KRS-One – Now Hear This
Si può discutere infinitamente sulla qualità della discografia di KRS-One, idealmente suddivisa tra i classici dei mitici anni novanta (nonché i precedenti dischi con i Boogie Down Productions) e la discesa vissuta in un nuovo secolo trascorso a corrente alternata, ma nulla si può dire sulla longevità, sulla costanza e sulla dedizione alla causa di uno dei personaggi culturalmente più influenti di sempre nell’Hip-Hop. A ventotto anni dall’uscita di “Criminal Minded”, Lawrence Krisna Parker è ancora qui a girare il mondo in tour, partecipare a conferenze, enunciare i suoi pensieri controversi e talvolta estremisti, educare ed ammonire contro i trabocchetti del sistema, mentre tanti suoi altisonanti colleghi dell’epoca d’oro sono semplicemente spariti dalla circolazione. L’età avanza, ma lo spirito del Blastmaster è più che mai vivo, la voglia di rifilare l’ennesimo calcio nel sedere all’ignoranza è immutata, così come lo è la forza del suo messaggio. Quello in esame è un album davvero grezzo, lo anticipa lui stesso nel pezzo introduttivo di “Now Hear This”, suo primo prodotto ufficiale dell’ultimo triennio- concetto che avremmo tranquillamente capito da soli. Lo si sente dalla qualità complessiva delle registrazioni, eseguita in quella precisa maniera per ricordare che prima dell’era tecnologica si facevano miracoli con mezzi di fortuna, l’estrema spigolosità dei beat porta quantità di hardcore come se non ci fosse un domani, l’utilizzo della strumentazione è ridotto al minimo indispensabile, come se il disco dovesse essere suonato e interpretato in qualsiasi luogo davanti a qualsiasi tipo di pubblico, improvvisando tutto, proprio come quando Kris si faceva le ossa da giovane stendendo un avversario dietro l’altro.
Una delle sorprese positive del disco è rappresentata dal fatto di sentire un mc completamente rinvigorito, attorniatosi di nuove energie positive che gli consentono di confezionare sedici pezzi nuovi di zecca (diciotto contando un interludio e la poesia finale di G Simone, la sua compagna), contraddistinti dalla generale rudezza sonora – non a caso dietro la consolle presenziano Mad Lion, Beatminerz e Dj Predator Prime, figlio di Kris – e da un’ampiezza tematica che non teme confronti. KRS-One critica, denuncia, insegna, riflette, compone con la solita, immensa classe pensieri usufruendo di ogni genere di rima. La titletrack introduttiva ne rimarca la forte attitudine al confronto, atta alla sistematica demolizione dell’avversario, cavalcando un beat minaccioso composto da una batteria sporchissima e da tocchi di piano da film horror. “Let’s Go”, squisitamente minimale, sottolinea dei dati di fatto che non vanno confusi per i soliti eccessi di egocentrismo del protagonista (<<the whole world’s still buggin off the music I did 20 years ago>>), con l’artista a prendersi pure il tempo di ringraziare i fan riconoscendo loro un ruolo capitale nello sviluppo della sua carriera. Gli Stati Uniti sono bersagliati da molteplici punti di vista, ognuno dei quali tratta annosi problemi come la politica americana sull’immigrazione messicana (“Invaders”, che prende in prestito flauti provenienti dagli altipiani sudamericani per mischiarli col Reggae), due ipnotiche note di piano pongono in guardia sul reale significato della bandiera statunitense mettendo in piedi una lezione di storia sul razzismo e la schiavitù (“American Flag”), le critiche verso il sistema sono rabbiose per la sensazione di ingiustizia fornita dalla gestione governativa (“It’s All Insane To Me”) e la denuncia sociale si mischia abilmente a cenni autobiografici su un beat che richiede solo di essere sparato al massimo del volume (“This Is All We Got”).
In quei passi dove l’attenzione si sposta dall’America, non c’è pericolo di annoiarsi perché l’attacco vira in ogni caso verso i milionari dell’Hip-Hop e le radio corrotte (“You A Millionaire”), Kris minaccia di erigersi a novello Robin Hood sequestrando le inutili proprietà dei rapper troppo facilmente arricchitisi (“Duty”, che pesta durissimo) e ricorda che quando il movimento Hip-Hop possedeva ancora dei principi sani e coerenti chi imitava lo stile di un altro veniva irrimediabilmente preso a pugni facendo riemergere la figura nemica dell’originalità, quella del biter, in un pezzo particolarmente adatto alla riproduzione live (“Biterz”). E non dimentichiamo che il Rap è sì denuncia e preziosa fonte di comunicazione, ma anche festa, il che giustifica la presenza di pezzoni come “Sound Man”, che propone una tematica semplice ma originale combinando organo, chitarra elettrica e una batteria che bastona duro, un brano di grezza potenza che farà saltare tanta gente sotto i palchi. Altri episodi che resteranno senz’altro impressi nella memoria per le loro particolari peculiarità sono “From The Beginning Again”, che chiede agli Stati Uniti di ammettere ogni errore e ripartire daccapo, nonché “More Love”, una bellissima traccia costruita sul semplice uso di una chitarra acustica.
“Now Hear This” è un disco pieno di autenticità e brutale onestà, pensieri che si possono condividere o meno ma che fanno in ogni caso riflettere, offre sostanza e stile (amiamo passaggi come <<I spit the metaphorical Rap, underground, subway style/as you can see I train on tracks>>) denotando un ottimo momento di forma per colui che sarà sempre uno dei veri paladini della Cultura e di tutti i suoi significati più profondi. E’ un album che fa nuovamente respirare l’essenza più pura dell’Hip-Hop, quello suonato per strada con il boombox, e la sensazione è davvero inebriante.
Track List
KRS-One – Now Hear This (Simone G Parker 2015)
- Now Hear This: Intro
- You Da Real (Interlude) [Feat. Peedo]
- Drugs Won
- Duty
- You A Millionaire
- Sound Man
- American Flag
- This Is All We Got
- Let’s Go
- Invaders
- Biterz
- It’s All Insane To Me
- Keep Talkin’
- The Lingo
- From The Beginning Again
- Name Brand Guy
- More Love
- Oh Cruel Mob
Beatz
- Mad Lion: 1, 9, 10, 12
- Dj Predator Prime: 3, 5, 7, 18
- Dj Static: 4, 6
- Hellmaf: 8
- Da Beatminerz: 11
- Nick One: 13
- MK Zoo: 14, 15
- KRS-One: 16
- Linsey Vona and Narayan: 17
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