MC Eiht featuring CMW – Death Threatz

Voto: 2,5/3 – –

Compton sarà sempre ricordata quale luogo di violenza e disgrazie, ma è altresì stata fucina ed epicentro di grandi talenti Hip-Hop. Da lì giunge la provenienza dei percorsi pluridecorati di Ice Cube e Dr. Dre, dei primi vagiti di sommossa sociale promossi dagli N.W.A., di artisti in grado di dominare il panorama attuale (Kendrick Lamar, Vince Staples), nonché di altri esponenti purtroppo rimasti sconosciuti alle masse ma non per questo meno essenziali nell’aver vergato pagine di assoluto spessore nella storia della Cultura (King Tee, Dj Quik, MC Ren, che dei Niggaz With Attitude è stato punta di diamante, seppur non altrettanto fortunato rispetto ai destini degli appena citati ex-compagni di banda). Tra chi ha raccontato meglio – nonché in maniera molto più longeva, tant’è che non ha ancora smesso di farlo – le vicissitudini di quell’angolo di mondo, spicca la figura di MC Eiht, autoritaria leggenda locale, attivo sin dagli anni ottanta coi suoi Comptons Most Wanted e anch’egli fautore dei suoi meritati cinque minuti di fama in virtù del brano “Straight Up Menace“, nonché dall’inclusione in un ruolo primario nel film “Menace II Society“, firmato dai fratelli Hughes.

All’epoca dell’immissione nel mercato di “Death Threatz“, Eiht aveva già affrontato diverse trasformazioni, avendo dovuto reinventare un sound i cui canoni erano allora stati irrimediabilmente definiti dall’uscita di “The Chronic“, disco che aveva dettato il trend di tutta una costa, abbinandovi una sottintesa e graduale uscita dall’ambito collettivo per dare il via a un’esperienza solista costituita da alti e bassi, ma con grande costanza nel timbrare il cartellino. Già a partire da “We Come Strapped” la produzione gestita principalmente dal compare Dj Slip aveva vissuto rettifiche di rilievo, mantenendo la durezza sonora dei CMW ma inserendo lo strumento senza il quale, in California, nessuno avrebbe più mostrato interesse all’ascolto, ovvero quel sintetizzatore che Dre aveva perfezionato sino a divenirne il marchio di fabbrica geografico per eccellenza. “Death Threatz” fu l’ultima delle pubblicazioni a riportare in copertina la dicitura featuring CMW, direzione dettata dalla troppo saltuaria presenza del partner in rhyme Tha Chill MC per vari guai giudiziari e suggerita dal più alto status acquisito dal Nostro grazie alla citata esperienza di attore, nonché la prima a riallineare in toto il metodo produttivo, rinunciando quasi del tutto al campionamento in favore di una band interamente responsabile di tutto ciò che escludeva le drum machine.

Pur rimanendo la maggior parte della realizzazione musicale a carico di Slip e dello stesso Eiht, venivano quindi promossi i contributi di Gentry Reed, Robert “Fonksta” Bacon, Tomie Mundy, William Zimmerman e Prodeje (membro del collettivo South Central Cartel), armati di tastiera, pianoforte, basso e chitarra, completando definitivamente il maquillage già avviato due anni prima proprio con “We Come Strapped”, dando luogo a un ammorbidimento del sound conseguente alla sottrazione dall’equazione di uno dei pilastri della crew, Dj Mike T coi suoi possenti scratch. Ne derivò un disco sostanzialmente deludente, privo dei capisaldi di un gruppo che aveva pubblicato tre dischi impeccabili fruendo di un’ispirazione mai più rivissuta, composto di minestroni di durata eccessiva e penalizzato da una verve non eccezionale pure dal punto di vista lirico, dal momento che Eiht dimostrava di attraversare una fase involutiva sia per via dei contenuti sin troppo ridondanti che nella prestazione tecnica, visto che il livello degli allacci in rima si mostrava assai più spento rispetto alle abitudini consolidate da classici senza tempo come “One Time Gaffled ‘Em Up“, “Growin’ Up In The Hood” e “Hood Took Me Under“.

Le quindici tracce si svolgono in settantuno minuti di durata, dando vita a strutture in gran parte piacevoli, per quanto ripetitive: una volta che ogni strumento ha fatto ingresso nel brano, i vari loop proseguono inalterati fino alla fine, riservando quasi sempre un minuto o poco più alla sola strumentale. La partenza, “Def Wish IV”, è riservata alla nota faida con Dj Quik, che qui vive il suo capitolo conclusivo: l’apposizione in apertura denota l’urgenza di rispondere all’infuocata “Dollaz + Sense” del rivale, con nuove rime al vetriolo e avvalendosi dei caratteristici synth tremuli e una chitarra ritmica in sottofondo, andandosene tuttavia in archivio senza produrre il rumore delle versioni antecedenti. Giusto il tempo di ascoltare “Ain’t Nuthin’ 2 It”, confortevole con le sue tastiere e corde vibrate, nella quale il rapper offre tratti di un’adolescenza arcigna e comune a quella di tanti altri coetanei, e si ritorna a bomba sull’argomento Quik, oggetto di ulteriore odio nelle strofe di “Killin Nigguz”, assistita da Chill e Boom Bam tra un segno verbale d’appartenenza ai Crips e l’altro, evidenziando così le prime falle argomentative.

