Canibus – Melatonin Magik
La carriera artistica di Canibus è stata perennemente costellata da aspettative elevatissime, fin dai suoi primi e convincenti passi nel mondo underground in molti l’avevano proclamato come il prossimo Messia dell’Hip-Hop, conseguendo il risultato di non riuscire a mantenere fede a questo status costruitogli addosso. O, perlomeno, di riuscirvi in parte, distruggendo qualsiasi compagno di featuring che lo chiamasse a condividere delle strofe ma deludendo spesso le attese in molti dei suoi dischi solisti, facendo nascere in lui un permanente senso di rabbia e un desiderio di rivincita che oggi, dodici anni dopo il suo album d’esordio, sono ancora in fermento.
Il Canibus di “Melatonin Magik” è quello di sempre, incazzato nero con chi lo sottovaluta, malfidato nei confronti di un sistema che prima o poi riuscirà a portare a termine la propria cospirazione contro l’essere umano inconscio di ciò che gli sta accadendo e bravissimo nel cercare schemi di rime sempre più complicati, inserendovi all’interno delle frasi con significati nascosti, affascinanti quando se ne riesce a svelare il mistero costruito al loro interno. La controversia è al centro di tutto il lavoro, in linea con la scelta di far comparire Professor Griff di tanto in tanto, Canibus sa di essere un rapper scomodo e fornisce il suo pensiero senza farsi tanti patemi, attaccando con grinta i media che hanno commercializzato l’Hip-Hop insultandone l’intelligenza, il tema più ricorrente di “Melatonin Magik”. La titletrack ruba furbescamente la base a LL Cool J e alla sua “The Ripper Strikes Back”, il che potrebbe esser visto come un diss subliminale (nessuna indicazione di liriche anti-LL all’interno), mentre sono indubbiamente più espliciti i riferimenti a Eminem in “Air Strike (Pop Killer)”, nella quale l’aggressivo DZK dà dimostrazione delle sue indubbie capacità al microfono, senza risparmiare The Blastmaster in persona, preso di mira per la sua apparente mancanza di coerenza in “Kriminal Kindness”, titolo tutt’altro che casuale.
I veri capolavori del disco sono invece “Hip-Hop Black Ops” e “The Dragon Of Judah”, poste consecutivamente a formare una combo devastante, entrambe capaci di far saltare dalla sedia per le rime taglienti e per le basi da film fantastico, cucite con classe per il senso scenografico che le liriche riescono a dare. Nella seconda parte del disco emergono nuovamente le discontinuità riscontrate in tanti lavori del rapper, la produzione perde lievemente quota e ci si smarrisce in un’esagerata quantità di collaborazioni che tolgono l’obiettivo dal lavoro dell’artista principale, ovvero dalla migliore qualità dell’album. Canibus dà ancora una volta la sensazione che, tagliando due o tre tracce inutili e fornendo di un livello superiore altre tre o quattro, avrebbe probabilmente creato il suo disco perfetto, perché se è vero che la sua grandezza esce allo scoperto nelle tracce già menzionate sopra, non si capisce il motivo per cui la stessa non possa perdurare anche in seguito. Un artista superiore, cui manca solo il fatidico colpo del KO che tutti stiamo aspettando da quel famoso 1998.
Tracklist
Canibus – Melatonin Magik (RBC Records 2010)
- Melatonin Magik Intro
- Melatonin Magik
- Kriminal Kindness
- Hip-Hop Black Ops
- The Dragon Of Judah
- Post Traumatic Warlab Stress [Feat. DZK and Warbux]
- Air Strike (Pop Killer) [Feat. D-12 and DZK]
- Fraternity Of The Impoverished
- Dead By Design
- Only Slaves D.R.E.A.M.
- Ripperland [Feat. The Goddess Psalm One]
- Stomp On Ya Brain [Feat. Journalist]
- Beat Butcha Get Em [Feat. Jaecyn Bayne, Son One and Chopp Devize]
- Do It Live! [Feat. Blaq Poet, Skarlit Rose and Presto]
- Sharpshootaz Blastin’ Caps [Feat. K-Solo, Born Sun, Willie Dynamite and Maintain]
- Gold & Bronze Magik [Feat. Bronze Nazareth and Copywrite]
Beatz
- The Architect and Rob Fatal: 1
- Blastah Beatz: 2, 3
- X: 4, 12, 15
- Sicknature: 5, 6, 8
- Engineer: 7, 9, 10
- The Legendary Charlie G: 11
- Beat Butcha: 13
- Nickel Plated: 14
- Krohme: 16
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