C.L. Smooth – American Me
Più di una decade fuori dai giochi. Il peso di aver composto, assieme a Pete Rock, uno dei più grandi gruppi Rap della storia. Un microfono impolverato, rimasto senza rime per troppo tempo. Un’attesa cresciuta a dismisura nei confronti di tanti fans, tenaci nel tenere acceso un lume di speranza nel rivederlo, un giorno, su un palco. C.L. Smooth ritorna sulla scena con il suo primo album solista di sempre, “American Me”, ed è un piacere, affrontandone l’ascolto, ritrovare intatto quel flow morbido e raffinato, quelle tematiche riflessive, personali, sentimentali, rilassate ma pure coscienziose, colte.
E’ un disco fatto di raffinati e seducenti omaggi alla potenziale donna della propria vita, di serene constatazioni riguardanti l’Hip-Hop ed i suoi cambiamenti, visto con gli occhi di chi ha osservato volontariamente dall’esterno, di pensieri positivi, lontani da rabbie senza senso. In tale equilibrio trova spazio ogni cosa: la serietà e la politica (“American Me”, “Terrorism”), il relax godereccio di alcuni sprazzi di vita (“Warm Outside”), la spesso dimenticata speranza (“Heaven Is Watching You”) e soprattutto l’instancabile voglia di conquistare con classe. Pete Rock fa capolino giusto in una traccia, tra l’altro non inedita (“It’s A Love Thing” presente su “Soul Survivor II”), il fantasioso Mike Loe e Kay Gee scovano delle basi a tratti eccellenti, poste alla ribalta dal campione Jazz della riflessiva “I Can’t Help It”, dalla delicatezza insuperabile di “Call On Me”, nonché dalle irresistibili trombe di “Smoke In The Air”, tutto ciò nel pieno rispetto dell’accostamento tra la musica ed il calore emanato dalla voce del rapper.
Di questo lavoro è pure apprezzabile la capacità di C.L. Smooth nell’uscire per attimi dal personale standard artistico, come provato dal riff metallaro di “Impossible” e dall’atmosfera caraibica della sognante “The Stroll”, così come lo è la cura dei dettagli di ciascun interludio presente, ognuno vicino ad essere un brano a sé stante. E non dimentichiamo, cari connazionali, che in “American Me” c’è persino un pezzo d’Italia (“C.L. Smooth Unplugged”), azzeccata produzione di Squarta, bravo a scegliere ritmi e campioni fedeli allo stile del rapper ed a farci sentire tutti un pochino più orgogliosi. Meno incisive, invece, “Gorilla Pimipin'”, “All We Ever Know” e la titletrack, le quali non sembrano in grado di reggere il confronto con il resto dell’album.
Giusto per parafrasare uno dei concetti più profondi espressi dall’introduzione al disco, C.L. Smooth riesce a farsi definire dal tipo di decisioni che un uomo è chiamato a prendere e non dalle proprie origini. Re Caramello ha deciso che era ora di tornare, stavolta in solitudine. Bentornato!
Tracklist
C.L. Smooth – American Me (Shaman Work 2006)
- American Me (Intro)
- American Me
- I Can’t Help It
- Call On Me
- Black Heart Radio (Interlude)
- C.L. Smooth Unplugged
- Warm Outside
- Terrorism (Interlude)
- Gorilla Pimpin’
- The Impossible
- It’s A Love Thing
- Smoke In The Air
- Travel Sometime (Interlude)
- The Stroll
- American Me (Outro)
- All We Ever Know
- Heaven Is Watching You
Beatz
- Mike Loe: 1, 3, 5, 10, 12, 15, 16
- Heatmakerz: 2, 7, 14
- Kay-Gee: 4, 9, 17
- Squarta: 6
- Don Joe: 8, 13
- Pete Rock: 11
Mistadave
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