Intervista ai Fuoco Negli Occhi (Febbraio 2007)

Dr. What?: Fuoco Negli Occhi. Chi sono i membri e le rispettive provenienze?
Brain: siamo io, Chiodo, Prosa e Micha Soul. Prosa e Micha sono nati a Bruxelles, dove hanno vissuto più o meno vent’anni, da genitori italiani. Io (originario della Calabria) e Chiodo siamo invece di Bologna.

DW: come vi siete incontrati e quando si è formato il gruppo FNO?
B: Prosa è venuto a Bologna nel 2004, come dicevo dopo aver vissuto a lungo a Bruxelles, e ha incontrato Chiodo tramite Lama Islam, di lì ha conosciuto me e in seguito è venuta ad abitare qui anche Micha, formando così i FNO.

DW: perché Fuoco Negli Occhi?
B: il fuoco è anima… Gli occhi lo specchio dell’anima… Diciamo che è come descrivere ciò che vedono gli occhi, col fuoco che t’aiuta a mantenerti in gioco.

DW: chi sono gli artisti che hanno influenzato maggiormente il vostro suono e a quali vi ispirate?
B: personalmente, ascolto molta musica oltre al Rap, come influenze di suoni sicuramente il Funk, il Jazz, non ascolto invece musica Elettronica e apprezzo molti i cantautori italiani, su tutti De André. Per quanto riguarda il Rap, D.I.T.C, Wu-Tang Clan, MF Doom, Boot Camp, Saïan Supa: loro mi hanno influenzato maggiormente. In Italia, ovviamente, Sangue Misto, quindi Deda e Neffa, sempre di Bologna Dj Lugi e Gianni KG, quest’ultimo mi ha insegnato davvero un sacco di cose sulla metrica e sulle note.

DW: com’è nato il vostro primo disco, “Graffi sul vetro”, e come siete approdati alla Grande Onda di Piotta?
B: il disco è nato e si è evoluto in maniera del tutto naturale; la spinta continua di fare pezzi, recuperare beat, la fotta che tutt’ora ci spinge a non fermarci mai.
Prosa: quando abbiamo finito “Graffi sul vetro”, ci siamo messi a cercare un’etichetta che si interessasse al progetto… Alcune non ci hanno proprio considerati, molte altre erano interessate ma non si dimostravano abbastanza serie o se ne uscivano con proposte assurde. Noi ci siamo autofinanziati il disco risparmiando piano piano e non volevamo certamente farci fregare dai primi arrivati. Piotta si è dimostrato la persona adatta: serio e professionale. La lealtà viene prima di tutto e, nonostante i mille impegni, Tommaso è sempre stato disponibile, così come Luca della Next Press. I rapporti sono ottimi e la nostra volontà è di crescere e continuare con la Grande Onda. Inoltre è uscito “Multiculti”, il nuovo album di Piotta, che insieme al nostro prodotto è il primo in Italia che apre le porte a una mescolanza linguistica.

DW: in effetti in “Graffi sul vetro” si sente forte la voglia di riunire diverse culture sotto un unico suono, perché avete deciso di intraprendere questa strada e da dove è nata l’idea?
P: onestamente, non ci siamo posti un obiettivo sonoro o una strada stabilita da intraprendere, “Graffi…” suona così perché i singoli del collettivo vengono da realtà diverse e quindi la mescolanza era del tutto naturale. C’è da dire che abbiamo rischiato molto con la decisione di fare subito un disco appena nata la crew FNO, dando priorità assoluta al progetto e rinunciando a malincuore ai vari mixtape che avrebbero potuto farci conoscere prima di uscire con l’album. Ma se t’impegni in un progetto ti ci devi consacrare al 100%, perché creare un album dal niente e senza l’appoggio di nessuno è veramente impegnativo. E’ chiaro che la gente all’inizio ti guardi con un certo scetticismo e lo farei anch’io se vedessi un nome sugli scaffali venuto dal nulla (nonostante il fatto che Chiodo e Brain prendano da anni i treni per andare alle jam e farsi sentire agli open mic…). Sicuramente con questa scelta vendi meno copie, ma non c’interessa: volevamo farcela con le nostre forze, senza dover rendere conto a nessuno. Non ci piacciono le strategie, ci sentiamo soddisfatti per questo, alcuni oggi fanno i leccaculo a discapito della propria dignità, si autocelebrano all’estremo, giocano a fare le star e poi escono grazie alla fama degli altri rapper, non è neanche più passione ma diventa una moda, l’ennesima trovata per apparire ma che finisce per dare un’immagine del Rap che si allontana dalla vera cultura Hip-Hop. A noi non piacciono questi atteggiamenti, mancano i principi e l’umiltà, non riuscirò mai a rispettare gente del genere, ma per fortuna in Italia il grosso della scena è formato da gente che lo fa per pura passione verso le quattro grandi discipline del vero Hip-Hop. Io sono dell’idea che non conti quanto vendi, conta in che modo ti puoi guardare allo specchio…e questa è l’idea di base che unisce tutti e quattro.

DW: nell’album sono presenti varie partecipazioni straniere. Come siete entrati in contatto con Gora, Les Autres e The Regime?
P: Les Autres fanno parte dell’underground belga, sono validissimi ed essendo nostri amici è stato spontaneo fare un pezzo con loro, volevamo respirare un po’ di Hip-Hop made in Bruxelles. Per quanto riguarda The Regime, li ha conosciuti Chiodo due anni fa durante l’Hip-Hop Kemp a Praga, hanno fatto uno show incredibile ed è stato naturale chieder loro un featuring sul nostro disco. Loro sono stati molto contenti di collaborare, quindi gli abbiamo mandato un gran beat di MareMarco e il tutto si è fatto. Gora invece vive a Bologna e faceva parte della PMC, quindi lo conoscevamo bene: ha una gran voce, riesce a fare cose originalissime. In questo caso è stata una collaborazione improvvisata: ci trovavamo a casa di Shablo per la scelta di alcuni beat e ci ha fatto sentire un pezzo incompleto di Gora, cantato su una strumentale che ha colpito subito Micha. E’ cosi che lei ha proposto a Gora di completargli il pezzo e di metterlo sia sul nostro album, sia su quello che Gora dovrebbe far uscire in Senegal.

