Tha God Fahim – Six Ring Champ

Voto: 3,5/4 – –

Dispersiva. E’ l’attributo che meglio descrive la fitta progressione discografica di Tha God Fahim aka Dump Gawd aka Supreme Dump Legend, rapper e beatmaker di Atlanta che, a partire dal 2015, ha pubblicato un quantitativo di titoli talmente imponente da renderne difficile perfino un’elencazione puntuale, invadendo letteralmente la scena underground sia attraverso delle autoproduzioni che in combutta con label come Effiscienz, Soul Assassins, Nature Sounds e Fat Beats. E’ indispensabile conoscerne a menadito l’intero tragitto? In tutta franchezza, no – e dubito che lo stesso interessato sappia ricostruirlo in assenza di Discogs; gli snodi principali, tuttavia, riservano diverse sorprese: da “Dreams Of Medina” a “Stock Lord”, passando per “Dump Assassins” con Dj Muggs, “Lost Kingz” e – in coppia con Your Old Droog – il rapido uno/due di “Tha Wolf On Wall St.” e “Tha YOD Fahim”. Trascorsi un paio di mesi abbondanti di ascolti, a questi possiamo appunto aggiungere “Six Ring Champ”, la penultima tra le sue uscite (presto seguita da “Dump Gawd: Shot Clock King 3”).

Quattro produttori (compreso Fahim medesimo) e una sola voce aggiuntiva al microfono (sempre l’amico YOD); l’album, dodici brani per mezz’ora di durata, ha una linearità che si riflette in un ascolto agevole, privo d’intoppi: TGF è parte integrante della nuova scuola emersa nel pieno degli anni dieci, ne rispecchia il gusto musicale e l’approccio asciutto al Rap, sebbene impieghi un quid di cattiveria in meno rispetto al canone Griselda – con la quale peraltro ha avuto dei piccoli screzi. Qui, infatti, l’intrattenimento non deborda mai nel puro racconto gangsta e la dimensione tematica, con una spiccata tendenza all’autocelebrazione, può contare su una penna adeguata all’obiettivo, si tratti di inquadrare pericolosi scorci urbani (<<I dread in these streets, beware/’cause they be poppin’ lead/the enemy on lookout, Police abuse power daily/what is the cure to this sickness? Vision’s all hazy/brothers feelin’ like they got nothin’ to lose>>“Titanism”) o, più prosaicamente, di cantarsi un po’ di lodi (<<drastic changes, circumstances, gotta learn to adjust/I’m tryna get the bag like Elon Musk/I stack the crust, I built my empirе out of dust/I can’t let my talent collect dust>>“4 Matic”).

In generale, “Six Ring Champ” non tenta percorsi inediti né insoliti, non si discosta da un canovaccio medio, non alza l’asticella sfoggiando liriche di particolare complessità tecnica; è quanto viene spesso rimproverato a Fahim, di galleggiare su una sufficienza che non gli rende del tutto giustizia. Ma è altrettanto vero che, pur col minimo sforzo, il Nostro riesce ancora una volta a capitalizzare una formula tanto semplice quanto efficace, perché eretta su basi solidissime: Camoflauge Monk, Nicholas Craven e Thrasherwulf gli consegnano una cartella invitante, Your Old Droog è una spalla infallibile e il resto è una questione di routine, per il protagonista. Craven soprattutto, con dei tagli Soul pregevoli, gli spiana letteralmente la strada: “Love N Hate” combina diverse sezioni di “Say Yes” di Asha Puthli con una manciata di considerazioni sull’esperienza artistica (<<if the shoe fits you, your words could be your biggest issue/I seen a lot and done a lot, never been the one to stop/when I rap, jaws drop, it’s radiation and fallout/been hustlin’ a long time, I got a few tricks>>), accorgimento simile per “Drivin Me Crazy”, il cui mood incupito (<<lost a few people and lately been feelin’ lazy/people losin’ lives, I’m seein’ death on the daily/my mind ain’t playin’ tricks, ain’t no Sun where it’s shady>>) sembra diramarsi dal cantato di “Take It Or Leave It” di Brenda and The Tabulations.

Riducendo il discorso all’essenziale: funziona tutto, brani come “Iron Mic” e “61 In A Game” (deliziosi i pattern minimali adottati da Camoflauge Monk) spettinano quanto basta la tracklist e il tiro quasi old school di “Checkers” è un ottimo centro. Eppure, non volendo con ciò sminuirlo, il disco cristallizza uno schema che riteniamo abbia già dato i suoi frutti di maggior pregio; nel senso che, complice una compulsività realizzativa che non colpisce certo in via esclusiva Tha God Fahim, nel sottogenere di riferimento domina il consumo rapido, bulimico, a scapito di una longevità sempre più contenuta. Ecco, alla domanda “Six Ring Champ” è un progetto valido?, la risposta è senza dubbio sì; se però indagassimo più a fondo, chiedendoci magari fino a quando lo preferiremo ad altri ascolti… Diciamo che la questione si complicherebbe parecchio.

E quindi è bene non allontanarsi troppo dall’oggetto della recensione: “Six Ring Champ” è disponibile in tutti i formati possibili, fisico, digitale e streaming, nella peggiore delle ipotesi vi terrà compagnia un discreto numero di volte – o molte più, a seconda dei gusti. Fate una prova.

Tracklist

Tha God Fahim – Six Ring Champ (Nature Sounds 2022)

  1. Titanism [Feat. Your Old Droog]
  2. Iron Mic
  3. 4 Matic
  4. Love N Hate
  5. Job Well Done [Feat. Your Old Droog]
  6. Countless Nights, Endless Days
  7. 61 In A Game
  8. Checkers [Feat. Your Old Droog]
  9. OWJ
  10. Stay Down Till You Come Up
  11. Drivin Me Crazy
  12. Tha Last Shot

Beatz

  • Tha God Fahim: 1, 6, 10, 12
  • Camoflauge Monk: 2, 5, 7
  • Nicholas Craven: 3, 4, 9, 11
  • Thrasherwulf: 8