Ensi – Clash

<<La fame del primo disco e in banca i soldi dell’ultimo/grazie a ‘sto flow ci arrivo largo pure ‘sto mese/dieci anni e un po’, ecco da quanto tempo succede>> (“Clash freestyle”). Sei album pubblicati in undici anni, gli ultimi tre col supporto di una major; un cammino artistico sbocciato a cavallo tra i due millenni e subito battezzato dalle numerose battle di freestyle; i One Mic, i Real Rockers e il coinvolgimento nel documentario “Numero zero”; Ensi è una costante dell’Hip-Hop italiano fin da quando ha messo piede all’interno di quel cypher cui così spesso fa riferimento, ambiente che ha dato il via a una carriera dalle ambizioni sempre più cristalline, riuscendo a trovare una sintesi efficace tra underground e mainstream (non sono in molti a potersi permettere collaborazioni che vanno da Kaos One ai Two Fingerz) grazie all’uso appropriato di un unico strumento: il microfono.

<<Rimetto in riga con il Rap questa gioventù/convinta che in ‘sta merda tutto ciò che non è Trap è old school>> (“Rapper”). A diciassette mesi esatti da “V”, in parte rievocato nel segmento finale di “Clash”, Jari conferma la piena maturità raggiunta nel tassello migliore del (suo) percorso solista gestendo con successo la solida dimensione tecnica, un gusto musicale variegato e l’imprinting dell’mc tout court, indisponibile a svilire quanto più gli è caro (<<c’ho lo slang, c’ho la creme, ma Wu-Tang tipo/…/se fai Rap in playback, non è Rap tipo>>“Deng deng”, secondo estratto video). Orgoglio, rivendicazioni e citazioni, per fortuna senza pedanterie di sorta, esauriscono appunto il canovaccio dei primi sei brani dell’album, muscolari come nel caso di “Mutombo” (<<entra dentro questa giungla, sono King Kong/non venire a fare il king nel mio kingdom>>) e genuinamente celebrativi (<<pompavo il Rap in italiano in giro sulla Clio/Dio lodato quando passi in auto e pompi un pezzo mio/…/vedo rosso, karashò/nell’arena questa sera il toro mata il matador/rocker senza gli strumenti/la gente mia non c’ha né chitarra né basso, ma arriva in batteria>>“Rocker”).

Fino a qui il flusso lirico è rettilineo, trasparente (<<ma ancora non ho quello che merito ed è palese, fanculo>> sintetizza l’Ensi pensiero a scanso di ogni equivoco); una prova che vira con decisione sul piano dell’istinto e dell’identità, eludendo però le trappole dell’ortodossia: il Nostro è infatti un mc in grado di misurarsi sia con le basse frequenze di Old Ass e Stabber (violentissimo!) che coi pestoni di Dave. E’ invece in concomitanza al gemellaggio tra Alpignano e Palermo, ovvero quando il protagonista ritrova l’assistenza di Big Joe (convocazione ferma addirittura ai tempi di “Era tutto un sogno”), che “Clash” scala la marcia e – fatta eccezione per “Autogrill freestyle” – imbocca la strada della riflessione, collocando la dimensione umana al centro del racconto.

Si comincia con la love song “Vita intera” e si entra presto in zona amarcord con la nostalgica “Thema turbodiesel” (<<ricordo ancora, avevo solo quel paio di scarpe/Air Force One alte, religiosamente bianche/in quartiere ho mosso passi, in mezzo al fango anche/ma le pulivo bene, ho fatto passi da gigante>>). “Rat race” introduce temi dal taglio sociale (<<ok, tutto finto/un folle parla, il profeta è zitto/la folla in strada, scimmia ammaestrata/anestetizzata da pane e circo>>), tuttavia ci sembra l’episodio meno incisivo del lotto; va senza dubbio meglio con “Fratello mio”, un monologo intimo e affettuoso che nel legame familiare (<<solo il sangue che ci lega puoi chiamarlo casa>>) individua un porto sicuro dove potersi rifugiare nei momenti di bisogno – peccato solo per quel na, na, na canticchiato nel ritornello.

Il sipario cala sopra “Complicato”, vertice emozionale dei trentacinque minuti proposti e interpretazione molto sentita da parte di Ensi, il quale – piaccia o meno – già dopo i primi colpi “Sotto la cintura” ha concretamente chiarito di non voler essere confinato nello stereotipo del punchliner, scelta che proprio nelle sue ultime due uscite ha trovato una più precisa ragion d’essere. Viceversa, poco o nulla abbiamo da dire sulle vaghe contaminazioni Dancehall come sulla presenza tutto sommato impalpabile del giamaicano Agent Sasco; si tratta di elementi secondari che non aggiungono alcunché di significativo a un’operazione di buona qualità e nell’insieme al passo coi tempi, realizzata da un autore che ha assoluta consapevolezza di sé, di questo gioco e dei meccanismi che ne regolano la partecipazione.

Tracklist

Ensi – Clash (Atlantic/Warner Music Italy 2019)

  1. Clash freestyle
  2. Deng deng [Feat. Patrick Benifei]
  3. Mutombo
  4. Rocker
  5. Ivory freestyle
  6. Rapper [Feat. Johnny Marsiglia e Agent Sasco]
  7. Vita intera
  8. Thema turbodiesel
  9. Autogrill freestyle
  10. Rat race [Feat. Attila]
  11. Fratello mio
  12. Complicato

Beatz

  • Old Ass: 1
  • Stabber: 2
  • Vox P: 3
  • Adma Music e Dj 2P: 4
  • Dave: 5
  • Big Joe: 6, 7, 8, 9, 11
  • Crookers: 10
  • Old Ass e Dave: 12