Brenno Itani – Perle ai portici

Prima di “Incubo di una notte di mezza estate”, uscito lo scorso anno sempre per Smuggler’s Bazaar, non avevo mai ascoltato nulla di Brenno Itani, mi avvicino quindi a “Perle ai portici” sulla scorta di un’impressione iniziale abbastanza tiepida e motivata dalla scarsa compatibilità – giudizio personale – tra la levatura tecnica di Brain (il disco era firmato da entrambi) e una dimensione artistica che, quasi inevitabilmente, al fianco di quest’ultimo finiva appunto oscurata, anello debole di un duo che manifestava pochi elementi di coesione.

Più sensato, non c’è dubbio, ripartire da una prova solista in grado di decretare pregi e difetti dell’mc bolognese, autore di un progetto sì ascrivibile alla nuova scuola dell’Hip-Hop italiano, ma non per questo privo di ingredienti propri e scelte musicali che, lette nell’insieme, posizionano Brenno a equa distanza tra modernità e tradizione. Dualismo che, in realtà, attraversa “Perle ai portici” nella sua interezza, innescando un curioso gioco di contrasti, di opposti che si attraggono: l’amore/odio per Bologna, citata a più riprese, i grassi sample Funk di “77/7” e i synth apertamente Pop di “Fumé”, l’approccio esistenzialista (abbondante l’uso della prima persona singolare) e la maggiore programmaticità dei brani corredati da featuring (“Levi Strauss” e “Classic free styles” in particolare), un flusso lirico ora fitto e verboso, poi ricco di pause al termine di ogni barra (quasi un modo per aiutare l’ascoltatore a soffermarsi su quanto appena detto). Il risultato è imperfetto e non ugualmente interessante nel corso delle diciassette tracce che compongono la tracklist, dotata però di episodi suggestivi e che non svaniscono al termine del primo ascolto – tanto da convincermi a indicare Brenno Itani tra i possibili nomi di cui sentiremo chiacchierare nei mesi a venire.

Sulla base di ciò, conviene anzitutto isolare i punti di debolezza che ridimensionano il valore di “Perle ai portici”, ovvero (in ordine casuale): un maledettismo a lungo andare ridondante, imbevuto di malinconia anche nelle parentesi meno intimiste; la presenza di alcuni pezzi di difficile collocazione, penso al dittico “Fumé” e “Salvation”, il quale scompiglia il mood generale in favore di suoni un tantino discutibili (e il Rap, nel frattempo, si disunisce in brevi proposizioni che vorrebbero risultare enfatiche e improvvide strofe cantate); la qualità di una manciata di collaborazioni, guarda caso riconducibili alla label stessa (Roy Persico è sorvolabile, Chicoria mi ha fatto sanguinare le orecchie – dai, facciamo i seri: livello imbarazzante!). Di contro, il carattere di “Prova a prendermi“, lo storytelling di “Il canto delle sirene”, il timbro più leggero di “Girls”, la fotta di “Levi Strauss” e le vibrazioni positive di “Classic free styles” offrono segnali inequivocabili sulle potenzialità di un rapper, ricordiamolo, che è arrivato all’esordio ufficiale a ventisei anni e solo dopo un’intensa attività nella scena felsinea (con la crew Cobrakai Dojo e i mixtape “Cobra music”), gavetta che gli ha permesso di pubblicare un album immediatamente riconoscibile in mezzo a titoli che, viceversa, mancano spesso di una loro spiccata identità.

Venendo al punto, Brenno ha personalità, una penna incisiva e un orecchio fresco, doti indispensabili per correggere le piccole sbavature di “Perle ai portici” e ritagliarsi un posticino nel (sovraffollato) panorama Hip-Hop italiano. Noi gli auguriamo di riuscirci.

Tracklist

Brenno Itani – Perle ai portici (Smuggler’s Bazaar 2015)

  1. Più vicino al sole
  2. Prova a prendermi
  3. Il canto delle sirene [Feat. Kiqué Velasquez]
  4. I.M.M.M.
  5. Hard days
  6. 77/7
  7. Girls [Feat. Attila]
  8. Levi Strauss [Feat. Egreen]
  9. Shadows
  10. Tempo [Feat. Chicoria e Aban]
  11. Dada [Feat. Brain]
  12. Perle ai portici [Feat. Roy Persico]
  13. Classic free styles [Feat. Soulboy aka SoulleeBee]
  14. I feel so good again [Feat. Nico Royale]
  15. Fumé
  16. Salvation
  17. E’ quasi giorno

Beatz

  • Anagogia: 1, 7, 11, 12, 13, 15
  • Muchodolores: 2, 4, 5, 6, 10, 17
  • Kiqué Velasquez: 3, 14
  • The Ceasars: 8, 9
  • Seismal: 16

Scratch

  • Dj Trix: 3