D.Ratz – Agent orange 2

E’ oramai opinione prevalente, spesso supportata da dati numerici e scrupolose analisi firmate dalle penne più illustri del settore, che quella in corso sia una fase particolarmente prospera per l’Hip-Hop italiano, assurto a genere nazionalpopolare da almeno un lustro a questa parte; tanto che, con buona pace di chi finge di non notare l’elefante parcheggiato in salotto, la notizia più cliccata dell’estate – nell’ambito in questione – è quella che vede coinvolti due affermati rapper (l’uno e l’altro over trentacinque) che fanno baruffa a suon di stories su Instagram, confortati dal tifo dei rispettivi fan (molti in età da scuola dell’obbligo). Lascio dunque a ciascuno di voi ogni possibile considerazione in merito, limitandomi a trascrivere un paio di barre da “Km 0” che fanno proprio al caso nostro: <<tu che fai gossip, in tutti i posti/e a tutti i costi, hai mai provato col Bostik?>>.

Il brano, pubblicato anche in formato video, è tratto da “Agent orange 2” di D.Ratz, mc e beatmaker campano interno al progetto Cilento Doppia H. Le note biografiche a nostra disposizione terminano tuttavia qui; e ne facciamo pure a meno, potendo dedurre quanto necessario dall’esame di un’attitudine che ci coglie senz’altro sintonici: il giovane artista, già al fianco del newyorkese Flee Lord in “Later Is Now” (figura vicinissima agli ambienti Griselda e supportata da gente come Pete Rock, Dj Muggs, V Don e Lil’ Eto), si accomoda nella scena underground con una certa personalità, rivelando appunto consonanze più con l’Hip-Hop a stelle e strisce (cito ancora: <<mi accompagna un goddamn, mica un God bless/mentre spazio tra Chopin e Lord Finesse>>) che con quello tricolore. Forse non a caso, nei venticinque minuti proposti appaiono due soli ospiti al microfono: lo stesso Flee Lord e il suo concittadino G4 Jag, da poco fuori con “Nothing Was Given”.

Il resto è tutta farina del sacco di D.Ratz, fatta eccezione per l’ottimo beat di “Sequoie”, intagliato da Dj Rogo tra i microsolchi di “Maxophone” (LP dell’omonima band Prog milanese); lasciatemelo dire: il pezzo è una vera goduria, crudo, scarno e sferzante come si addice all’hardcore più intransigente – <<scapperei a Medjugorje/visto che le meglio sante son sempre le peggio troie>>. Tornando al padrone di casa, annotiamo a referto una prova doppiamente positiva, ovvero solida in entrambe le discipline, e che denota inoltre un’apprezzabile libertà compositiva. Proprio quest’ultimo aspetto dà una direzione specifica all’insieme (rilasciato a circa un anno e mezzo dal capitolo uno), caratterizzato da sequenze di proposizioni non per forza concatenate tra loro (così l’inizio di “Ora et labora”: <<scendo, Cristo tu appari/fumi anche se non appari/la gente corre ai ripari/appena sente gli spari/cammino al buio di notte/non accendo mai i fari>> – dove il secondo appari è dialettale e sta per mettere assieme qualcosa) e dal cui clima complessivo, dagli umori e dalle immagini proposte, si ricava il senso di ciascun brano.

In altre parole, “Agent orange 2” non è un album a tema, né si distingue per linearità o facili scorciatoie. Perciò dall’ipnotica “Need an orchestra”, che mette in chiaro approccio e filosofia (<<mai speso un euro per un po’ di talco/sguardo a mo’ di falco/scusa sai, ma non ti ho visto mai sopra un palco/il problema è che stai sempre col morale alto/ma se non ti riesce il Rap dovresti fare altro>>), si passa ai toni più ironici e pungenti della cicciotta “Superfunkyme” (<<fortuna che non ho mai dato il culo per suonare/e a maggior ragione non ne ho leccato uno per sfondare>>); complice la dotazione di strofe anglofone, da “Seasons” (<<sarebbe stato meglio se Adamo avesse perso la mela/ma era succosa e ne è valsa la pena/sulla costa il vento parla mentre il mare balla/in cui è immersa l’ultima Luna di Dalla>>) e “Corner store” spicca invece una cifra stilistica che ha valore di per sé; infine, la malinconica cupezza di “Lacryma Christi” condensa il lato esistenzialista di D.Ratz e ne esplicita ulteriormente il rapporto conflittuale con la religione.

Nella sua schietta amatorialità, qui non nel senso spregiativo del termine, il disco conferma che per produrre buona musica sono sufficienti idee, passione e capacità – tutto il resto è di corredo. Il nostro suggerimento è quindi di concedere un po’ meno tempo alle letture dei social e curiosare con maggiore attenzione tra le numerose proposte di Spotify e affini.

Tracklist

D.Ratz – Agent orange 2 (No label 2019)

  1. Need an orchestra
  2. Ora et labora
  3. Snizzle
  4. Km 0
  5. Superfunkyme
  6. Seasons [Feat. Flee Lord]
  7. Sequoie
  8. Lacryma Christi
  9. Corner store [Feat. G4 Jag]

Beatz

Tutte le produzioni di D.Ratz tranne la traccia #7 di Dj Rogo