Gue’ – Madreperla

“3 mc’s al cubo” con le Sacre Scuole, sette album sotto il marchio Club Dogo, otto firmati in proprio, un EP – nel suo piccolo – seminale (“Hashishinz sound vol. 1” con Deleterio), quattro i volumi di “Fastlife” con Dj Harsh, “Santeria” con Marracash, oltre a un copioso elenco di collaborazioni e attività collaterali (non ultima, la co-fondazione di Tanta Roba); a prescindere da preferenze e simpatie, Cosimo Fini è un protagonista indiscusso dell’ultimo quarto di secolo dell’Hip-Hop italiano. Si potrebbe dire lo stesso di altri suoi colleghi, sì, ma una differenza – non così sottile – la sottolineiamo subito: rispetto a nomi altrettanto grossi, pensiamo a Fabri Fibra, Salmo, Luchè, J-Ax o lo stesso Marracash, oggi Guè Pequeno fa esattamente quel che faceva prima di entrare in major e collezionare successi placcati in platino, il Rap, con l’attitudine spaccona che gli è consona e un’innata abilità al microfono. E tanto basta per ritenerci più in sintonia con un approccio che, quantomeno, ci risparmia le solite menate esistenzialiste di coloro che vorrebbero fare i cantautori senza vantarne le qualità (canore anzitutto).

Non siamo d’altronde stupiti dall’immancabile approssimazione del giornalettismo nostrano – sovente anche di settore – che, prendendo alla lettera quanto detto dal diretto interessato durante una masterclass al Teatro della Triennale di Milano, si è affrettato a ricondurre il tutto a una sintesi del suo amore per il genere (vabbè, a scriverlo è GQ Italia), riuscendovi perfino a individuare degli omaggi alla old school (è tuttavia probabile che la Generazione Z confonda la vecchia scuola con gli anni novanta). Proviamo a stare coi piedi per terra: in “Madreperla” (il) Guè(rcio) fa qualcosa di più semplice, affidando a un Bassi Maestro che si rivela molto versatile il compito di tradurre in musica il suo gusto, con sample pescati tra Dancehall, Rock/Soul dei settanta e Pop italiano; ovvero – e ne siamo lieti – rinunciando in partenza all’eredità più grezza e chiassosa dei Dogo, ma anche all’eccesso di synth e 808 sfoggiato altrove. Ecco, riteniamo sia questo il fulcro delle sue dichiarazioni, in particolare quando confessa di aver realizzato il disco che aveva sempre desiderato fare.

Attenzione: ciò non vuol dire che il rapper classe ‘80 abbia invertito il senso di marcia e sia approdato a un Hip-Hop intransigente e poco disponibile a confrontarsi con altri generi; al tempo stesso, però, è riuscito a non cascare nell’errore di Emis Killa e Jake La Furia, che in “17” hanno tentato di sfruttare la ritrovata fortuna delle barre più ruvide attraverso un progetto posticcio e fuori fuoco. I dodici brani della tracklist, senza intermezzi di sorta, procedono in direzione opposta, “Madreperla” è infatti una prova identitaria che intende rappresentare in primis le influenze e i riferimenti cari a Guè – nel bene e nel male… Ad esempio, l’estratto video “Cookies n’ cream”, esplicito omaggio all’era G-Unit, ci fa abbastanza inorridire, né poteva essere altrimenti se tra gli addendi figurano ANNA e Sfera Ebbasta; al contrario, la leggerezza di “Mi hai capito o no?”, coi campioni della quasi omonima “Hai capito o no?” di Ron, va senza dubbio a segno, un’efficace evocazione di quell’immaginario scanzonato, ciarliero, chiaramente in salsa G U E (<<nel bar luci gialle, “Blade Runner”/sono quasi alla tua bocca, a due spanne/mentre ti parlo, ti guardo, ti mordi il labbro/usciamo, questo beat picchia come un fabbro>>).

