Grim Moses – Skeletor

Voto: 3,5

Eternia, Grayskull e quant’altro possa essere loro correlato, sono stati luoghi capaci di far correre a velocità elevate la fantasia di ogni bambino degli anni ottanta, inserendosi in un contesto culturale irripetibile, ancora oggi custodito, amato, ricordato con grande nostalgia. Dalle epiche musiche del cartone animato, che narrava le avventure del principe Adam, le sue trasformazioni in He-Man (tipicamente plasmato sul luogo comune del biondo culturista americano on steroids), le sue lotte contro il signore del male, Skeletor, alle action figure che hanno svuotato i portafogli di tanti genitori, rivaleggiando a suon di mazzate con le varie edizioni di Barbie, i Masters Of The Universe hanno indelebilmente segnato un’epoca, tanto da rappresentare ancora oggi un riferimento citazionale molto forte. Proprio dall’esaltazione della figura del cattivone di turno – che, diciamolo, ha sempre avuto un’attrazione particolare anche verso chi, con quei giocattoli, ci passava interi pomeriggi – nascono i presupposti per uno dei nuovi lavori di Grim Moses, rapper, produttore, ingegnere del suono e designer grafico a suo tempo capace di farsi un nome grazie alla militanza nel collettivo The Society Of Invisibles, con base a Phoenix, Arizona.

Skeletor“, così appunto intitolato, non è né il primo né l’ultimo manufatto offerto quest’anno da un autore che privilegia uscite molto frequenti e l’allestimento di prodotti raramente superiori alla mezz’ora, con un (comprensibile) occhio di forte riguardo verso la costante presenza in un mercato sempre più arduo da fronteggiare in termini di concorrenzialità – per quanto tale fattore sia sempre più determinante nell’indurre l’appassionato medio verso uno stato confusionale, se non altro per l’inversa proporzionalità tra numero di uscite e tempo di ascolto a disposizione… Lampante, nel nostro caso, che sulla scelta di dedicare una chance a un artista sinora poco conosciuto abbia inciso fortemente un’illustrazione grafica troppo accattivante per essere ignorata dai ricordi personali, corroborata da una realizzazione del tutto priva di pretese nel rivoluzionare i canoni del Grimy Rap ma che offre altresì significativi spunti degni di approfondimento.

Parecchio del fascino è costituito dalla particolarità delle atmosfere proposte, andando a campionare dialoghi con tutta probabilità estratti dalle varie versioni animate dedicate a queste icone della Mattel e basandosi su un senso di cupezza che The Premonist – incaricato di tutte le produzioni – cura con risultati assai credibili, nonostante sia chiarissima un’ispirazione per lo più derivante dagli estremi più mistici, dunque recenti, giungenti dalla scuola Muggerud, con qualche accenno pure ai Mobb Deep. Spiccano, da questo punto di vista, l’ombrosità dell’organo di una “Electric Head” copiosa nelle citazioni allucinogene e dopate, la fitta coltre di nebbiosità attraverso la quale si staglia il clima dungeon di “Cosmic Key”, sviluppata su elementi fantasiosi, portali, dimensioni parallele miste ad autoreferenza, nonché l’irrefrenabile esaltazione provocata da “Beyond Coke”, uno di quei rari beat in grado di penetrare in testa al primo tentativo senza più lasciare la presa, per il trattamento della batteria e ancora più per un sample morboso nella sua cronica infettività.

Una volta digerita la sbornia sonora, ci si può meglio concentrare sulle abilità liriche del Nostro, estraendone considerazioni né esaltanti, né di per sé negative. Grim Moses non offre, infatti, molti aspetti caratterizzanti, essendo dotato di una timbrica del tutto convenzionale (a prima vista pare uno Slaine con minor raucedine) e un sistema di scrittura medio, che nel caso specifico non sfrutta del tutto le enormi potenzialità metaforiche date dal concept, limitandosi a un agglomerato argomentativo in sostanza composto dalle consuete citazioni di illegalità assortite, assumendo atteggiamenti scontrosi, machisti, che in assenza di grandi funambolismi verbali cadono nella prevedibilità più classica. Se le già citate “Cosmic Key”, che se non altro giocherella un po’ con l’immaginario sci-fi, e “Beyond Coke”, la quale offre una gustosa struttura metrica proponendo la medesima sillaba in rima per l’intera seconda strofa, riescono comunque a fornire un’impressione convincente e funzionale pur senza farci saltare dalla sedia, dopo qualche ascolto, per contrasto, emergono tuttavia un’espressività vocale latente, una duttilità nel flow quasi del tutto assente e un’attrezzatura lirica che, nel suo cercare spessore, sembra fare maggiore affidamento sul clamore di alcuni termini piuttosto che sulla reale sostanza.

“Havoc Staff”, ad esempio, funziona alla grande col suo loop battente, sporco, misterioso, ben rappresentativo delle sensazioni che il disco vuol far respirare, tuttavia dall’atteggiamento verbale si ricava solo il solito sminuire il lavoro degli altri rispetto al proprio e un autocompiacimento scontato; “Grey Skull” relega tutte le proprie possibilità all’attitudine da grossi e cattivi che Moses concretizza in coppia con SyckSyllables, il cui tono particolarmente roco svolge né più né meno il ruolo che deve nel contesto del brano, cadendo nella monotonia; Judgement, se non altro, ci mette quel pepe utile a far ingranare la marcia in più posseduta da “Disasters Of The Universe”, una freschezza che non toglie però l’impressione che molte delle liriche siano lì per fare rima senza esprimere concetti del tutto logici. Non è d’ausilio, poi, la lentezza di beat come quello di “Amalgam”, ennesimo spunto produttivo interessante – nonché evocativo dell’influenza muggsiana – alle cui ritmiche lo spitting si adegua semplicemente senza osare oltre, contribuendo a cementificare l’impressione di una dotazione lirica capace ma stagnante.

Tirando le somme su “Skeletor”, possiamo dunque inquadrare un lavoro in possesso di margini di miglioramento dal punto di vista meramente testuale, data la fertilità del terreno figurativo che il concept avrebbe potuto fornire, nonché ineccepibile nel valore delle produzioni, le quali giocano su un forte potere attrattivo destinato a deliziare il palato di chi predilige sonorità tenebrose. Magari non sarà sufficiente a destare curiosità verso la discografia arretrata di Grim Moses (che nel frattempo ha già rilasciato “Blood Smoke Magic“!), ma qualcosa ci suggerisce che qui, in futuro, faremo ritorno volentieri… In nome del potere di Grayskull!

Tracklist

Grim Moses – Skeletor (GGRC 2023)

  1. Intro
  2. Cosmic Key
  3. Beyond Coke
  4. Electric Head
  5. Havoc Staff
  6. Weapon Expert
  7. Interlude
  8. Grey Skull [Feat. SyckSyllables]
  9. Disasters Of The Universe [Feat. Judgement]
  10. Amalgam
  11. Burn Eternia

Beatz

All tracks produced by The Premonist

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