Edo. G – Afterwords
Parlare oggigiorno di rivoluzione è quasi impossibile, si rischia di cadere nella trappola della superficialità che il termine stesso ha raggiunto in questi tempi nei quali tutti sono fenomeni e ogni secondo sembra esca qualcosa/qualcuno in grado di cambiare la storia della musica. Chi non si accorge di come lo stiano prendendo sonoramente in giro andrà certamente fiero di essersi mescolato alla massa di caproni e di non uscire dal gregge nemmeno se pagato, pensare con la testa degli altri fa comodo se non si corrono mai rischi. E qui entra in campo Edo. G, un’esemplificazione che cozza a puntino con tali concetti, un mc di quelli veri, cresciuti a pane e battaglie sia sulla strada che sul palcoscenico, un grande veterano che non ha mollato di un solo millimetro l’amore per ciò che fa e che non smette di porre la sua esperienza musicale e di vita a disposizione del prossimo. Edo è il personaggio che ancora abita nel suo vecchio quartiere, uno dei tanti che le etichette si sono divertite a prendere per il culo quando la mucca dell’Hip-Hop andava munta senza rispetto, una persona e un artista che non si fa compromettere, che va avanti dritto per una strada che l’ha portato ben oltre la soglia dei quarant’anni a pubblicare quattro dischi nel giro di cinque anni. E questo, dal punto di vista strettamente personale di chi scrive, è rivoluzionario.
Edo è l’indipendenza, il talento, la saggezza, la semplicità, la motivazione e la prolificità. Se non si crede in quel che si fa, pur ricavandone pochi spiccioli, non si arriva certo a una discografia quantitativamente e qualitativamente valida come la sua. In questa nuova avventura lo ritroviamo sotto il tetto della francese Effiscienz, la casa, tra gli altri, dei Dirt Platoon e Fel Sweetenberg, un’etichetta dall’indiscutibile profilo underground che, per l’occasione, ha affiancato alla leggenda di Roxbury il team di produttori conosciuto come Street Wyze, dando vita ad “Afterwords”. I problemi che c’erano rimangono, l’unico modo per cercare di smuovere la faccenda è lavorare sulla coscienza e reagire, Edo continua a predicare le stesse cose ma, nonostante macini dischi su dischi, trova sempre un modo nuovo e originale per esprimere i suoi pensieri. Sette pezzi di grande sostanza, cui si aggiungono un intro, un interludio, una strumentale e quattro remix uno più ciccione dell’altro. C’è ancora modo di colpire il cuore di qualcuno, si chiama poesia urbana: <<When I see, blind your side like high beam/when I dream all I see is sirens/another murder, ambulance, cop cars/it’s so dark, it’s hard for me to see stars/I see liquor stores, I see bars/prison rate higher, all I see is bars>> è solo uno dei passi della splendida “Last Man Standing”, un filo di speranza dato a una minoranza che non vuol smettere di combattere per i suoi ideali e per la libertà della propria gente, invece che erigersi su un divanetto e gettare centoni come se piovesse. <<My people feel hopeless, they feel cursed/but we’re at our best when things get worse>> risuona più e più volte, sono parole degne di un leader saggio e maturo che, unite al beat tutto archi e piano, generano emozioni altissime.
Più si tenta di schiacciare questa gente, più essa reagisce ai colpi e la presenza di un Reks in piena epoca coscienziosa, oltre che a fornire un’accoppiata locale d’eccezione (il Massachusetts ne sa, baby…), mette a confronto due eccellenti metriche attraverso le quali si cerca la verità, proposte sopra a un altro sample di archi tagliato ad arte e intersecato perfettamente al campione principale, una produzione che nemmeno spogliata dalla sua sostanza perde d’efficacia nel bel remix firmato da Dj Brans. G.Dot & Born, tenuti a battesimo l’anno passato proprio da Edo e da quel gran produttore chiamato Confidence, dimostrano di essere veramente pronti a raccogliere il testimone politico/sociale dalla loro fonte d’ispirazione fornendo rime di qualità che polemizzano con intelligenza in “G-Lo (R.I.P.)”, un deciso schieramento dalla parte del più debole raccontato con velocità e scioltezza di linguaggio, ma qui si attaccano non solo Governo e Polizia, non dimentichiamoci che si sta facendo il Rap serio, quindi la lezione di turno per gli scarsi privi di valori ci sta tutta. Barre ad alto tasso di rime interne e schemi metrici variabili, il consueto stile metaforico/comparativo dell’artista e alcuni giochi di parole compongono un arsenale utilizzato sia in solitaria (“The City”) che in compagnia di un amico di lunga data (Jaysaun, in “Mcing”, anch’essa remixata ma con nuove strofe del duo Union Blak), prima di lasciare il giusto spazio alla posse cut che rappresenta l’etichetta, nella quale arriva a dar manforte il roster intero della Effiscienz, sempre sorretto dai precisi tagli di Dj Djaz e Dj Netik, un vero valore aggiunto e un’usanza che purtroppo è andata persa in troppi dischi.
Su Edo. G crediamo di non dover suggerire altro, “Afterwords” è un altro tassello fondamentale di un discografia sottovalutata (meglio pochi ma buoni Edo, fidati) e un bel biglietto da visita per il duo Street Wyze, che gradiremmo risentire all’opera quanto prima con altre felici intuizioni che pescano tra il Jazz e il Soul, abbinate ad ottime sezioni di batteria. Per quanto riguarda la lunghezza del lavoro, beh, a volte è meglio scrivere sette pezzi così che non venti completamente privi di significato. Gli anni passano, ma questo signore è still so damn fresh.
Tracklist
Edo. G – Afterwords (Effiscienz 2015)
- Afterwords
- Sorta Way [Feat. Reks]
- Mcing [Feat. Jaysaun]
- The City
- Effiscienz Time [Feat. Dirt Platoon, Fel Sweetenberg, Starvin B, Kimba and Nutso]
- Roxbury
- G-Lo (R.I.P.) [Feat. G.Dot & Born]
- Last Man Standing
- Trending
- Après Les Mots
- Sorta Way (Dj Brans Remix) [Feat. Reks]
- Mcing (Union Blak Remix) [Feat. Kimba]
- The City (Mil Remix)
- G-Lo (R.I.P.) (Fel Sweetenberg Remix) [Feat. G.Dot & Born]
Beatz
- Street Wyze: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10
- Dj Brans: 11
- Union Blak: 12
- Mil: 13
- Fel Sweetenberg: 14
Scratch
- Dj Djaz: 2, 3, 5, 7, 11, 14
- Dj Netik: 8
- Sir Williams: 12
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