Artifacts and Buckwild – No Expiration Date

Voto: 3,5

Possiamo ritenere gli Artifacts delle leggende? Le valutazioni per fornire un’adeguata risposta sono molteplici, distinguendo come sempre tra oggettività e soggettività. Chiaro, la loro discografia non può essere né quantitativamente né qualitativamente accostabile a quanto pubblicato negli anni d’oro da realtà come Gang Starr o A Tribe Called Quest – tanto per citare i primi due nomi che d’istinto la mente collega agli indimenticabili anni novanta –  e si può dibattere all’infinito della completezza o meno di album come “Between A Rock And A Hard Place” e “That’s Them“, uniche testimonianze storiche lasciate dal gruppo a una distanza temporale tale da risalire ad altre ere geologiche dell’Hip-Hop. Non c’è invece nulla da discutere sullo status iconico che El Da Sensei e Tame One – quest’ultimo tragicamente scomparso proprio qualche giorno fa – si sono meritatamente visti attribuire dai fan dell’underground più integerrimo, del quale si sono resi affidabili custodi promuovendo l’esercizio nella flessibilità lirica, la supremazia nelle competizione, l’irreperibilità di compromessi nell’attitudine artistica e nel sound grezzo, roccioso, inequivocabilmente votato all’hardcore. Non avranno inventato la ruota, ma l’hanno senza dubbio fatta girare meglio di molti altri, rimanendo sempre fedeli a loro stessi e trasmettendo la Cultura nella sua essenza nativa, formulando acrobazie lessicali sopra beat meravigliosamente scuri, scarni, che si sono rivelati essere tra le migliori colonne sonore a disposizione quando c’era da associare la loro musica alle immagini di una metropolitana, di un muro dipinto, di un quartiere periferico disagiato, di quel cap che può essere inteso tanto come accessorio d’abbigliamento, quanto come sommità di una bomboletta spray.

No Expiration Date” risponde al quarto di secolo di sostanziale inattività collegiale scongiurando il pericolo di mera operazione nostalgia attraverso il taglio parziale del legame con i trend del passato: il suono – e non avevamo dubbi – è rimasto inequivocabilmente sotterraneo, per quanto non risulti scuro come un tempo, guadagnando quel pizzico di melodia grazie alla produzione interamente affidata a Buckwild (che contribuì all’ascesa degli Artifacts componendo la sempreverde “C’Mon Wit Da Git Down“) e fornendo un’idea della possibile evoluzione del gruppo se solo annose problematiche con le etichette e mai ben specificate divergenze personali avessero posto fine all’avventura. L’interazione chimica tra questi due rapper è invece l’equivalente dell’incontro col migliore amico che non si frequenta da mesi, ma è come se lo si fosse visto il giorno precedente: i discorsi riprendono naturalmente da dove si erano interrotti, ciascuno dei due è complementare all’altro come se la reciproca coesistenza fosse rimasta sospesa nel tempo. Laddove il Sensei impressiona con acrobazie verbali che prediligono instancabili rime consecutivamente multisillabiche, Tame collabora con la consueta, naturale gestione delle assonanze e il disegno di un flow a volte opportunamente disordinato, contraddistinto da piccole pause e cascate di sillabe, un insieme di peculiarità senz’altro utile a sopravanzare la canonica assenza di varietà tematica.

L’accattivante “The Way I Feel” viaggia su un indovinato sample di piano, la sezione ritmica è propedeutica alla stimolazione della nervatura cervicale, il ritornello abbonda di frasi scratchate che aggiungono la ciliegina su un dolcetto squisito, inzuccherato dalla naturalezza nell’abilità verbale, perfettamente cucita sulla nota linea conservatrice della crew. “Take A Trip”, tra le proposte maggiormente riuscite all’affiliato D.I.T.C., vive di un ottimo funzionamento nel collage di piano e archi, una costruzione che esprime il sound east coast da ogni suo condotto: El utilizza tale momento più di altri per cacciare una notevole strofa di chiusura e insegnare la gestione assonante di un ritornello articolato, puntando i fari su una prestazione tecnica che utilizza ogni grammo della sua tipicità stilistica denotando al contempo l’evoluzione vissuta in decenni di praticantato. E’ addirittura vorticoso il getto continuo con cui allaccia brevi ma stuzzicanti rime nella serrata “Facts”, resa peraltro ulteriormente interessante dal metodo compositivo di Buckwild, intelligente nell’inserire diverse porzioni del sample in occasione dell’ingresso di ciascun rapper mentre Dj Eclipse affetta vinili sull’acciaio.

