Geto Boys – We Can’t Be Stopped

Voto: 3

Bentornati – si fa per dire ovviamente – nel mondo crudele, lunatico e pazzo dei Geto Boys. I quattro ragazzacci del quartiere di 5th Ward, sito nella parte più infame di Houston, ci avevano lasciati con il loro rimarchevole esordio, un disco crudo, potente e soprattutto molto ben prodotto, che spaziava attraverso sonorità strettamente legate all’influenza del geniale rockettaro Rick Rubin, il cui lavoro non aveva assolutamente intaccato la natura grezza e spiccatamente esplicita di ciò che era divenuto poi il prodotto finale.

“We Can’t Be Stopped” è un passo cruciale nella carriera del discusso gruppo, che nel periodo aveva attraversato numerosi cambiamenti e difficoltà: Bushwick Bill, come testimoniato dall’oscena copertina, ha un occhio in meno, l’etichetta è diversa perché, in seguito alla completa dissociazione della Def American dai contenuti del disco precedente si era arrivati alla drastica scelta della semi-indipendenza, abbinando l’allora poco conosciuta Rap-A-Lot alla distribuzione garantita dalla Priority (peraltro specializzata nel buttar fuori dischi violenti e controversi), infine il netto distacco con la freschezza della produzione di Rubin, qui sostituita da lampi di genio mischiati a veri e propri salti nel vuoto, dove a volte ci si fa davvero male.

Ascoltando ancora oggi un capolavoro dello spessore di “Mind Playing Tricks On Me”, ci si rende conto che parte di quelle intuizioni che decretarono il successo di “Geto Boys” sono ancora presenti, essendo questa una testimonianza dell’assoluta competenza interpretativa in special modo di Scarface, nonché della sua straordinaria capacità di creare personaggi alle prese con il contrasto tra vita delinquenziale, dubbi esistenziali e ricerca di redenzione, caratteristiche corredate alla splendida scelta di campionare “Hung Up On My Baby” di Isaac Hayes. “Mind Of A Lunatic” ed alcune delle sue parti più grottesche vengono sostituite da “Chuckie”, prima di una serie di deliri a firma di Bushwick che fanno eco alla famosa bambola assassina, fatto che conferma una novità rispetto agli esordi, ovvero la massiccia presenza di solo cuts che vedono, a turno, protagonisti tutti e tre gli mc’s. La più incisiva delle quali è “Homie Don’t Play Dat”, che omaggia a ripetizione George Clinton e il P-Funk mentre Willie D caccia una bastonata dietro l’altra in una delle sue migliori performance di sempre; sorprende in negativo, invece, il fatto che appartengano proprio a Scarface gli episodi meno incisivi, vale a dire la debole “Another Nigger In The Morgue” e la dimenticabile “Quickie”.

Il sound del caro vecchio Texas fuoriesce giusto per un breve attimo nel sample di chitarra che accompagna la riottosa “We Can’t Be Stopped”, simbolica strigliata nei confronti della vecchia etichetta, rea di vendere solo le oscenità dei bianchi: qui di materiale vietato ai minori ce n’è a pacchi, ne fuoriesce a bizzeffe dalle offese che un Willie D ancora in forma propina in “I’m Not A Gentleman”, in risposta alla “Ladies First” di Monie Love e Queen Latifah, così come dalle sperimentazioni lesbo di Bushwick in “The Other Level”, spinto racconto legato a una delle migliori basi del disco. Un piccolo arricchimento dei contenuti arriva per mano dei sentimenti antiamericani di “Fucka War”, che va contro la chiamata alle armi in un’invettiva in stile Geto, e col singolo “Ain’t With Being Broke”, che parte dal doloroso ricordo della miseria passata per arrivare alla conclusione che ogni via è buona per non farvi ritorno, senza tanto pensare a inutili moralità.

“We Can’t Be Stopped”, nonostante i suoi picchi di grintosa genialità che già aveva contraddistinto “Geto Boys”, esce tuttavia sconfitto dal confronto con quest’ultimo: a volte tende troppo a perdersi in vicoli ciechi che ne denotano un preoccupante calo a livello di fantasia musicale (l’assenza di Rubin è pesante) e degli alti e bassi troppo vertiginosi pure a livello lirico, tutti aspetti che hanno l’effetto d’invogliare a sentire con una certa costanza solo le parti migliori dell’album.

Tracklist

Geto Boys – We Can’t Be Stopped (Rap-A-Lot Records/Priority 1991)

  1. Rebel Rap Family
  2. We Can’t Be Stopped
  3. Homie Don’t Play Dat
  4. Another Nigger In The Morgue
  5. Chuckie
  6. Mind Playing Tricks On Me
  7. I’m Not A Gentleman
  8. Gota Let Your Nuts Hang
  9. Fucka War
  10. Ain’t With Being Broke
  11. Quickie
  12. Punk Bitch Game
  13. The Other Level
  14. Trophy

Beatz

All tracks produced by Geto Boys and John Bido

Scratch

All scratches by Dj Ready Red

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