Organized Konfusion – Organized Konfusion

Voto: 4 + +

La recente pubblicazione di “The Demos” per la tedesca Smoke On Records, la quale lo scorso aprile ha raccolto in un EP alcune registrazioni concomitanti all’esordio su lunga distanza degli Organized Konfusion (intro a parte, dei cinque brani selezionati solo tre sono inediti), mi ha riavvicinato – complice il contemporaneo periodo di quarantena forzata – alla prima prova del duo costituito da Prince Poetry e Pharoahe Monch, entrambi provenienti dal Queens. L’album usciva poco meno di ventinove anni fa, quando a New York non si sentiva ancora parlare di Wu-Tang Clan e Boot Camp Clik, a Los Angeles un 2Pac appena ventenne si accingeva a lanciare “2Pacalypse Now” e in quel di Atlanta due studentelli delle superiori di nome André e Antwan non erano neppure a conoscenza della reciproca esistenza; tutto ciò per dire che (senza pretese di esaustività) “Organized Konfusion” si colloca nella fase di transizione tra gli ultimi, tardivi scampoli della old school e il definitivo fiorire della golden age, peculiarità immediatamente percepibile dalla contrapposizione tra un sound di chiara matrice Funk (il sampling pesca a piene mani da James Brown, Barry White, Herbie Hancock, Kool & The Gang, Earth, Wind & Fire e Weather Report) e un mcing molto elaborato dal punto di vista tecnico.

Che Po e Monch abbiano in dote un arsenale lirico sconfinato è un fatto assodato, che sulla soglia dei vent’anni fossero già così avanti nel loro percorso di maturazione artistica non la riteniamo invece un’ovvietà: “Fudge Pudge” – ovvero il battesimo ufficiale di Omar Credle, unico featuring presente – offre subito un assaggio delle ragguardevoli abilità in campo, laddove la fine di una linea può venire a legarsi all’inizio della successiva (<<here we go again with the funky intro/people approach me knowin’ I’m the Prince Po-/E-T-R-Y, yes, and I’m the first batter/the Pharoahe usually go first, but it don’t matter>>) e le allitterazioni piovono giù a catinelle (<<prouncin’ on particular poets who persist to portray professional punks/you’re just a pussy/cat when I’m deckin you/disrespectin you, clever whenever I select>>). Nulla di mai tentato prima, certo, tuttavia “Organized Konfusion” è un progetto colmo di soluzioni simili e dunque impone i due rapper per la qualità delle loro strofe (in primis), costringendoli in un alveo che col tempo gli starà addirittura stretto.

Qui come in “Stress: The Extinction Agenda” e “The Equinox”, infatti, le rime di Prince Po e Pharoahe Monch sono al servizio di un intreccio tematico sostanzioso, comprendente riflessioni sul sociale, sulla religione, sul quotidiano, ma anche momenti di puro cazzeggio e autocelebrazione. Una proposta esaustiva, che nel suo insieme consente al gruppo di esprimersi su diverse gradazioni d’intensità, passando dalla visionaria “Releasing Hypnotical Gases” (un macigno sui 120 bpm in cui Monch se ne viene fuori con robette come <<I am one who is one with all things/thus the unorthodox I am, the paradox I am/the equinox extending my hand into dimensions/to unlock new doorways/and so the light has revealed to me that there must be more ways/and so I play with rhythms, it’s nothing more than a mere game/enabling me to advance in wisdom>>) allo scanzonato tuffo nei ricordi di “Who Stole My Last Piece Of Chicken?” (attenzione: originale e remix hanno testi differenti), dalla coinvolgente positività di “Open Your Eyes” (<<start scoping, open your eyes and strive to/study the holy Qu’ran or read the holy Bible/I’m making a getaway, plan it’s gonna be a better way/there’s gotta be a better day>>) alla più classica esibizione di skill della titletrack, scandita da oltre sessanta barre cadauno.

Notevoli gli storytelling di “Prisoners Of War”, sorta di parallelo tra Rap e scenari di guerra (<<bringin’ forth the story of a lyrical soldier/blessed to manifest in the eyes of the beholder/words of wisdom never abuse the lines/they increase, as I release a phrase like a Uzi 9>>) che funge quasi da innesco per la cosiddetta bullet trilogy composta da “Stray Bullet”, “When The Gun Draws” e “Damage”, e “Roosevelt Franklin”, curioso racconto sul personaggio immaginario del titolo, tratteggiato prima nella prospettiva (negativa) di Po e poi interpretato in ottica speculare da Monch. E’ appunto la felice interazione tra l’uno e l’altro la principale costante di un’operazione che appare solida in ogni aspetto, risultato ottenuto dalla somma di due performance ugualmente incisive e tali da rendere complicato indicare quale sia la migliore; tanto più che la produzione musicale è per intero nelle mani degli stessi Organized Konfusion, i quali – orfani oramai del loro mentore Paul C – si affidano a percorsi in linea col gusto di inizio anni novanta, spingendo la battuta a velocità sostenuta, macchiando qualche strumentale con elementi noise (vedi “Prisoners Of War”) e perimetrando la composizione sul rigido ricorso a breakbeat e sonorità black.

Magari manca un quid aggiuntivo di originalità proprio in fase realizzativa, penalizzazione (lieve) da sommare ai risultati marginali della Hollywood BASIC, sussidiaria della Disney che ricordiamo solo per i Raw Fusion. Esiti commerciali a parte, “Organized Konfusion” è il promettente avvio di una carriera (inaugurata da Lawrence e Troy col moniker Simply II Positive MC’s) di oggettiva rilevanza per l’Hip-Hop del decennio che si stava aprendo. Più che un classico mancato, potremmo parlare di un gioiellino troppo spesso sottovalutato. Ergo: recuperatelo.

Tracklist

Organized Konfusion – Organized Konfusion (Hollywood BASIC 1991)

  1. Fudge Funk
  2. Fudge Pudge [Feat. O.C.]
  3. Walk Into The Sun
  4. Releasing Hypnotical Gases
  5. Audience Pleasers
  6. Jiminez Criqueta
  7. Prisoners Of War
  8. The Rough Side Of Town
  9. Organized Konfusion
  10. P.S. 48
  11. Roosevelt Franklin
  12. Who Stole My Last Piece Of Chicken? (Remix)
  13. Open Your Eyes
  14. Intro
  15. Who Stole My Last Piece Of Chicken?

Beatz

All tracks produced by Organized Konfusion except tracks #4 with the co-production by Snap and The Foolish Mortals and #8 with the co-production by Kid Nyce and So Unique