Qui occorre fare un ulteriore inciso. Non stiamo dicendo che “Madreperla” abbia un’anima dicotomica, scissa tra alti e bassi; ma, episodio a sé in una discografia di cui ricordavamo sopra la consistenza, si tratta pur sempre di un’uscita dal carattere mainstream, ambito dal quale – legittimamente – Guè non ha mai fatto percepire di voler abdicare. Quindi, di fianco al dato che riteniamo più importante, ossia l’oggettivo stato di forma di un mc che potrebbe dare lezioni di Rap a chiunque, occorre sorbirsi tanto un ritorno all’ovile di Rkomi in “Free” – ne avremmo fatto volentieri a meno – quanto pacchianate del calibro di “Mollami pt. 2”, della quale leggiamo apprezzamenti per il ricorso a una saccheggiatissima “Here Comes The Hotstepper” di Ini Kamoze. E’ un discorso ridondante, ripetuto troppe volte: invece che sperticarsi in lodi anche quando non ce n’è bisogno, basterebbe sfrondare i commenti per evidenziare i pregi reali di un’operazione che sta alla gloriosa storia dell’Hip-Hop (in questo caso il corsivo è da Billboard Italia) come una 500 Abarth alla Formula 1.

Insomma, individuare in “Madreperla” i tratti dell’Hip-Hop più duro, se non addirittura quello delle origini, conduce nella migliore delle ipotesi a un equivoco. Stiamone alla larga, dando a Guè ciò che è di Guè: di punchline e personalità ne ha in dosi sovrumane (<<brother, è da sempre che sto in mezzo a ‘ste robe/non per finta, non per metterlo su Insta/quindi quando il prefisso è 0039/in Italia stappa il Cristal per il meglio liricista>>“Prefissi”, altra clip; e <<ogni giovane di strada mi è devoto/quanti rapper ho trapassato come il remoto/ho più plug di un vecchio Nokia/per vendere una copia/’sto rapper si è messo lo smalto anchе sulla capocchia>>“Tuta maphia”); è credibile quando squarcia il velo delle ostentazioni per misurarsi con l’introspezione (“Need u 2nite”, della cui bella strumentale ne beneficia altresì Massimo Pericolo), toccando corde magari inattese (“Lontano dai guai”, con un pregevole ritornello di Mahmood); può permettersi – il verbo non vuol suonare malizioso – partecipazioni di rilievo come quella di Benny The Butcher in “Da 1k in su” (l’ennesima in una lista comprendente Kool G Rap, Infamous Mobb, Akon, Rick Ross e Jadakiss), traccia di notevole impatto, e combinazioni davvero intriganti, abbinando il suo immaginario machista al cantato in dialetto del salernitano Napoleone in “Capa tosta”.

Lasciando a voi il compito di stabilire se tanto basti per gridare al capolavoro, da parte nostra ci limitiamo a segnalare come “Madreperla” indichi – agli artisti stessi – una potenziale via per dialogare con l’utenza meno esperta senza dover ricorrere a ibridazioni il più delle volte oscene. E che a farlo sia un liricista puro quale Guè, tutto sommato non ci stupisce oltre il necessario…

Tracklist

Guè – Madreperla (Universal Music Italia 2023)

  1. Prefissi
  2. Tuta maphia [Feat. Paky]
  3. Mi hai capito o no?
  4. Cookies n’ cream [Feat. ANNA e Sfera Ebbasta]
  5. Need u 2nite [Feat. Massimo Pericolo]
  6. Léon (the professional)
  7. Free [Feat. Marracash e Rkomi]
  8. Mollami pt. 2
  9. Lontano dai guai [Feat. Mahmood]
  10. Chiudi gli occhi
  11. Da 1k in su [Feat. Benny The Butcher]
  12. Capa tosta [Feat. Napoleone]

Beatz

Tutte le produzioni di Bassi Maestro tranne la traccia #10 co-prodotta da Shablo