Apollo Brown and Philmore Greene – Cost Of Living

Voto: 3,5/4 –

Ascoltando i primi secondi di “Consequences”, breve introduzione che conduce all’essenza tematica di “Cost Of Living“, si percepisce un chiaro desiderio di ritorno all’innocenza, una nostalgica e agrodolce malinconia suggerita dal pensiero verso quellla purezza dell’età più tenera che viene sistematicamente tradita dall’amara realtà di un mondo nascosto dietro a troppe apparenze. La prefazione della collaborazione tra Apollo Brown, asso della produzione di casa Mello Music Group, e Philmore Greene, rapper proveniente dalla zona più a ovest di Chicago, è brutalmente onesta nel porre in evidenza tale concetto attraverso la contrastante sovrapposizione di innocue urla di bambini intenti a giocare e una voce che si chiede retoricamente quali siano le conseguenze del venire al mondo, a seconda di dove si ha la fortuna o meno di nascere e delle decisioni che si è destinati a prendere, dando seguito a ciò che già dalla copertina risulta perfettamente intuibile. L’immagine dell’Apollo Theatre di Chicago, edificio distintivo del quartiere di Lincoln Park, viene infatti immortalata in una giornata grigia, piovosa, le gocce rimangono adagiate sulla lente della macchina fotografica sfocando la figura di fondo e creando una metafora perfetta per il messaggio che i due artisti intendono trasmettere.

Se già ciò è motivo di curiosità d’ascolto, un altro fattore determinante è costituito dalla nota pignoleria selettiva di Brown, che per scelta professionale (peraltro condivisibile) lavora con qualcuno solo dopo averlo conosciuto approfonditamente, generando una chimica capace di oltrepassare il semplice interscambio tra liriche e beat, consentendo – in questo caso – ad artisti sconosciuti di far emergere qualità che resterebbero altrimenti ancorate all’anonimato. Greene è uno scrittore di rime diretto, privilegia un linguaggio semplice ma costantemente in grado di giungere al punto, dotato di una personalità fortemente empatica e una bontà d’animo pronta per essere messa a disposizione di chiunque ne abbia necessità, facendo convergere le sue sofferenze personali con quelle di tanti altri costretti a risiedere in comunità devastate da violenza e malavita, relegate nei bassifondi meno accessibili di città che, al di là delle bellezze offerte, hanno realmente vissuto momenti tragici.

E’ questo il filo conduttore che unisce Chicago e Detroit, le due città di provenienza dei protagonisti, nonché il mezzo per reperire un ideale allineamento mentale, una reciprocità nella condivisione degli stati d’animo. Per quanto la produzione di Apollo Brown si sia da tempo assestata su aspetti metodici che non si discostano più di tanto dalla formula originale, la sensibilità con cui mette assieme strumentazioni con quell’innato tocco cinematografico rappresenta la chiave ideale per girare le serrature interne di un rapper che ha saputo riemergere da situazioni traumatiche segnanti, rendendo queste quindici tracce un percorso faticoso ma densamente esplorativo, che delinea i tratti di un uomo resiliente, altruista, capace di ricavare corrette lezioni da esperienze che troppo spesso impediscono di rialzarsi in piedi e ritrovare le migliori coordinate.

C’è giusto il tempo per una breve presentazione, Philmore Greene non dimentica di essere una persona dotata di umiltà e trova corretto fornire un’identità a chi non ha mai sentito parlare di lui, consapevole della maggior fama di cui gode il produttore originario di Grand Rapids. “Nice To Meet You” è infatti un’originale presentazione che non vuol essere il tradizionale brag Rap spocchioso, ma intende promuovere le proprie competenze senza necessariamente voler infierire su qualcuno. Una volta compiute le doverose introduzioni, ecco che l’essenza dei contenuti comincia a farsi inesorabilmente largo, lasciando spazio a pezzi molto validi nel loro saper mantenere il legame tematico verso la mentalità che il disco vuol convogliare. Via libera, dunque, alle emozioni e alle prospettive, ai sogni, alle ambizioni comunitarie così ben riassunte in “Steep Life”, non a caso puntellata da un ritornello estratto direttamente dall’iconica voce di Common, l’eroe cittadino per antonomasia (<<its steep life, coming up where niggaz is sheep-like/rappers and hoopers, we strive to be like>>), sentimenti altrettanto ben rappresentati dalla decisa “Keep Goin’”, arguta nell’evidenziare come il protagonista sia riuscito a ricavare insegnamenti fondamentali da un giusto atteggiamento nei confronti del suo vissuto di strada, trasmettendo un tangibile senso di speranza.