Se la prestazione lirica complessiva vede assai poco da rimarcare, giusto delle minuzie nella gestione di fiato e flow (Sensei infila qualche sillaba di troppo qua e là, sacrificando un minimo la cadenza; Tame, seppur brevemente, ha dei momenti nei quali fatica a terminare la barra con la giusta lucidità nella respirazione), il lavoro alle macchine si dimostra invece in parte al di sotto delle attese, lasciando che sia l’intatta intesa di squadra a fare la voce grossa sul resto. “Ask N$&@as” (re)introduce adeguatamente le figure di due autentici professionisti della rima, parlando di esperienza, dedizione, allenamento, spirito moralmente corretto, ma esibendosi su una composizione solo sufficiente; per quanto episodi come “Better Music” tendano a far prevalere la particolare durezza del comparto strutturale, il loop vocale inserito si sforza davvero poco nell’evitare di stancare presto l’ascoltatore. Non fosse per l’ottima alternanza di strofe – qui più rapida che altrove – toccherebbe classificare pure l’insipida “Come Alive” tra le proposte meno riuscite, ciononostante il particolare incedere di Tame One, proprietario di un andamento più libero ma costantemente efficace nel reperire la corretta soluzione metrica, si unisce compiutamente alle buonissime tessiture del socio, elevando la traccia a un giudizio stringato ma in ogni caso positivo. “Three 4 The Crew!!!” è invece il classico pezzo di chiusura che segnala l’esaurimento delle buone idee, messo lì giusto per fare numero tondo con la scaletta, mentre “Raw Garden State” è l’unica vera variante tematica presente, un omaggio a New Jeruzalem e ai suoi pericoli, ma si perde su un irrilevante giretto di piano e l’ennesima riedizione del breakbeat di “Long Red” dei Mountain, il cui utilizzo è oramai ridondante e datato.

Non che Buckwild non sia più in grado di sganciare mine, “Contagious” ne è l’esemplificazione più lampante, tenendo strettamente fede al titolo grazie a una sezione ritmica rocciosa, alla gracchiante stesura dell’eccellente sample di corde, per poi lasciare la scena all’incedere della tromba e a un piano minaccioso. Questo sì rappresenta adeguatamente la freschezza del possibile nuovo corso degli Artifacts, dato che, nonostante la mancanza di ampiezza argomentativa, i congegni lirici sono troppi per non essere osservati più volte, anche se poi la scena viene intascata da A-F-R-O, che offre un instant replay grazie alla combinazione tra calore della voce, gestione sillabica, accostamenti figurativi e flow da manuale. Da evidenziare è altresì la partecipazione di Ras Kass, la quale crea un allineamento che avremmo volentieri apprezzato anche più di vent’anni fa, per una “Real Rap!!!!!” che gira molto bene sul loop di chitarra e basso.

Piacerà dunque “No Expiration Date” a chi ha seguito e atteso gli Artifacts con calore e passione, sperando in un loro ritorno? Risposta affermativa, a patto che le aspettative si focalizzino su un lavoro che propone un pacchetto di ottime tracce, nessuna hit ovvia, qualche imperfezione nella continuità del percorso e un’impressionante chimica interattiva che si dimostra priva di ruggine. Insomma, ci sarebbe di che essere soddisfatti; l’unico grande rammarico è rappresentato da quella copertina, che andrebbe purtroppo aggiornata con una seconda aureola fluorescente, sancendo la fine ufficiale di un gruppo che ha fatto scuola proprio in concomitanza al suo attesissimo e gradito ritorno.

R.I.P. Tame One. R.I.P. Dj Kaos.

Tracklist

Artifacts and Buckwild – No Expiration Date (Smoke On Records 2022)

  1. Ask N$&@as
  2. The Way I Feel
  3. Better Music
  4. Facts
  5. Come Alive [Feat. Big Joker]
  6. Real Rap!!!!! [Feat. Ras Kass and Big Joker]
  7. Contagious [Feat. A-F-R-O]
  8. Raw Garden State
  9. Take A Trip
  10. Three 4 The Crew!!!

Beatz

All tracks produced by Buckwild

Scratch

  • Dj Hush: 2, 7
  • Dj Eclipse: 4
The following two tabs change content below.

Mistadave

Ultimi post di Mistadave (vedi tutti)