Outro
Beatz
- Black Roze: 1, 4, 7, 10, 12, 13
- Soul Coke: 2, 6, 8, 15
- Pro P: 3
- Nemrot: 5, 9, 11, 16
- Jewcy Zanussi: 14
- Solitude: 18
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