DW: ci sarà in futuro la possibilità di sentirvi in qualche loro progetto?
P: speriamo di sì! Le cose insieme non finiscono qui, con Les Autres siamo in continuo contatto e l’estate scorsa Brain e Chiodo hanno fatto una parte del live con The Regime all’Hip-Hop Kemp di Praga…

DW: raccontateci un po’ delle vostre storie artistiche al singolare…
B: io e Chiodo rappiamo assieme più o meno dal duemila, Chiodo dipingeva e io facevo anche il dj. Sondiamo varie jam in tutto il centro-nord dell’Italia, dove facciamo freestyle al microfono. Nel 2003 conosciamo Gianni KG e cominciamo a fare un po’ di pezzi assieme formando una crew dal nome Stratus Bolo, alla quale si aggiunge nel 2005 l’mc di Rimini Fadamat. Chiodo partecipa al 2TheBeat DeathMatch svoltosi a Rimini l’anno scorso arrivando terzo, entrambi siamo all’Hip-Hop Kemp di Praga nel 2006 e poi sul palco principale con The Regime.
P: io e Micha, crescendo a Bruxelles, abbiamo iniziato prima come membri di una crew enorme chiamata MF, poi nel duemila siamo entrati a far parte del collettivo Malefix Team formato da undici mc’s provenienti da varie culture. Con la Malefix siamo usciti in svariati mixtape locali e avevamo anche iniziato un album, ma eravamo ancora troppo giovani e scapestrati per organizzare un’impresa così ardua… Siamo comunque stati ospiti in una moltitudine di radio Hip-Hop (Bruxelles ne è piena!) e alcuni nostri pezzi presenti in mixtape nazionali sono passati in radio per parecchio tempo.

DW: nonostante siate un gruppo nuovo ai più, sull’album sono comunque presenti artisti italiani di grande spessore come Shablo, Dj Shocca, Frank Siciliano, Guè Pequeno; che tipo di rapporto avete col resto della scena italiana?
B: vivendo a Bologna e girando spesso per le jam, abbiamo avuto modo di conoscere molte persone e Guè, essendo sicuramente uno dei più bravi in circolazione, era perfetto per la tematica di “Traffic”. Shablo, Shocca e Frank sono tra i migliori e ci siamo affidati a loro per ben undici tracce: era come una droga, dopo un beat ne volevamo un altro e poi ancora e ancora!

DW: Prosa rappa in francese mentre la sorella Micha canta in Inglese, almeno a casa parlano in italiano?
P: ti dirò, a Bruxelles abbiamo sempre parlato in italiano con i nostri genitori, ora però – vivendo in Italia – a casa cerco di parlare anche in francese, perché voglio insegnarlo a mia figlia, crescere parlando due lingue è una gran fortuna. Per il resto, noi ci sentiamo italiani a tutti gli effetti, io tifo Italia e festeggio se perde il Belgio! Musicalmente parlando, invece, io e Micha siamo cresciuti nella scena underground locale, quindi mi sento brussellese ma non belga – anche se non sembra, c’è una grande differenza tra le due cose…

DW: progetti per il futuro?
B: stiamo iniziando a girare in varie parti d’Italia con lo show di “Graffi sul vetro”, speriamo di arrivare in più posti possibili. Per info andate sul nostro MySpace, il 16 febbraio siamo a Roma da Messaggerie Musicali, poi lì trovate il resto delle date. Per quanto riguarda i nostri progetti, stiamo preparando uno street album: saranno tutti pezzi inediti con l’aggiunta di 2/3 remix, ci saranno molti ospiti della scena italiana, sia mc’s che beatmaker, tutte persone che stimiamo sia musicalmente che umanamente e con le quali volevamo collaborare (la lista è lunga e ci sarà gente molto tosta). Stiamo ultimando il remix del pezzo “Graffi sul vetro” con Paura come ospite, che su ‘sto beat devasta davvero tutto. Ci saranno anche ospiti stranieri tra cui Liv L’Raynge su un pezzo di Micha e Specta (ex Saïan Supa Crew di Parigi) che è venuto a Bologna per registrare con noi, abbiamo scritto tutti e cinque assieme in un giorno e poi dritti in studio. E’ stata una grande esperienza per noi, c’era un grande spirito Hip-Hop e questo è uno dei motivi per il quale facciamo musica, respirare quell’atmosfera che non ha niente a che vedere con le puttanate mediatiche fatte di oro e fama. Specta è un vero purista che ha lasciato un gruppo dopo 450.000 copie vendute per continuare ad avere un proprio percorso musicale senza badare a quello che vuole la massa, merita grande rispetto. Stiamo anche creando un progetto chiamato Toxiclabot Italia con lui e presto ci saranno più informazioni al riguardo… Intanto, il video del suo week-end a Bologna è già online. Poi, per finire, Micha sta preparando il suo album, ma è ancora agli albori. Per il resto, non ci fermeremo mai, nonostante critiche, ostacoli, il tempo che manca e via dicendo. Continueremo fino a quando ne avremo le forze. Fino a quando il fuoco rimarrà acceso!