Dream McLean – Greyscale
In cuffia già mesi fa con “Sloe Gin“, prodotta da Nightwatch (Noisia!), e con la più conosciuta “Let You Go“, coi compari Chase & Status, produttori di molti dei suoi brani e proprietari della MTA, label di uscita di “Greyscale”, Dream McLean ci presenta (così) il suo primo full length dopo “Weatherman EP” del 2013 e alcuni singoli pubblicati ancor prima. Partiamo subito: synth ipnotici di High Frequency nell’unica strofa di “Bastard”, dove Dream, in hangover tra alcool e sesso, si autoproclama un vero stronzo.
Interessante la Progressive “Hi-Fi”, che sfocia nell’hook in una Drum’n’bass decisa, profonda e triste allo stesso tempo; “Slut” aumenta i giri grazie a Benson, ai bei giochini da uno a dieci nella seconda strofa e a barre tipo<<she said “can I ask you a question?”, I said “why you asking about asking? Bitch, just ask it”>>. Ancora droga & co. in “D.W.I.D.” assieme a CASisDEAD e Professor Green, che perde la fede nuziale per un mix di coca e keta (!); in “Black & White” la riflessione contemporanea <<old hoes like “oh, you Rap now?”/New hoes like “oh, you Rap? Wow”/me, I’m just here in the background>> è a mio parere fighissima.
Punti bassi “The Unholy Trinity”, “Pharaoh“, “Sumtimes” e la banale produzione filth di “Angel Dust”; l’iceberg invece è “Hunwicke Road Interlude”, sull’oscuro carpet targato Noisia e con quelle modulazioni/distorsioni di voce amabilissime su un McLean che ci parla di freddo e guerra in uno scenario cyperpunk: brano migliore del disco, peccato che non c’entri nulla con tutto il resto. La traccia rappresentativa dell’album è decisamente “Colour Blind”, con i vocals di Abi F Jones:<<the hills are grey, the sun is white>>; sembra anche la descrizione della cover. Il nostro è spesso high, testimonianza la media totale dei bpm di ogni brano. Onnipresente una lei, che talvolta prende il nome di “Alice” (in wonderland), talvolta più genericamente she o her.
I ritornelli funzionano ottimamente, al contrario di qualche rima che pecca a volte in ricerca e significato, fortunatamente non in tecnica o espressività. I suoni sono ultraclassic UK, stop. E’ Soft Grime: disco dannatamente lento e nonostante non si regga in piedi per la sbornia e i viaggioni (sentimentali) conseguenti è come se lo fosse perché gira come deve girare, senza arrivare a picchi altissimi ma va benissimo così, d’altronde le sfumature di grigio non possono essere racchiuse in sole tredici tracce. Album interamente ascoltabile su Soundcloud.
Tracklist
Dream McLean – Greyscale (More Than Alot Records 2014)
- Bastard
- Colour Blind
- The Unholy Trinity
- Alice
- Hi-Fi
- Black & White [Feat. Wallace RiceP]
- Slut
- All Good Is Evil
- D.W.I.D. [Feat. CASisDEAD and Professor Green]
- Pharaoh
- Hunwicke Road Interlude
- Sumtimes
- Angel Dust
Beatz
- High Frequency: 1, 5, 8, 9
- Tom Demac: 2
- The Purist: 3
- Spacedtime: 6
- Benson: 7
- Chase & Status: 10, 13
- Nightwatch: 11
- Sumgii: 12
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