Eiht appare più concentrato e desideroso di far salire la qualità della scrittura in occasione dei due singoli promozionali, rendendo il flow più pimpante e fornendo una migliore formulazione dei pensieri: “Thuggin It Up”, melodicamente assai valida per quanto confondibile per un brano proveniente dal disco precedente, se non altro evita di assumere l’attitudine da gangbanger offrendo una morale di fondo, nonostante l’apparato lirico risulti comunque semplice negli incastri ci si mette un minimo d’azione e racconto (<<can’t wait to hit the gate at 3 pm/a 159 killers I’m ready to kick it with them/let my rag hang slightly out the button hole/I’m ready to stack chips higher than a totem pole/geah, I hopes this gang shit don’t ever cease/duckin’ and dodgin’ from the school Police/to the west, we got power, one time’s scary>>). “You Can’t See Me”, l’altro estratto, risulta una spanna sopra al resto grazie all’atmosfera rilassata, andando a costituire un finale molto più solido che nella maggior parte dei contenuti, in compagnia di “Drugs & Killin”, la quale raccoglie adeguatamente le immagini che creano l’ossatura del testo attingendo da una ricca biografia personale, e “Killin Season”, così dura, secca, con quella batteria poco pulita, molto più confacente alle aspettative.

Tanta, infatti, era l’ovvietà riscontrabile, che delinea un senso unico nei concetti e pesantezza nella digeribilità delle strumentali. “Endoness” è fin troppo generica nel beat e riprende discorsi già intrapresi poco tempo prima nella sua natura di inno alla fumosa materia prima contro lo stress; la carina “Love 4 Da Hood” mostra la pochezza qualitativa del featuring di Da Foe – d’accordo che non si conoscono altre realtà al di fuori dei propri isolati, ma nemmeno si conoscono altri sistemi per rappresentarle; “Late Nite Hype Part 2” è un’occasione completamente sprecata nel fornire un degno seguito all’originale, superficiale nella composizione tanto da risultare frustrante; “Fuc Em All” è produttivamente un mattone, nonché simbolica nel dimostrare quanto gli enunciati di Eiht fossero distanti dalla qualità precedentemente offerta. Potremmo spendere altre righe per disquisire sull’inesistente estrosità di “Fuc Your Hood”, la quale sembra una copia marcita della già brutta “Can I Still Kill It”; del giro di piano di “Collect My Stripez”, sentito in centinaia di altri episodi simili, o esaltando fari nel buio come “Run 4 Your Life” – a volte bastano due note e un clap fatto bene per una resa nettamente superiore; alla fin fine, la realtà è una sola e ci si deve rassegnare: non è andata come si sperava.

Tassello distintivo di un periodo nel quale anche in seguito la produzione artistica di MC Eiht si rivelò non del tutto convincente, “Death Threatz” fece cilecca nel suo adeguarsi alle richieste di mercato allora vigenti: ventisei anni dopo, non è intervenuto alcun fattore a correzione di quella che, oggi come ieri, registriamo alla voce delusioni.

Tracklist

MC Eiht featuring CMW – Death Threatz (Epic Street 1996)

  1. Def Wish IV (Tap That Azz)
  2. Ain’t Nuthin 2 It
  3. Killin Nigguz [Feat. N.O.T.R.]
  4. Run 4 Your Life
  5. Endoness
  6. Thuggin It Up
  7. Love 4 Tha Hood [Feat. Da Foe]
  8. Fuc Em All [Feat. Havoc The Mouthpiece]
  9. Late Nite Hype Part 2
  10. Set Trippin [Feat. Boom Bam]
  11. Collect My Stripez [Feat. Young Prod.]
  12. Fuc Your Hood
  13. You Can’t See Me [Feat. Tha Chill]
  14. Drugs & Killin
  15. Killin Season

Beatz

  • Austin Patterson with the co-production by Tomie Mundy and Robert “Fonksta” Bacon: 1, 4, 7, 11
  • MC Eiht with the co-production by Dj Slip: 2, 3, 10, 12, 14
  • G. Reed: 5, 8
  • MC Eiht: 6
  • Dj Slip: 9, 13, 15

Scratch

  • Dj Mike T: 15
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