Murs – Captain California

Voto: 2,5/3

Ennesimo è l’articolo che prima di altri viene spontaneo associare a ogni nuovo album di Murs, considerato il numero vertiginoso di uscite che negli ultimi vent’anni ha visto impegnato l’mc californiano in singolo, in coppia (ad esempio con Slug nel progetto Felt e con 9th Wonder in un sodalizio giunto addirittura al sesto episodio) e in formazioni più robuste (dai 3 Melancholy Gypsys al collettivo Living Legends). Nonostante la miracolosa compattezza tematica che riconosciamo tra un titolo e l’altro, ciascuna di queste tappe è caratterizzata da un differente taglio musicale e perciò è inevitabile, di volta in volta, domandarsi in che direzione si sia mosso il nostro Nick Carter; nel caso di “Captain California”, per orientarci con un paragone, siamo dalle parti di “Murs For President” e del più recente “Have A Nice Life”, non – ahinoi – del buon “Brighter Daze” pubblicato a inizio duemilasedici – e dunque l’acronimo making underground raw shit qui non trova particolare riscontro.

Cominciamo proprio da Murs, alle prese con tredici brani nei quali lo storytelling abbonda e il tasso d’ironia è un po’ al di sotto delle aspettative; diciamo che la gamma dei contenuti è ampia e la prospettiva adottata – in genere il racconto in prima persona – è senza dubbio nelle corde del rapper, ora nei panni di un moderno Romeo armato di pistola (“Shakespeare On The Low”) e di uno spacciatore talmente stereotipato e minaccioso da risultare caricaturale (“Colossus”: <<I’m a fucking millionaire and I do it all cash/tellin’ Uncle Sam he can kiss my ass/they say it won’t last but I’m almost thirty/and I keep my Jays clean but my money stay dirty>>), poi in quelli di un rissoso automobilista (“One Uh Those Days”) e di un fedifrago con un figlio non programmato in arrivo (“Ay Caramba”).

Ulteriori spunti e umori li ritroviamo nell’introduttiva “Lemon Juice”, singolo abbastanza comedy in cui Murs e Curtiss King se ne dicono di ogni sorta per conquistare la stessa signorina (il protagonista incalza <<if Curtiss was a Jedi his lightsaber would be clear/that means nonexistent like his fucking Rap career>>, l’ospite ribatte <<hold up girl, I’m so cold I freezer burn in a sauna/and Murs so old he got a walkman in his pocket>>); nell’altro estratto, “GBKW (God Bless Kanye West)”, riflessione sulla condizione dell’uomo di colore per la verità un tantino furbetta quando cita la nota ospedalizzazione di Kanye; negli immancabili riferimenti alla sfera sentimentale e/o sessuale (che spesso combaciano), da “Another Round” all’autobiografica “1000 Suns”, passando per le storie di prostituzione di “Xmas And Thanksgiving” (<<she an all night grinder/she done fucked 49 Forty-Niners>>).

Tutto ciò per chiarire che “Captain California” non è affatto un disco vuoto, realizzato attraverso un calcolato gioco di riflessi che ha nella produzione mainstream – cui certo rivolge lo sguardo – il suo termine di paragone univoco. Il problema risiede semmai nella piattezza che accomuna la componente lirica e strumentale, ma se la prima è solo priva di barre memorabili e incastri da studiare al microscopio (preferendo loro una scrittura molto asciutta e qualche refrain di troppo), la seconda manifesta un’assenza d’identità che sul risultato finale pesa quanto un macigno. I beatmaker reclutati dalla Strange Music di Tech N9ne, siano o meno degli emeriti sconosciuti, alternano infatti soluzioni sentite un’infinità di volte (i fiacchi pianoforti di “GBKW”, il Synth Pop di “Another Round”) a composizioni sulla cui pochezza non vale la pena addentrarsi (“Colossus”, “Summer”, “Animals Damnit”). L’andatura è spenta e non così unitaria come magari si vorrebbe, consegnando “Captain California” a una noia in minima parte arginata dall’allegria di “Lemon Juice”, dalle note oblique di un redivivo Mr. Len (“One Uh Those Days” convince anche per il buon contributo di Reverie) e dall’atmosfera west side di “G Is For Gentrify”.

Più che una delusione, una semplice conferma; del fatto che Murs dia il meglio di sé nelle combinazioni ristrette, quando il risultato è dato dall’intesa, dalla chimica, non dalla fredda somma delle prove al microfono e alle macchine – e ne eravamo consapevoli fin da “…The End Of The Beginning”.

Tracklist

Murs – Captain California (Strange Music Records 2017)

  1. Lemon Juice [Feat. Curtiss King]
  2. Shakespeare On The Low [Feat. Rexx Life Raj]
  3. GBKW (God Bless Kanye West)
  4. Colossus
  5. Another Round [Feat. Krizz Kaliko]
  6. Xmas And Thanksgiving
  7. Summer
  8. 1000 Suns
  9. One Uh Those Days [Feat. Reverie]
  10. G Is For Gentrify
  11. Animals Damnit [Feat. Beleaf]
  12. Ay Caramba
  13. Wanna Be High [Feat. Big Too Big]

Beatz

  • Michael “Seven” Summers: 1, 5, 8
  • Wax Roof: 2, 10, 13
  • K-R.O.K.: 3
  • Dj Rek: 4
  • Dj Fresh: 6
  • MOD: 7
  • Mr. Len: 9
  • Buttercream Bob: 11
  • Anthony Cruz and ARCiTEC: 12