L’umore viaggia attraverso un chiaro/scuro perennemente altalenante – e altrimenti non potrebbe essere. L’oscurità che si addensa sopra al giro di piano dell’ombrosa “Paradise” accompagna considerazioni amare e avvolge pericoli che la notte dei quartieri sconsigliati fa costantemente emergere, un concetto su cui si esprime coerentemente un Evidence mentalmente appesantito già di suo, efficace nel tratteggiare una Venice Beach letale a prescindere da spiagge e meteo favorevole. Greene si costituisce reporter del ghetto raccogliendo direttamente dai protagonisti i dettagli per la costruzione delle sue storie, incanalando dentro sé il dolore altrui e creando le immagini che fanno muovere nella mente il racconto di “Just Imagine”, sottolineata da un sofferto canticchiare di fondo, rendendosi peraltro maggiormente apprezzabile in tutte quelle occasioni in cui decide di dare un’accelerata al flow, evidenziando una capacità gestionale delle sillabe che non ha certo necessità di essere torrenziale per dimostrare la sua validità. Magari non eccelle in nessun particolare campo tecnico, ma il suo saper fare tutto e bene lo rende un rapper piacevole da seguire, a maggior ragione se il metodo espressivo è perfettamente comprensibile senza bisogno di letture esterne e l’aggressione verso il beat è più ampia, come accade ad esempio sull’ottima interazione tra archi e campioni vocali di “Immaculate”, dove l’enunciazione è più intricata, le rime interne sono più cospicue e s’intravede pure qualche allitterazione.

Philmore Greene ha a cuore la sua comunità e non intende farle mancare né l’incitamento, né la propensione al ragionamento. “Free” ne è una delle testimonianze più acute, oltre all’eccellente taglio e cucito operato da Brown rimane assai impresso nella mente quel <<please save us>> così pesante ed esemplificativo dell’indole respirata agli angoli delle strade, cercando di trovare le parole giuste (<<God judges man from his heart, not his choices>>) per giustificare un minimo l’istinto di sopravvivenza da applicare alla vita locale di tutti i giorni, obiettivo del tutto simile a quello perseguito dalla magnifica “Day On The Ave”, dove spicca la conduzione orchestrale di Brown. “Time Goes” allarga invece il bacino d’utenza, disquisendo di riferimenti e considerazioni che troveranno d’accordo gli attuali quarantenni invitando a distinguere l’utilità dei mezzi tecnologici alla dipendenza che possono creare, rimembrando tempi più semplici ma sicuramente più aggreganti. Tuttavia, l’apice emotivo del progetto non può che essere “This Is Me”, per la quale il rapper sveste i panni altruistici e torna a sondare vecchie contusioni mentali, rievocando gl’incubi che ne misero alla prova la sanità psicologica dopo essere stato testimone oculare di un omicidio ed essere stato visto dall’esecutore: una paranoia messa giù con grande lucidità, nonché dimostrazione che i demoni, con un’azione persistente, possono anche essere accantonati.

Seppure lasci la sensazione di durare più del necessario e sia a volte penalizzato dalla prevedibilità compositiva dei beat (“Hittin’ Blocks” “Promises” non sono così significative), “Cost Of Living” rimane un disco di pregevole fattura per esecuzione tecnica, coerenza argomentativa, ricchezza di fattori d’interesse e spirito. L’accoppiata tra Apollo Brown e Philmore Greene funziona talmente bene da auspicarne un seguito a breve termine, se non altro per il grado d’intensità emotiva che la reciproca combinazione riesce a portare all’esterno con indubbio successo.

Tracklist

Apollo Brown and Philmore Greene – Cost Of Living (Mello Music Group 2022)

  1. Consequences
  2. Nice To Meet You
  3. Keep Goin’
  4. Day On The Ave
  5. Immaculate
  6. Time Goes
  7. Paradise [Feat. Evidence]
  8. Steep Life
  9. Hittin’ Blocks
  10. This Is Me
  11. Free
  12. Just Imagine
  13. Promises
  14. It’s Different
  15. Where’s The Love [Feat. Rashid Hadee]

Beatz

All tracks produced by Apollo Brown

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