Eminem – The Marshall Mathers LP
A poco più di un anno dal suo esordio ufficiale e in seguito a – in ordine sparso – ovazioni, proteste delle associazioni familiari, platini, accuse di plagio e chi più ne ha ne metta, Eminem rilascia un secondo progetto che rispecchia gran parte delle attese nel frattempo maturate: diciotto tracce comprensive di intro e tre skit per una durata consistente, lo zampino di Dr. Dre, qualche featuring grosso (ossia Snoop) e una manciata di singoli infallibili. Programma che, tuttavia, al sottoscritto sembra appesantito da un continuo alternarsi di alti e bassi, da un lato ribadendo gran parte dei contenuti che emergevano in “The Slim Shady LP”, dall’altro mancando di aggiunte significative proprio rispetto a quest’ultimo.
Partiamo dal sound, che mi convince in percentuali minime. La torta se la dividono in sostanza Dr. Dre con Mel-Man e Jeffrey Bass/F.B.T. con Eminem, tolto qualche episodio di cui parleremo più avanti l’accento cade su soluzioni decisamente semplici, caratterizzate da suoni e set di batteria sì omogenei, però ripuliti da qualsivoglia spigolo. In sostanza – ed era preventivabile – il tono è quello di un brano per tutti come “The Real Slim Shady“, realizzato su misura per funzionare in radio come in TV ed essere memorizzato in tutta fretta; stabilito uno standard, una traiettoria, “The Marshall Mathers LP” se ne allontana con molta fatica e ciò conduce a una sequela di strumentali simili soprattutto per struttura ritmica (la programmazione di cassa e rullante) e in secondo luogo per l’utilizzo limitato dei sample. L’eccezione più significativa, non a caso, è quella di “Stan”, per la quale The 45 King campiona direttamente “Thank You” di Dido.
Venendo invece all’mc, la questione si fa più interessante. Convinca o meno il timbro della sua voce, le capacità tecniche di Eminem sono fuori discussione; ne giova senz’altro una gamma tematica che mischia introspezione, sarcasmo, irriverenza, biografismi, incubi a occhi aperti, confessioni, resoconti di relazioni fallite e via dicendo. A maggior ragione, spiace vedere sprecare un testo come quello di “Who Knew”, autocelebrazioni ispirate (“Remember Me?”) e racconti sinceri (“Drug Ballad”), episodi accompagnati da strumentali piattissime; viceversa, si apprezzano in toto “Kill You” (dedicata alla brava mammina…), “I’m Back”, l’horrorcore “Amityville” in compagnia di Bizarre, la disperata “Kim” e la derisoria “Under The Influence”. Ma il vero gioiello del disco è appunto “Stan”, la triste storia di un ragazzo che segue incautamente alla lettera le parole del proprio idolo (il nostro Eminem) e perciò efficace invito a interpretare attivamente ciò che ascoltiamo nei dischi quotidianamente.
Per il resto siamo nella media di un’uscita che in tanti scarteranno a priori (sbagliando) e in tanti altri loderanno in maniera sfacciata (altro errore, a mio giudizio); io ne suggerisco un ascolto attento e una valutazione ponderata, fermo restando che “The Slim Shady LP” aveva in nuce potenzialità qui non del tutto sviluppate.
Tracklist
Eminem – The Marshall Mathers LP (Interscope Records/Universal Records 2000)
- Public Service Announcement 2000 [Feat. Jeff Bass]
- Kill You
- Stan [Feat. Dido]
- Paul (skit) [Feat. Paul Rosenberg]
- Who Knew
- Steve Berman [Feat. Steve Berman]
- The Way I Am
- The Real Slim Shady
- Remember Me? [Feat. RBX and Sticky Fingaz]
- I’m Back
- Marshall Mathers
- Ken Kaniff (skit)
- Drug Ballad
- Amityville [Feat. Bizarre from D-12]
- Bitch Please II [Feat. Dr. Dre, Snoop Dogg, Xzibit and Nate Dogg]
- Kim
- Under The Influence [Feat. D-12]
- Criminal
Beatz
- Dr. Dre and Mel-Man: 2, 5, 8, 9, 10
- The 45 King with the co-production by Eminem: 3
- Eminem: 7
- Eminem and F.B.T.: 11, 13, 14, 17, 18
- Richard “Segal” Huredia: 15
- F.B.T.: 16
Bra
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